CHARLIE [flashback]

Erano riusciti a uscire dal sottomarino, in qualche modo avevano manomesso il dispositivo di areazione. Percorsero il molo e si nascosero dietro i primi cespugli e aspettarono.
-Speriamo funzioni!
Il sole accecante non permetteva ai passeggeri, che a piccoli gruppi raggiungevano il molo, di vedere in maniera nitida verso la giungla, quindi poterono osservarli indisturbati e al sicuro, entrare dalla botola.
-Ora saranno tutti sedati.
Disse Jack, sicuro.
Questa era la loro unica occasione di abbandonare l'isola in breve tempo, non potevano sprecarla.

*Il momento clou era arrivato.Bisognava attendere qualche minuto per vedere se i rischi che avevano corso sarebbero stati ripagati.Stavano li in attesa,spiando dalle fronde.Poi tutto quel vociare fini',quando anche l'ultimo uomo entrò nel sottomarino.I motori cominciarono a riecheggiare nel silenzio della giungla...qualche secondo,e questo cominciò ad immergersi.*

Il sottomarino si era inabissato, lentamente e senza alzare nemmeno un'onda. Charlie e Jack, invece, dovevano agire velocemente.
- Jack, io vado a prendere Aaron, tu aspetta qua e controlla che tutto vada per il meglio...mi raccomando, quel sottomarino non deve ripartire senza di noi.
Uno sguardo d'intesa con l'amico, poi Charlie si girò e corse in direzione della casetta di legno dove erano rimasti Aaron e Boone.



Charlie correva, o saltava ogni tanto per evitare tronchi, massi o bambole di pezza. La temperatura era più gradevole nella giungla, si lasciò rinfrescare dall'ombra creata dalle enormi piante. Fu meno facile del previsto ritrovare quella capanna marrone, la rockstar dovette fermarsi un paio di volte per orientarsi e capire dove andare ma alla fine la trovò e la raggiunse.
Spalancò la porta e vide Boone, seduto su una sedia, che teneva in braccio Aaron. La sua mente per un'istante si era dimenticata che all'interno non c'era Claire ad aspettarlo, era sul punto di scoppiare in lacrime, non voleva abbandonarla subito dopo averla ritrovata, ma doveva farlo.
-Svelto Boone, dobbiamo muoverci!
Abbandonarono per sempre il loro prezioso rifugio, e si diressero verso il molo.

*Era rimasto di vedetta al molo,in attesa di vedere quell'ammasso di ferro riemergere.In realtà per Jack non rappresentava solo questo.In passato aveva rappresentato la speranza di andar via dall'isola,poi diventata disperazione quando Locke lo fece saltare in aria.Era stato cosi' vicino da quella che lui considerava la salvezza,il ritorno a casa.Scelta che in futuro lo fece pentire amaramente.Ma questa volta era sicuro,lasciare l'isola era la cosa più giusta da fare,per Aaron,per Claire,per lui.
Poi dei rumori provenienti da dietro lo distolsero da tutti quei pensieri.Si voltò di scatto,ma fortunatamente era Charlie,che tornava con Aaron e Boone.La vista del piccolo gli fece brillare gli occhi.
Tornò a scrutare il mare...e dopo pochi istanti,finalmente il sommergibile riemerse,tornando verso il molo.
Jack si voltò verso gli altri eccitatissimo.*

"Ha funzionato!"

Alcuni uomini dell'equipaggio abbandonarono il sottomarino seguiti dal capitano che sbraitava ad una ricetrasmittente, era il momento di salire. A passi felpati riuscirono a introdursi di nuovo in quell'ammasso di ferraglia, Charlie era l'ultimo della fila, prima di scendere la scala a pioli, guardò l'isola, sapeva che sarebbe dovuto tornare, prima o poi, a salvare Claire, ma aveva la sensazione che questa sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe visto quello scoglio, con uno sguardo solenne si congedò da esso.
Percorsero in silenzio un corridoio che portava il più lontano possibile dalla sala comandi, aprirono una porta ed entrarono in una piccola stanza. Un ragazzo e una ragazza dormivano legati alla loro branda, altre due erano libere, chiusero la porta. Dopo mezzora sentirono i motori accendersi, il sottomarino partì.

Ce l'avevano fatta.

*Il viaggio durò molte ore.Finalmente dagli altoparlanti il comandante invitò i passeggeri,da poco svegli,a prepararsi all'arrivo.In questo caso per loro non fu difficile confondersi in mezzo agli altri,visto che i controlli venivano effettuati alla partenza e non all'arrivo.Erano finalmente in Australia.Erano riuscito a portare via Aaron dall'isola,ma non era ancora ancora al sicuro.Chi voleva la sua morte,la morte di un neonato,avrebbe messo a disposizione tutti i propri mezzi per ritrovarlo.Cosi' Jack fissò Charlie*

"Ora dobbiamo portarlo in un posto sicuro.Credo che il luogo migliore sia andare dalla madre di Claire.So dove abita,dobbiamo portarlo li.E poi non avremo più problemi."

Passò insieme a Jack, solo un paio di silenziosi giorni. Poi il dottore se ne andò, salutando con affetto Charlie, che non cerco di trattenerlo o di seguirlo, entrambi avevano bisogno di passare un po' di tempo da soli, con i propri pensieri. Il loro piano era perfetto, studiato nei minimi particolari, ma terminava con la consegna di Aaron alla cara nonna, non avevano pensato a cosa fare dopo, all'incertezza, all'attesa, alla solitudine che tutti loro avrebbero dovuto passare. Charlie pensava a questo mentre camminava, pensava a Claire, ad Aaron, a Locke, prendendosi una pausa di tanto in tanto per ammirare il panorama, a sinistra aveva enormi grattacieli luccicanti e a destra, la spiaggia, l'oceano, il cielo azzurro e le nuvole. Nonostante la vista che offriva il lungo oceano di Sydney e il brulicare delle persone sui marciapiedi, Charlie, aveva notato un uomo sulla cinquantina, in giacca e cravatta, basso e con una buffa faccia. Si distingueva dagli altri dal fatto che era sempre alla stessa distanza dalla rockstar, aveva in mano una valigetta e un giornale, sembrava indaffarato ma Charlie notò che ogni tanto guardava verso di lui. Charlie non era un tipo paranoico, ma dopo tutto quello che aveva passato aveva il timore di essere pedinato. Così Charlie si fermò e si sedette su una panchina di legno, allargò le braccia e le appoggio allo schienale, poi volto lentamente la testa verso destra e vide che anche l'uomo si era fermato, aveva appoggiato la 24 ore per terra e fingeva di cercare qualcosa nelle tasche. Dopo qualche minuto la rockstar si alzò, attraversò la strada, fece qualche metro poi svoltò in un vicolo decisamente meno affollato, anzi, deserto. Con la coda dell'occhio vide la spia, a una decina di metri da lui, fingere di parlare al cellulare. Charlie si fermò, aspettò qualche secondo poi si girò di scatto, prese l'uomo per la giacca e lo scaraventò al muro.

-Ora dimmi chi sei! Per chi lavori?! *urlò Charlie*

-Mi..mi hai fatto cadere il telefono! PACHOWSKY NON ATTACCARE!
*L'omino, spaventato e agitato, sembrava aver ignorato le parole di Charlie, ma la rockstar non abboccò.*

-Avanti dimmelo! Sei uno scagnozzo di Locke?! Di Ben?!

-BEN, conosci Ben? *disse l'omino disinteressato, la sua attenzione era sempre rivolta al cellulare per terra, Charlie confuso lo lasciò, l'omino si catapultò a recuperare il telefono.* -PACHOWSKY, Signor Pach..ha attaccato..*disse sconsolato con lo sguardo nel vuoto, poi si voltò verso Charlie.* -Mi hai fatto perdere l'unico cliente che ero riuscito a trovare da due mesi a questa parte!

-Mi dispiace, pensavo...pensavo mi stessi pedinando *disse Charlie sbigottito, si sentì molto stupido in quel momento* -..ma come fai a conoscere Ben..*l'omino lo interruppe*

-Mi stai chiedendo come faccio a conoscere il mio capo?! Me lo sogno pure la notte quello, anche se parlare di sogni non rende l'idea. INCUBI, ecco quello sì. Mi licenzia se non trovo due clienti entro la fine del mese.

-Senti, ti chiedo ancora scusa, sono sicuro che troverai un sacco di clienti *così dicendo Charlie si girò e si indirizzò di nuovo verso la strada principale.

-Hey aspetta! *disse l'omino mentre recuperava le sue cose con affanno.* -mi sento debole, mi..mi devi..ommioddio *l'omino barcollava, Charlie tornò indietro e lo aiuto a reggersi in piedi.*

-Andiamo in quella tavola calda. *disse Charlie indicando il locale più vicino*

-Ottima scelta, fanno dei Cheeseburger incredibili lì, poi Bessy, la cameriera, è uno schianto.

-Gvazio Bossy *disse Billy, mentre masticava il cheeseburger, alla cameriera che lo guardò schifata*

-Sembra che tu ti sia ripreso, Billy *disse Charlie mentre abbozzava un sorriso, divertito dalla scena*

-Gvazio a te Chorlie, e grazie al pranzo che mi hai offerto! Ma dimmi, tu non sei di queste parti, lo riconosco dall'accento, cosa ci fai in Australia?

-Avevo una commissione da svolgere *disse Charlie tornando serio*

-E' andata bene? *disse Billy rinvigorito*

-Sì sì, è tutto andato come doveva andar.. *Billy lo interruppe*

-E allora su con la vita! Perchè quella faccia triste? C'entra una donna scommetto, vero? C'entra sempre una donna! Ma non devi sentirti giù, sei giovane, hai ancora i capelli, non essere pessimista! *Charlie sorrise, quell'uomo era davvero buffo ma era anche genuino*

-Anche tu fino a pochi minuti fa non mi sembravi molto allegro, o sbaglio?

-Ma per me è diverso, io incomincio a essere vecchio, sono pelato, sono brutto...poi con la vita che faccio, l'unica persona con cui ho una relazione stabile è mio padre, quello è ancora più matto di me, sai stavo andando da lui prima che tu mi "bloccassi". *Charlie stava bevendo il suo caffè, quindi Billy ne approfittò per continuare a parlare in maniera veloce, isterica, sconclusionata, divertente.* -Come biasimarlo pover'uomo, con la vita che ha fatto, peggio della mia! Chi è causa del suo mal pianga sè stesso, dice sempre. Colpa di quel maledetto progetto DHARMA dice sempre.

-Progetto Dharma!?

-Sì, perchè? Conosci il progetto Dharma?

-Ah no scusa, ho capito male, pensavo avessi detto..*ma Billy, che non aveva notato lo stupore sul volto di Charlie, lo interruppe di nuovo*

-Un favoloso progetto scientifico e sociologico, innovativo e fruttifero, su una misteriosa isola tropicale. Cosa vuoi di più dalla vita? Niente, così i miei genitori, due neolaureati psicologi, aderirono al progetto. Io nacqui proprio su quell'isola, pochi giorni dopo che i miei genitori ci avevano messo piede.

-Incredibile, sai che forse conosco quell'isola...*ma Billy lo interruppe*

-Impossibile, da quando ce ne siamo andati ne abbiamo perse le tracce, sembrava isolata dal resto del mondo, invisibile al resto del mondo, mio padre ogni qual volta, soprattutto dopo che mia madre morì e lui era rimasto solo e con tanto tempo libero da occupare, provò ad avere informazioni, ma non raccapezzò nulla, perbacco.

-E tu, cosa ti ricordi del progetto?

-Ah io ricordo solo le casette tutte uguali e tutte gialle, i furgoncini azzurri e le tute beige e una bambina di nome Lisa, ricordi offuscati, ero poco più che un bambino quando ce ne andammo, sentiva puzza di bruciato mio padre, diceva che stava diventando un posto pericoloso. Ma probabilmente in questo momento quelli del progetto DHARMA se la stanno spassando sulla loro favolosa isola.

-Non credo sai.

-Sicuramente stanno meglio di me.

-Anche su questo ho da dissentire.

*I due uscirono dal bar*

-Ciao Charlie, grazie per il cheseburger. *disse Billy sorridente*

-Ciao Billy, è stato un piacere.

BIP BIP BIP BIP BIP *il telefono nella giacca di Billy iniziò a squillare, lui lo prese, guardò lo schermo e sorrise alla rockstar.*
-E' Pachowsky, ha richiamato!