Gruppo 7 "Bagnoregio #3" [Daniel]

Ogni sistema attivo necessita di energia. Come Daniel aveva verificato, i piloni del villaggio erano funzionanti, perciò non restava che trovare la fonte che li alimentava, per poi disattivarla. Era da solo nella stanza dei monitor, ma non c'era ragione di aspettare chi lo aveva soccorso. Già stava meglio ed era pronto a dare il suo contributo. Là fuori, del resto, poteva esserci Charlotte, ferita e bisognosa di cure. Non c'era tempo da perdere. Aprì la cassetta di derivazione dell'impianto elettrico ed osservò la direzione delle tracce. Correvano verso il basso, e verso il basso si diresse.

Forse aveva esagerato. La spiraleggiante discesa agli inferi di Bagnoregio lungo anguste scale e tra odor di fogna sembrava non finire mai. Le sue forze invece sì, erano allo stremo, e il punto di non ritorno era passato da un pezzo. Risalire non era un'opzione. La salvezza, se mai ve ne fosse stata una, doveva essere ancora più in basso. Gocce d'acqua percolavano dalle pareti. Si servì avidamente. Al successivo pianerettolo, si accosciò per terra. Anche le pile della torcia elettrica sembravano nella sua stessa condizione, avevano bisogno di riposo. Si fece prima avvolgere dal buio, poi, per pura abitudine, chiuse le palpebre, nella speranza di un breve sonno ristoratore, nonostante la dura pietra.

Il kit medico che aveva portato con sé era contenuto in una piccola valigetta di plastica rigida. Prima di addormentarsi, l'aveva svuotata e utilizzata come recipiente di raccolta delle infiltrazioni. Le gelide gocce cadevano con cadenza regolare. Al suo risveglio il buio era esattamente lo stesso. Senza metodo scientifico, una misura del tempo sarebbe stata impossibile. Un rapido calcolo, poi pensò: "4 ore ho dormito... Charlotte, perdonami." Poi bevve il suo orologio e ricominciò a scendere di buona lena. Pochi altri giri lungo l'elica delle scale e l'equilibrio di Daniel tornò a vacillare, come dopo un girotondo insistito, sempre nel solito verso. Infine giunse al gradino più basso. L'incubo peggiore che aveva avuto - trovare un muro al capolinea - non si verificò. Una porta metallica arrugginita lo separava finalmente dal nodo elettrico principale del villaggio. "Comoda la manutenzione qua sotto...", rifletté.