GRUPPO 5 "ORCHIDEA" [Hugo, Libby (PNG)]
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GRUPPO 5 "ORCHIDEA" [Hugo, Libby (PNG)]
- Spoiler:
- Hugo, dietro ordine di Ben, recupera il vero antidoto nascosto nella stazione Orchidea e si dirige nella giungla alla ricerca della sua Libby, ancora malata, fuggita dal furgone di Sayid ed in stato confusionale sempre più grave. Hugo troverà Libby nei pressi della voragine e cercherà disperatamente di convincere la donna a farsi curare con l'antidoto in suo possesso ma lei rifiuterà avvicinandosi pericolosamente al precipizio. Nel tentativo di salvarla da quella situazione, però, Hugo ne provocherà la caduta nella voragine e vedrà tragicamente morire la sua Libby per colpa sua.
Destiny- Messaggi : 235
Data d'iscrizione : 26.09.11
Re: GRUPPO 5 "ORCHIDEA" [Hugo, Libby (PNG)]
“Anf, anf… Orchidea, Orchidea. Anf, anf… Orchidea, Orchidea, Orchidea… dove diamine è?!?!?”
Correva. Hugo sapeva di dover sbrigarsi, ogni istante poteva rappresentare la differenza tra commedia e tragedia. Il prurito ovunque, il bruciore ai polpacci, niente doveva rallentarlo.
Lui correva.
Quella che doveva essere una simpatica chiacchierata con un amico lo aveva catapultato indietro nel tempo, quando non c’era tempo per uno spuntino o per una passeggiata al lago. Ben aveva tentato invano di spiegargli tutte le dinamiche di quell’ultimo periodo, ma Hugo ricordava solo i primi 2 minuti di conversazione.
“Sicuramente colpa di un calo di zuccheri” si giustificò con se stesso.
Lui correva.
La stazione Orchidea doveva essere nei paraggi: era lì che era nascosta l’unica autentica boccetta di un antidoto. Era lì che convergeva tutta la sua attenzione e tutte le sue speranze di poter curare e riabbracciare Libby.
Tra il fogliame spuntò improvvisamente il portone metallico che racchiudeva il suo scopo. Un colpo riempì Hugo di ansia, gioia, tensione, paura, speranza…
“Giuda Ballerino, me la sto facendo sotto…”
Si fece coraggio, il buio lo inghiottì completamente nel momento stesso in cui con un piede varcò la soglia. Le istruzioni di Ben erano precise, soprattutto perché gliele aveva appuntate su uno straccetto di carta e in poche mosse raggiunse la camera giusta.
Il suo sguardo vorticò tra le pareti che sembravano infinite: 1 – 2 – 3 - 4 – 5 – 6 - ….
“Calmati Hugo… Respira… chiudi gli occhi… segui l’istinto e… apri!”
Il simbolo descritto da Ben gli si parò davanti, finalmente aveva trovato l’indizio e il nascondiglio.
Correva. Hugo sapeva di dover sbrigarsi, ogni istante poteva rappresentare la differenza tra commedia e tragedia. Il prurito ovunque, il bruciore ai polpacci, niente doveva rallentarlo.
Lui correva.
Quella che doveva essere una simpatica chiacchierata con un amico lo aveva catapultato indietro nel tempo, quando non c’era tempo per uno spuntino o per una passeggiata al lago. Ben aveva tentato invano di spiegargli tutte le dinamiche di quell’ultimo periodo, ma Hugo ricordava solo i primi 2 minuti di conversazione.
“Sicuramente colpa di un calo di zuccheri” si giustificò con se stesso.
Lui correva.
La stazione Orchidea doveva essere nei paraggi: era lì che era nascosta l’unica autentica boccetta di un antidoto. Era lì che convergeva tutta la sua attenzione e tutte le sue speranze di poter curare e riabbracciare Libby.
Tra il fogliame spuntò improvvisamente il portone metallico che racchiudeva il suo scopo. Un colpo riempì Hugo di ansia, gioia, tensione, paura, speranza…
“Giuda Ballerino, me la sto facendo sotto…”
Si fece coraggio, il buio lo inghiottì completamente nel momento stesso in cui con un piede varcò la soglia. Le istruzioni di Ben erano precise, soprattutto perché gliele aveva appuntate su uno straccetto di carta e in poche mosse raggiunse la camera giusta.
Il suo sguardo vorticò tra le pareti che sembravano infinite: 1 – 2 – 3 - 4 – 5 – 6 - ….
“Calmati Hugo… Respira… chiudi gli occhi… segui l’istinto e… apri!”
Il simbolo descritto da Ben gli si parò davanti, finalmente aveva trovato l’indizio e il nascondiglio.
Ultima modifica di Hugo Reyes il Dom Mar 04, 2012 10:13 am - modificato 2 volte.
Hugo Reyes- Admin
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Data d'iscrizione : 26.09.11
Re: GRUPPO 5 "ORCHIDEA" [Hugo, Libby (PNG)]
Il tempo era per Hugo il nemico peggiore: per fortuna aveva ancora davanti gli occhi i punti indicati da Ben.
Con una leggera pressione delle sue sudaticce dita sulle mattonelle, compose un immaginario 8 coricato.
“Infinito..” pensò Hugo. Un concetto così astratto che lo aveva sempre affascinato e così tanto sfruttato in tutti quei fumetti, comics e film di fantascienza. La gente è a continuo contatto con simili argomenti senza rendersene conto.
Quel pensiero durò il tempo di un “clack”, ovvero il suono che segnalò l’apertura di una botola nel lato opposto della camera. Senza far troppo lo schizzinoso (le botole avevano perso del tutto il loro fascino, per lui) Hugo vi infilò il braccio facendolo ruotare per tutta l’apertura cava che vi era nascosta dietro, fino a toccare un sacchetto. Tirandolo si staccò molto lentamente fino a venire alla luce: esattamente quello che gli era stato descritto, una fiala di vetro trasparente con un liquido ambrato al suo interno.
Con una leggera pressione delle sue sudaticce dita sulle mattonelle, compose un immaginario 8 coricato.
“Infinito..” pensò Hugo. Un concetto così astratto che lo aveva sempre affascinato e così tanto sfruttato in tutti quei fumetti, comics e film di fantascienza. La gente è a continuo contatto con simili argomenti senza rendersene conto.
Quel pensiero durò il tempo di un “clack”, ovvero il suono che segnalò l’apertura di una botola nel lato opposto della camera. Senza far troppo lo schizzinoso (le botole avevano perso del tutto il loro fascino, per lui) Hugo vi infilò il braccio facendolo ruotare per tutta l’apertura cava che vi era nascosta dietro, fino a toccare un sacchetto. Tirandolo si staccò molto lentamente fino a venire alla luce: esattamente quello che gli era stato descritto, una fiala di vetro trasparente con un liquido ambrato al suo interno.
Hugo Reyes- Admin
- Messaggi : 52
Data d'iscrizione : 26.09.11
Re: GRUPPO 5 "ORCHIDEA" [Hugo, Libby (PNG)]
Fino a quel momento era andato tutto liscio, nessun imprevisto o problema di natura sovrannaturale. Doveva preoccuparsi? Si sentiva osservato: lo era davvero? Tutto sembrava predisposto alla perfezione, cosa a cui non era assolutamente abituato. Poi si rese conto.
Si rese conto che Ben non era affatto cambiato, che la sua natura calcolatrice, di ingannatore e di stratega erano la sua essenza e tale sarebbe rimasta qualsiasi fosse il suo palcoscenico.
Si rese conto che Ben non era affatto cambiato, che la sua natura calcolatrice, di ingannatore e di stratega erano la sua essenza e tale sarebbe rimasta qualsiasi fosse il suo palcoscenico.
Hugo Reyes- Admin
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Data d'iscrizione : 26.09.11
Re: GRUPPO 5 "ORCHIDEA" [Hugo, Libby (PNG)]
La corsa riprese, Hugo stringeva il sacchetto con la fiala con delicatezza innaturale mentre i suoi occhi si abituavano all’intricato intreccio di vegetazione in cui doveva scorgere
un dettaglio, un ciuffo biondo, un qualcosa che gli permettesse di individuare Libby.
Il cuore aumentava i battiti ad ogni pesante passo, le paure, le ansie, gli incubi di tutta una vita gli si stavano riaffacciando alla mente come un plotone d’esecuzione pronto a far fuoco. E lui sapeva già quale sarebbe stato il suo ultimo desiderio.
Come se Dio, il fato, l’Isola, una qualsiasi forma di energia lo avesse ascoltato, gli si parò davanti con gli occhi blu iniettati di sangue proprio lei.
I lunghi e stopposi capelli biondo paglia, i vestiti logori e braccia e gambe sanguinanti a causa dei molteplici graffi lasciati dall’Isola rendevano chiarissima la situazione mentale di Libby. Forse Hugo avevano ancora pochi istanti per risolvere definitivamente la questione.
un dettaglio, un ciuffo biondo, un qualcosa che gli permettesse di individuare Libby.
Il cuore aumentava i battiti ad ogni pesante passo, le paure, le ansie, gli incubi di tutta una vita gli si stavano riaffacciando alla mente come un plotone d’esecuzione pronto a far fuoco. E lui sapeva già quale sarebbe stato il suo ultimo desiderio.
Come se Dio, il fato, l’Isola, una qualsiasi forma di energia lo avesse ascoltato, gli si parò davanti con gli occhi blu iniettati di sangue proprio lei.
I lunghi e stopposi capelli biondo paglia, i vestiti logori e braccia e gambe sanguinanti a causa dei molteplici graffi lasciati dall’Isola rendevano chiarissima la situazione mentale di Libby. Forse Hugo avevano ancora pochi istanti per risolvere definitivamente la questione.
Hugo Reyes- Admin
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Data d'iscrizione : 26.09.11
Re: GRUPPO 5 "ORCHIDEA" [Hugo, Libby (PNG)]
“Ehi.. ehi Libby, sono io. Hurley” non si era ancora abituato a usare nuovamente quel nome. Si piegò sulle gambe, accucciandosi come quando si tenta di far avvicinare un cane o un animale selvatico alla propria mano, offrendo fiducia.
“Ho qui con me la medicina, Libby. Ce l’ho! Facciamola finalmente finita, ti prego… fidati di me!”
La parte razionale di Libby era oramai solo un lontanissimo ricordo, la sua mente non riusciva a mettere a fuoco né le persone che aveva di fronte né i loro discorsi. Quello che lei percepì in quel momento furono parole in una lingua a lei sconosciuta pronunciate da… un folletto? Possibile? L’istinto di sopravvivenza guidava ogni suo passo: passi che si mossero a ritroso, allontanandosi lentamente dalla creatura.
“E ti pareva” pensò Hugo “Figuriamoci se il “fidati di me” potesse mai funzionare, fuori da un film. Hollywood del ca[biiiip]!”
“Ho qui con me la medicina, Libby. Ce l’ho! Facciamola finalmente finita, ti prego… fidati di me!”
La parte razionale di Libby era oramai solo un lontanissimo ricordo, la sua mente non riusciva a mettere a fuoco né le persone che aveva di fronte né i loro discorsi. Quello che lei percepì in quel momento furono parole in una lingua a lei sconosciuta pronunciate da… un folletto? Possibile? L’istinto di sopravvivenza guidava ogni suo passo: passi che si mossero a ritroso, allontanandosi lentamente dalla creatura.
“E ti pareva” pensò Hugo “Figuriamoci se il “fidati di me” potesse mai funzionare, fuori da un film. Hollywood del ca[biiiip]!”
Hugo Reyes- Admin
- Messaggi : 52
Data d'iscrizione : 26.09.11
Re: GRUPPO 5 "ORCHIDEA" [Hugo, Libby (PNG)]
“Libby, tu mi conosci. Devi conoscermi! Ci siamo amati, un tempo. E mi hai salvato la vita, cosa che io non riuscii a fare. Mi hai insegnato che cambiare è possibile, se ci si vuole credere, me lo hai insegnato tu: ricordi, dannazione?!?”
Le lacrime iniziavano a riempire il suo campo visivo: lacrime di rabbia!
Quella rabbia non fece altro che spaventarla, portandola ad indietreggiare più velocemente, fino a sentir mancare il terreno duro e solido sotto un piede. Libby si immobilizzò, le braccia tese aperte come un equilibrista.
A quella vista Hugo sbiancò: erano arrivati chissà come alla frattura che aveva scoperto con Daniel, un lungo e oscuro crepaccio, una spaccatura che gli provocava dolore alla sola vista. Pensava ad un legame mistico con l’Isola, residuo del suo periodo di protettore.
“Ok… ok…” non aveva la più pallida idea di cosa poter fare.
“Ora.. stiamo calmi, dannazione. Calmi! Libby, la fiala la lascio qui per terra, vedi? Non sono più armato, è tutto ok” si sentiva come un agente dell’FBI alle prese con un evaso da Alcatraz e i suoi ostaggi.
“Prova a far qualche passo verso di me.. ne bastano pochi, Libby, provaci. Con calma…”
Ma qualcosa lo spaventò oltre ogni altra cosa: la voce di Libby era vagamente familiare...
“hihihihihihi, Hurley ti saluta, coso!”
Le lacrime iniziavano a riempire il suo campo visivo: lacrime di rabbia!
Quella rabbia non fece altro che spaventarla, portandola ad indietreggiare più velocemente, fino a sentir mancare il terreno duro e solido sotto un piede. Libby si immobilizzò, le braccia tese aperte come un equilibrista.
A quella vista Hugo sbiancò: erano arrivati chissà come alla frattura che aveva scoperto con Daniel, un lungo e oscuro crepaccio, una spaccatura che gli provocava dolore alla sola vista. Pensava ad un legame mistico con l’Isola, residuo del suo periodo di protettore.
“Ok… ok…” non aveva la più pallida idea di cosa poter fare.
“Ora.. stiamo calmi, dannazione. Calmi! Libby, la fiala la lascio qui per terra, vedi? Non sono più armato, è tutto ok” si sentiva come un agente dell’FBI alle prese con un evaso da Alcatraz e i suoi ostaggi.
“Prova a far qualche passo verso di me.. ne bastano pochi, Libby, provaci. Con calma…”
Ma qualcosa lo spaventò oltre ogni altra cosa: la voce di Libby era vagamente familiare...
“hihihihihihi, Hurley ti saluta, coso!”
Hugo Reyes- Admin
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Data d'iscrizione : 26.09.11
Re: GRUPPO 5 "ORCHIDEA" [Hugo, Libby (PNG)]
Quella voce, quella risata stridula: particolari che Hugo non avrebbe potuto mai dimenticare per tutta la sua vita e che ora si facevano beffa di lui tramite Libby.
"No, ancora tu no... vai via!!" agitando le mani come quando si cerca di scacciare una mosca troppo invadente.
Movimento che fu fatale: Libby spostò tutto il suo peso sui talloni, in cerca di sicurezza, dimenticando la voragine sotto di lei per quel fatidico secondo che...
"NO, FERMA! NOOOO!" sporgendosi in avanti allungando istintivamente la mano, Hugo riuscì a sentire solo un suono:
hihihihihihihihihihihihihihihi
Il buio inghiottì i capelli biondi e la poca luce residua di quegli occhi blu oceano e l'eco di quella risata sembrava continuare in un loop infinito, mentre davanti gli occhi di Hugo la scena veniva rivissuta al rallentatore, frame per frame, tale da poter capire il momento esatto in cui il suo cuore fosse andato in frantumi
"Non è così che doveva finire..." il petto gli faceva male, la gola sembrava troppo stretta per permettergli di respirare
"Dannata Isola... DANNATA ISOLA!!!"
"No, ancora tu no... vai via!!" agitando le mani come quando si cerca di scacciare una mosca troppo invadente.
Movimento che fu fatale: Libby spostò tutto il suo peso sui talloni, in cerca di sicurezza, dimenticando la voragine sotto di lei per quel fatidico secondo che...
"NO, FERMA! NOOOO!" sporgendosi in avanti allungando istintivamente la mano, Hugo riuscì a sentire solo un suono:
hihihihihihihihihihihihihihihi
Il buio inghiottì i capelli biondi e la poca luce residua di quegli occhi blu oceano e l'eco di quella risata sembrava continuare in un loop infinito, mentre davanti gli occhi di Hugo la scena veniva rivissuta al rallentatore, frame per frame, tale da poter capire il momento esatto in cui il suo cuore fosse andato in frantumi
"Non è così che doveva finire..." il petto gli faceva male, la gola sembrava troppo stretta per permettergli di respirare
"Dannata Isola... DANNATA ISOLA!!!"
Hugo Reyes- Admin
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