GRUPPO 5 "BAGNOREGIO #1" [Charlotte, Eloise, Sawyer]

*Percorreva le caotiche vie come preda di una frenesia incalcolabile, alla ricerca di qualcosa che sapeva di dover trovare. Gli antichi palazzi tra cui si aggirava erano più che semplici elementi del paesaggio, più che semplici costruzioni, erano sospettosi osservatori che la guidavano ed al contempo tentavano di ingannarla e trattenerla tra le loro labirintiche membra. Non ci sarebbero riusciti, non l'avrebbe permesso. Charlotte non li temeva: c'era un motivo per cui si trovava lì, c'era una ragione per cui aveva visto quella porta. Non le era chiara quale, ma sapeva che c'era. Doveva esserci.
Non si fermò neanche per un attimo, nemmeno quando il suo compagno le chiese di rallentare. Non poteva.
Aveva paura di cosa avrebbe trovato dietro quella porta? Forse. Eppure continuava a camminare, scrutando ogni dettaglio di ciò che la circondava. Perchè? Semplice: si dice che la gente si spaventi soprattutto per colpa dell'immaginazione, quindi aveva deciso di intraprendere una semplice via: non immaginare. Charlotte ora era più coraggiosa di un leone.
Si bloccò di colpo quando lo vide: eccolo lì, freddo ed allo stesso tempo bellissimo, crudo e nudo, l'ultimo indizio si spalancava davanti ai suoi occhi.*

Ci son momenti nella vita in cui capisci che è meglio agire piuttosto che stare a guardare.
Quando i nodi vengono al pettine, siamo costretti ad intervenire di persona per risolvere le questioni importanti.

E così era partita. Aveva raccattato frettolosamente il suo diario ed altri oggetti che le erano necessari e aveva posto il tutto in una semplice valigetta nera.



Un jet privato l'attendeva già in pista. Lo vide dal finestrino della macchina nera che l'aveva accompagnata all'aeroporto. L'autista la aveva scortata fin sotto all'aereo. Il viaggio era stato lungo ma aveva avuto il tempo necessario per mettere a punto il suo piano e meditare meglio sul corso degli eventi.



L'Italia e il suo splendore la avevano sempre affascinata. Storia e civiltà fuse in una miriade di piccoli borghi da esplorare. Era sempre stata innamorata dell'Italia e per questo aveva deciso di stabilirvi uno dei suoi quartier generali. Civita di Bagnoregio, in particolare, era un posto perfetto per raggiungere i suoi scopi.

Camminare in quelle strade, fra quelle mura, la riportava ad un tempo lontano sepolto nel suo cuore e nella sua memoria. Ma non c'era tempo per perdersi nel passato. Bisognava agire e raggiungere l'incrocio tra Via delle quattro dita e la Strada dell'orso.

"L'intuizione di una donna è molto più vicina alla verità della certezza di un uomo." diceva Kipling. Senza dubbio.
Non appena aveva scorto la porta a Charlotte era stata chiaro: non sarebbe stato facile. Nessuna serratura, nessuna maniglia, niente. E mentre lei restava lì impalata Sawyer aveva deciso di andare "all'attacco": pugni, calci e via dicendo. Quanta forza bruta sprecata.
Non volle sopprimere del tutto le sue speranze, doveva esserci un modo per varcare quella soglia infernale. Si avvicinò ad esaminarne la cornice, mentre il suo compagno continuava a inutilmente a dilapidare energie. Con le dita sfiorò i lati della porta, leggermente, come a cercare un qualsiasi indizio, una minima via d'entrata all'aldilà che le era precluso.
Niente. Nessun passaggio segreto, nessun meccanismo e nessuna dannata scritta "Le porte di Durin Signore di Moria, Di', amico, ed entra". Il nulla totale. Sawyer ormai esausto le chiese qualcosa, ma non fece in tempo a sentirlo che i suoi occhi furono attratti da qualcosa. Un'ombra. Qualcuno si avvicinava.
La vide.



Tentò di adagiarsi nella freddezza, ma non vi riuscì. Il suo mondo si colorava di rosso mentre rivolse alla donna queste parole:"Tu ed io abbiamo una faccenda in sospeso".

L'odio si respirava nell'aria. I due la guardavano con rabbia.
Li aveva osservati da lontano, camminando lentamente per non farsi sentire. Lui aveva provato di tutto per aprire la porta; pugni, imprecazioni ed una sbarra di ferro non erano serviti a fare granché. Lei, dal canto suo, si era avvicinata con circospezione, col giusto tatto e l'intuizione di chi ha capito che quella non era una semplice porta, ma un qualcosa di più. Un mistero indecifrabile di cui era meglio non sapessero nulla.



"Ci rivediamo, signori." - sorriso di circostanza - "E' inutile che tentiate di aprire quella porta. Non è vostro compito e, oltretutto, non ci riuscireste." - si scosta una ciocca di capelli dalla fronte - "Ciascuno ha il proprio destino e se siete qui è per un motivo ben preciso. Non fate domande, non posso rivelarvi nulla. Seguitemi e fate quello che vi dico."

[Post condiviso per semplificare la lettura, tutti quanti abbiamo svolto le nostre parti singolarmente.]

Sawyer: *L'iniziale stupore nel vedere Eloise mutò subito in rabbia, avrebbe voluto ammazzarla in quel momento, tattuavia cercò di calmarsi e iniziò ad aggredire verbalmente la vecchia:* Non dobbiamo farti domande eh?! Infatti non te ne faremo, sarai tu a sputare il rospo, e a dirci come stanno le cose...vada a farsi fottere il destino."

Charlotte: "Già, ha ragione, parli tanto di destino... e se il tuo fosse di essere presa a calci? Tu non sai niente Eloise... non sai niente."

Eloise:"Il destino ci ha portati qui. Non siate iracondi e quando capirete che è ciò per cui siete venuti al mondo, sarà tutto più semplice. La vostra rotta è segnata."

Sawyer: "Parla semplice nonna! ho quasi finito i miei 5 minuti di pazienza giornaliera.Io voglo solo andaremene e sono pronto a tutto, sappilo....Charlotte, direi di legarla ad un albero e lasciarla marcire fino a quando non si deciderà a parlare!"

Charlotte: "Non funzionerebbe James, questa cariatide è ben più dura di quello che sembra. Ma dimmi Eloise, esattamenti chi è che avrebbe segnato la nostra rotta? tu? Continuerai ancora a lungo a blaterare come uno stupido parroco di provincia o hai intenzione di strabiliarci con i tuoi poteri magici?"

Eloise: "Seguitemi e non ve ne pentirete. Le vostre domande avranno presto delle risposte." - inizia ad incamminarsi - "Non qui e non ora, però."

*La strega iniziò a muoversi, certa che l'avrebbero seguita, ma dopo poco fu costretta a fermarsi. Sawyer sembrava non avere alcuna intenzione di correrle dietro e Charlotte era sempicemente... bloccata. Eloise si voltò verso di loro, con sguardo incoraggiante ma infimamente minaccioso, e per un lungo momento i tre restarono ad osservarsi.
Si definisce stallo alla messicana una situazione nella quale due o più persone si tengono sotto tiro a vicenda con delle armi, in modo che nessuno possa attaccare il suo avversario senza essere a sua volta attaccato. Chi reagisce, chi si muove, chi fa una mossa sbagliata, è finito. E non sempre è la presenza di armi a fare la differenza.




Non c'era altra via d'uscita.
"D'accordo" disse fissandola gelidamente "ti seguirò. Non ho altra scelta. Ma sappi una cosa: fa in modo che io abbia, anche solo per un secondo, il minimo sospetto che tu stia tentando di fregarmi di nuovo e la tua testa rotolerà ai miei piedi. Letteralmente. Non importa quanto potrai fuggire o quanto riuscirai ad allontanarmi da te, io ti troverò, sempre. E distruggerti diventerà l'unico scopo della mia intera esistenza."
La donna non rispose, semplicemente tornò lentamente a girarsi e riprese il cammino. Non sembrava spaventata, ovviamente, e Charlotte ne era ben conscia, ma non le importava, non era stata quella la sua intenzione.
Quelle parole non erano per la sua avversaria, erano un memento personale. Questa volta non avrebbe lasciato correre. Non più.*

*Stupida ragazzina viziata e sfrontata. Ti farò pentire di essere nata!* - sapeva di non poter rivelare i suoi pensieri.
I due si erano convinti a seguirla. Forse ce l'avrebbe fatta a portarli lontano da quella porta, via da quell'angolo di Bagnoregio. Se avessero avuto il minimo sentore del mistero che si celava dietro quell'uscio, Charlotte e Sawyer non si sarebbero mai mossi da lì. Non doveva cedere ora, non poteva permetterselo. Però moriva dalla voglia di dare due schiaffoni a quella stupida inglese che aveva rubato il cuore del suo bambino.

*Daniel!* - di lì a poco lo avrebbe rivisto. Lui la odiava, ma era pur sempre sua madre. Col passare degli anni si erano allontanati sempre più; i loro mondi, le loro vite ormai viaggiavano su due binari diversi. Erano come due rette parallele che, Eloise sperava, prima o poi si sarebbero rincontrate in un punto infinito per stare vicine per sempre. Ma non era il momento di soffermarsi su quei pensieri. Il suo piano doveva funzionare a tutti i costi e per poter far sì che tutto andasse secondo copione, doveva accompagnare Sawyer e Charlotte alla scoperta di un piccolo tassello del grande puzzle che stavano ricostruendo.

Una folata di vento le fece cadere la sottile sciarpa che aveva al collo, nubi scure minacciavano tempesta all'orizzonte. Non c'era più tempo da perdere.