GRUPPO 5 "IN ARRIVO #1" [Ana Lucia, Charlie, Claire, Jack]

Claire e Charlie,che dolcemente cullava Aaron tra le sue braccia,decidono di lasciare il motel per tornare nei pressi della Chiesa e cercare Jack.

Scendono frettolosamente le scale,Charlie paga con i soldi di Sayid l'uomo alla reception senza perdersi in inutili chiacchiere ma solo chiedendogli di chiamare un taxi. L'uomo annuisce e loro escono dal motel.

Poco dopo il taxi arriva. Claire è impaziente di tornare indietro. Ha paura per il fratello visto che l'ultima volta che è stata in sua compagnia non era in ottime condizioni, e soprattutto si sente un pò in colpa per averlo abbandonato. Ma in quel momento la sua priorità era Aaron ed il fratello l'avrebbe sicuramente capita.

Sono ormai a qualche isolato dalla Chiesa quando Charlie urla al conducente di fermarsi:Jack sta camminando sul ciglio della strada insieme ad Ana Lucia.
Claire scende velocemente dall'auto e lo raggiunge. -Jack come stai? Ti stavo cercando!-

Poco dopo scende dalla macchina anche Charlie e il taxi sfreccia via.

*Avevano affidato a Sayid il compito di "reclutare" Naomi e Jin.Era da poco partito,direzione Miami.*

"Confidiamo in te.Molto è nelle tue mani"

*Queste furono le ultime parole che Jack proferi' all'uomo redento prima che partisse.Intanto lui ed Ana Lucia camminavano sul ciglio della strada.In attesa che Sayid compia la sua missione loro dovevano trovare Claire e Charlie,di fondamentale importanza.Ma il fato non si sarebbe fatto attendere.*

"Jack!"

*Ed eccola li',uscire da un taxi e correre verso di lui*

"Claire!"

*Le corse incontro,si abbracciarono.Anche Charlie,con Aaron in braccio usci' dal veicolo e si diresse verso il gruppo.Queste cose,chiamiamole coincidenze,prima non succedevano.O forse succedevano ugualmente,ma forse Jack non se ne accorgeva.Forse non erano coincidenze,ma un disegno più grande di loro che piano piano prendeva corpo.*

"Ragazzi,dobbiamo parlare.Ho novità importanti per tutti noi"

*Si rivolse soprattutto verso la sorella*

"So che forse ti sembrerà assurdo,ma quando Sayid mi ha sedato,ho fatto un sogno.Ma non era proprio un sogno,era talmente reale da toglierti il fiato.E c'era nostro padre.Ora non sto qui a spiegarti tutto,e magari sembrerò un pazzo,ma dovete fidarmi di me,siete di estrema importanza,tutti voi.Siamo diretti alla piramide di Cheope.Venite con noi,non ve ne pentirete."

"Ragazzi,dobbiamo parlare.Ho novità importanti per tutti noi". Quelle poche parole di Jack attirarono subito la sua attenzione. Altre novità:sicuramente altri problemi da affrontare e altri piani per la sopravvivenza da organizzare.

Annuì al fratello ed insieme a Charlie si mise ad ascoltare quello che lui aveva da dirle.
Uno strano sogno,così vero però da sembrare reale. La cosa le era molto familiare ed un brivido le attraversò la schiena. Si rattristì e Jack leggendo quel dolore sul suo viso si fermò per pochi minuti.

-Jack continua,immagino che non abbiamo molto tempo...- Claire gli disse accennando un sorriso e così il fratello ricominciò.

Jack nel suo sogno aveva rivisto il loro padre,lei nel suo aveva perso il suo bambino. Il destino era sempre più malvagio. Ricordandosi come anche per lei il sogno fosse stato così reale non esitò un attimo nel credergli.

-Sì,mi fido. Come arriviamo alle piramidi?- gli rispose con voce ferma e decisa.

"Con Ana abbiamo già acquisito informazioni per quanto riguarda la piramide.Con noi c'è anche Sayid,che è diretto a Miami a "reclutare" Naomi e Jin."

*Notò grande confusione nelle espressioni di Charlie e Claire*

"Sentite,so che ora vi sembra ancora tutto troppo ingarbugliato e lo capisco,a breve avrete tutte le risposte che cercate,ma ora dobbiamo muoverci.La piramide ci aspetta."

Scrivo con Destiny ma in realtà sono io, il vero e unico Charlino



Uscirono per cercare Jack, e lo trovarono quasi subito nei pressi della chiesa, sembrava stanco ma allo stesso tempo euforico e ispirato, pronto a riabbracciare il nipotino, per la cui salvezza aveva tanto lottato. Anche Charlie era contento di rivedere sano e salvo il dottore, che ormai era diventato il suo migliore amico, ma a pochi metri da lui c'era anche Ana Lucia, che faticava anche solo a guardarli, la sua testa era bassa e i suoi occhi erano coperti da folti e ondulati capelli neri, ciò nonostante Charlie aveva notato in lei la stessa espressione di vergogna che aveva visto sul volto di Sayid un paio di giorni prima. L'iracheno lo aveva colpito, poteva essere perdonato per questo, ma Ana Lucia aveva tentato insieme a Locke di uccidere Claire e Aaron, e Charlie non lo avrebbe mai dimenticato. Come era possibile che Jack e Claire non provavano i suoi stessi sentimenti? Forse erano troppo felici per essersi ritrovati, forse pensavano, e in questa caso allo stesso modo di Charlie, che quando dei passeggeri dell'815 si incontrano non è mai per caso. Jack parlava di Cheope e dell'Egitto, Charlie ricordava ancora bene il sogno che aveva fatto, l'isola, Locke e infine un enorme statua che nella vita precedente non aveva mai visto sull'isola, che raffigurava un dio egizio. Un altro segno del destino, senza dubbio. Fu per questi motivi che Charlie non disse niente e lasciò Jack parlare, Claire ascoltare, Ana Lucia guardare.

Durante quel confronto fraterno, Ana Lucia era rimasta in disparte, semplicemente ad ascoltare. Anzi a riascoltare quel racconto, di quel sogno che li aveva condotti a quel momento e quel progetto che li stava per spingere dall'altra parte del mondo alla ricerca di quelle risposte.
Quel sogno...e il suo sogno. Quelle domande. Quella piramide. Quel destino.

Inoltre, vedere il piccolo Aaron tra le braccia di Charlie le aveva provocato una terribile morsa allo stomaco facendo riaffiorare gli istanti più tetri e biasemevoli della sua vita.

Riuscì ad immedesimarsi nelle espressioni basite di Claire e Charlie e riuscì a stupirsi della fiducia quasi immediata che i due dimostrarono nei confronti di Jack. Quella fiducia piena e speranzosa che lei non aveva mai avuto in nessuno e che, probabilmente, nessuno aveva mai avuto in lei. Jack forse non ne era ancora consapevole, non del tutto, ma l'isola gli aveva dato qualcosa in cui credere. A tutti loro aveva dato e allo stesso tempo tolto qualcosa.

Il convincimento di Claire e Charlie riportò i suoi pensieri alla realtà e la sua mente tornò sull'attenti, operativa e determinata.

-Bene, adesso che siamo pronti a partire credo sia il caso che vi spieghi cosa faremo di preciso.
Tra due ore un aereo decollerà dall'aeroporto di LA e ci porterà a Giza. Dovremo raggiungere la Piramide di Cheope nel più breve tempo possibile. Non saremo da soli: anche Sayid sarà lì con Naomi e Jin e insieme troveremo un modo per entrare nella Piramide. Abbiamo studiato la situazione a fondo e vi anticipo che non sarà affatto una passeggiata: la strada per raggiungere il cuore di Cheope è intricata come un labirinto ma, se la fortuna sarà dalla nostra parte, dovremmo riuscire a raggiungere le stanze adiacenti alla Camera del Re.

Charlie la interruppe in un impeto di legittima curiosità chiedendo cosa ci fosse in quelle stanze. Ana non aveva la benchè minima risposta da dargli e dallo sguardo basso di Jack si poteva dedurre che non l'avesse neppure lui.
-Non lo so, Charlie, ma qualcosa deve pur esserci altrimenti tutto questo non avrebbe nessun dannatissimo senso!

Sospirò, cercando di mandar giù l'incertezza delle sue parole e fermò un taxi che li portasse a LAX.

Claire fino a quel momento non aveva dato molta importanza alla presenza di Ana Lucia,la donna per ovvi motivi non era tra le sue grazie ma aveva apprezzato il suo gesto di essersi fatta da parte durante quel piccolo momento tra fratelli.

Lei e Charlie erano sempre più titubanti:tra sogni e piani diabolici architettati in poche ore nelle loro menti vi era solo che caos.
Il piano di Ana non convinceva molto Claire,così come glielo stava descrivendo sembrava di facile attuazione e lei ben sapeva che per loro non ci sarebbero mai state cose semplici da affrontare. Ma come aveva convissuto con Locke e dato il suo perdono a Sayid così decise di fare anche con la donna. Jack si fidava di Ana e quindi a Claire non le rimaneva che fare altrettanto. O quanto meno Claire,in cuor suo, sperava di uscirne viva.

Naturalmente le prime pieghe del piano vennero alla luce:sapevano dove andare,ma non ne conoscevano il motivo. -Ottimo,una visita culturale è proprio quello che ci serve.- Disse. Claire ripensò al suo di sogno:molto più triste e angosciante ma almeno le aveva dato delle risposte.

Claire non ebbe comunque il tempo di manifestare altri dubbi o incertezze visto che il loro taxi era arrivato ed in poco meno di venti minuti erano già all'aereoporto.

La solita confusione che si trova in spazi grandi ed affollati come quello non li distrasse. Ana camminava in silenzio e con passo deciso verso la loro meta, e loro non facevano che seguirla.

Senza avere neanche il tempo di ragionare sul tutto o di chiedere ulteriori informazioni il gruppo era arrivato all'interno dell'aereo. Claire presa da un attimo di sconforto si avvicinò a Charlie,senza farsi sentire dagli altri, e gli disse: -Staremo facendo la cosa giusta? Io mi fido di Jack,ma questo piano non mi convince molto...-

Sono sempre Charlino

Charlie non prese molto bene la domanda di Claire, ma cercò di non farlo notare, la sua ragazza si faceva spesso trascinare dalle idee altrui e solo quando ormai non ne potevano più uscire si poneva dei quesiti.

-Stiamo facendo la cosa giusta? Non lo so Claire, sai...*la guardò dolcemente negli occhi* quando ci siamo rincontrati nella chiesa, quando poi abbiamo ritrovato anche Aaron, siamo andati in quel motel ed è...è stato fantastico, io e te insieme lontano dall'isola, lontano da tutto e da tutti, sembrava perfetto...*interruppe per un secondo il suo discorso cercando le parole giuste per dare forza a Claire e a sè stesso* ma dopo qualche ora senza pensieri sai a cosa pensavo? A dove Eloise ci avrebbe ritrovato, a come Locke avrebbe tentato di nuovo di uccidere Aaron, e mi sono reso conto che vivere con queste ansie e paure non è vivere realmente, almeno non è la vita che voglio avere con te. Ho la sensazione che questa sorta di premonizione di Jack, insieme ai nostri sogni, porti al capitolo finale. Dove tutto finirà, e se finirà bene...potremmo finalmente vivere, davvero.

La nostra meta non è mai un luogo, ma piuttosto un nuovo modo di vedere le cose.

*Erano giunti a destinazione.Giza.Era fermo davanti la grande vetrata dell'aerporto che dava sulla città.
Il momento si stava avvicinando.Avrebbe dato tutto sè stesso,anche la vita,se fosse stato necessario.Non importa se è per una luce su un' isola o per una piramide.L'importante è credere in quello che si fa,ed immolarsi verso ciò.Era eccitato,e man mano che l'obiettivo si avvicinava,saliva anche la paura.Paura di non riuscire,di sbagliare,di fallire.E lui non poteva fallire,suo padre non glie lo avrebbe mai concesso.Chiuse gli occhi,fece profondi respiri e contò "1...2...3...4...5".Poi si girò e si diresse verso gli altri.*

"Ok,possiamo andare...ORMAI CI SIAMO"

Prima di avviarsi all'ingresso della Piramide, ancora sopraffatti dalla maestosità di quella costruzione, dalla sua perfezione e dall'adrenalina che scorreva nei loro corpi, Ana si fermò un attimo vicino una jeep posteggiata poco più avanti.
Estrasse una mappa dalla tasca dei pantaloni e la mostrò ai suoi compagni:


-La croce rossa indica il punto in cui dovremo arrivare.
Consegnò la mappa a Jack - Tu andrai per primo. Ho portato delle torce e in caso di necessità nel mio zaino ci sono due pistole e una scatola di munizioni ma spero vivamente di non doverle usare. Jack, non ci sono vie d'uscita...Una volta entrati, nessuno potrà fare marcia indietro e nessuno potrà cambiare idea. Nessuno, tu meno di tutti!

Jack annuì e guardò Claire e suo nipote con un alone di preoccupazione.
-Charlie, tu starai di fianco a Claire e qualsiasi cosa accada...Bhè, qualsiasi cosa accada, correte! Non posso dirvi che sarà sicuro ma prima arriviamo alle stanze segrete meno pericoli dovremo affrontare.

-Io chiuderò il gruppo e mi accerterò che nessuno ci segua. Nel frattempo, spero solo che Sayid sappia cosa fare e che lo faccia in fretta. Una volta distratte le guardie, superate il tempio funerario ai piedi della Piramide e imboccate l'ingresso principale.

Tracciò con le dita il percorso sulla mappa: -I corridoi sono impervi e in alcuni tratti non è consentito il passaggio quindi dobbiamo presumere che saranno poco agevoli. Siate pronti e, soprattutto, siate prudenti.

Erano arrivati a destinazione. Poteva notare gioia negli occhi di Jack :il fratello credeva fermamente in quello che stavano facendo. Lei invece,pur tacendo e facendo finta di nulla,ne era sempre meno convinta. Forse era arrivata fino a Giza per i motivi sbagliati e non aveva tenuto conto delle cose realmente importanti come l’essersi finalmente ricongiunta con Charlie ed Aaron. Ma ormai erano arrivati fin laggiù tanto valeva scoprire cosa nascondevano quelle piramidi e non fare tante storie.

Quello che Claire si ritrovò davanti era immenso e magnifico,così tanto che per un momento le mancò il fiato. E solo alla vista di quello splendore per un attimo mise da parte tutte le sue preoccupazioni.

Ana mostrando al gruppo una mappa aveva ripreso la spiegazione del piano. I dubbi tornarono ad impossessarsi di Claire quando la donna iniziò a parlare di armi. Sospirò.
Tutto doveva funzionare alla perfezione, e loro non potevano permettersi neanche il più piccolo errore quindi non era il caso di farsi sopraffare dai brutti pensieri. Sangue freddo e precisione. Doveva solo seguire alla lettera quello che le stava dicendo e tutto sarebbe andato per il verso giusto.

Anche Jack stava iniziando ad avere i primi timori e loro erano nelle mani di Sayid. Angosciante.
Era meglio mettersi in marcia e stroncare altri pensieri. Charlie e Claire seguirono Jack e,come stabilito, Ana con molta precauzione chiudeva la fila.

Non sapeva ancora cosa avrebbero dovuto fare e affrontare dentro quella magnifica piramide, aveva visto qualche film di Indiana Jones e sapeva che dentro le piramidi di solito non ci sono sorprese gradite, ma frecce volanti e grossi massi rotolanti. Ma era troppo tardi per cambiare idea.

Che la fine abbia inizio *pensò*

Attesa.
Dovevano aspettare il momento giusto: se le guardie si fossero accorte di loro, non ci sarebbe stato alcun piano, tutto sarebbe andato in fumo ancor prima di iniziare.

Sguardi.
La tensione si faceva sempre più palpabile. Claire stringeva contro il suo petto il piccolo Aaron, Charlie scrutava Jack e Jack scrutava l'ingresso della piramide. Ana guardava loro. Forse quello non era più il momento di sperare, ma di pregare.

Correre.
L'attesa era finita e gli sguardi si erano dissolti quando Ana pronunciò quelle parole - Adesso! Andiamo, correte!

Il sole sovrastava il deserto e in poco tempo furono inghiottiti dall'ombra ai piedi di quella struttura che sembrava diventare più grande ad ogni metro.

Mentre Jack e gli altri entravano, lei rimase indietro per qualche istante ad accertarsi che nessuno si fosse accorto di loro. Per fortuna Sayid e Naomi erano ancora alle prese con le sentinelle.

*Ci siamo.La grande piramide è davanti a loro.Tutto intorno a loro sembra fermarsi,rallentare,dalla tensione che hanno.
Poi l'attesa finisce,arriva il momento di agire.Tutti insieme si precipitano all'interno della piramide sfruttando il momento in cui le guardie sono distratte.Ora sono dentro,in un cunicolo stretto,buio e polveroso.Manca l'aria li' dentro.*

"Ana Lucia,da' un'occhiata alla mappa"

*La donna consultò velocemente il suo palmare*

"Continuiamo a camminare"

*In fila indiana procedettero con cautela,tra polvere e buio.Il silenzio regnava,interrotto solo dai loro passi.Avevano una piccola torcia con loro.D'un tratto Jack si fermò di colpo,allungando la mano dietro di sè come a bloccare la fila dietro di lui.*

"Aspettate!guardate li'"

*Pochi metri davanti a loro c'era una piccola leva,nascosta in un incavo della parete.Jack si voltò verso Ana Lucia,senza pronunciare nulla,Ana capi' solo dallo sguardo*

"Si,dovrebbe essere qui"

*Fece un forte respiro,fissò per un attimo il gruppetto come a volergli dire "Ci siamo". Prese la leva,e con un colpo secco la tirò giù.Seguirono secondi di silenzio,dove niente sembrava accadere.Poi un rumore meccanico,forte,fortissimo.
Ed una parte di parete si sollevò,rivelando una stanza.Si,ce l'avevano fatta.La stanza segreta era davanti a loro.*

Camminavano in fila indiana da qualche minuto. Quel posto così immenso e magnifico insieme che quasi metteva paura. In silenzio il loro tragitto proseguiva.

Ad un tratto l'attenzione di Jack per quella piccola leva e la sicurezza che tirarla giù era la cosa giusta da fare. Solo uno sguardo di intesa con Ana.

La parete si sollevò:strano ma vero ce l'avevano fatta. "E' questo quello che stavamo cercando?" Chiese Claire con tono titubante.

Sconcertato il gruppo entrò nella stanza, Claire non aveva la minima idea di cosa fare,di cosa cercare ma anche gli altri non sembrava avessere le idee molto chiare.

Dal cunicolo provenivano i rumori di passi di persone che sempre con cautela si stavano avvicinando a loro. "Saranno gli altri?" chiese a Charlie.

Proprio come nei film...o nelle stazioni dharma, che siano chiese o stanze sotterranee protette da una botola, quella che sembrava una parete in realtà era una porta, un passaggio verso una stanza segreta che li avrebbe portati sempre più vicino a quello che stavano cercando, o almeno Charlie lo sperava. Anche Jack e Ana Lucia sembrava non avessero idea di quello che stavano facendo, ma almeno avevano più cognizione di dove fossero, Charlie e Claire invece erano spaesati e incerti.

La sola cosa che Charlie sapeva era che gli egizi non avevano costruito e ideato quella piramide e soprattutto le stanze al suo interno come meta turistica, il corridoio era stretto e completamente buio, la stanza segreta appena scoperta lo era altrettanto, Charlie riusciva a vedere solo alcuni geroglifici su una parete vicino all'ingresso, uno di essi, il più grande, raffigurava lo stesso dio che Charlie aveva visto sotto forma di statua nel suo sogno.

Stavano per entrare quando si sentì il rumore di passi, erano più di due persone, che correvano verso di loro. Charlie vide una fiamma illuminare il corridoio che loro avevano appena percorso, poi vide il volto di Sayid spaventato, dietro di lui Jin e un'altra donna che non riconobbe.

"Jack. Le guardie, ci stanno alle costole!" urlò l'iracheno.

"Jack. Le guardie, ci stanno alle costole!"

*No.Proprio adesso che la meta è cosi' vicina!non può finire cosi'.Si guardava intorno,in cerca di una soluzione che potesse salvarli.I passi delle guardie si sentivano sempre più forti e nitidi.Erano ormai a pochi metri da loro*

"Pensa Jack,pensa..."

*Ripeteva tra sè.Poi un lampo.Un altro segno divino.Si avvicinò velocemente ad una delle pareti,coperta di geroglifici.Ce n'era uno uno più grande rispetto agli altri.E lo aveva già visto...nel suo sogno.Ricorda che nella bara vuota del padre c'era un'incisione,proprio al centro di essa.*



*Quell'incisione rappresentava la statua di Taweret.Oramai le guardie erano in prossimità della porta.*

"Sono qui!"

*Non restava altro da fare che riporre tutto in quell'ultima speranza.Chiuse gli occhi*

"Aiutami papà..."

*Spinse con forza quel pezzo di parete con l'incisione.Questo tornò indietro di qualche centimetro...poi tornò avanti.Ed un rumore assordante prese il sopravvento,poi un tonfo fortissimo a pochi metri da loro.Corsero tutti verso la porta,e dopo che la polvere si diradò,videro davanti a loro un grosso masso che ostruiva l'entrata.Jack tirò un sospiro di sollievo,ancora una volta si era fidato di quel sogno ed era stato ripagato.Avevano risolto un problema,ora però se ne presentava un altro.Erano intrappolati in quella stanza,senza nessuna via di fuga.Il momento clou era arrivato.Era ormai diventata una partita di poker con la morte,e a Jack e tutti gli altri non rimaneva che fare All-In.*

Le guardie ormai a pochi passi da loro. L'ansia che aumentava. Non sapevano cosa fare finchè Jack guidato un'altra volta dall'istinto aveva preso una decisione.

Quel masso aveva ostruito il passaggio e loro erano intrappolati tra quelle quattro mura. L'ansia non era diminuita. Di nuovo in una situazione di prigionia. Deja vu. Bruttissimo Deja vu. Erano come dei topi da laboratorio.

"E adesso cosa facciamo?". Nessuno era davvero in grado di darle una risposta. Quell'atto di fede compiuto da Jack avrebbe potuto mettere la parola fine alle loro vite,come la soluzione migliore al loro problema. Non rimaneva che aspettare, e sperare. Come sempre.

Come successe al Cigno, come successe nella chiesa di L.A., anche adesso la loro unica via di fuga era bloccata. Per un istante Charlie pensò che anche quella piramide fosse una stazione dharma. Il tonfo provocato dalla caduta del masso lo stordì, le guardie e tutto il resto del mondo erano ormai lontani, restavano solo loro, sette adulti spaventati e un pupo che paradossalmente era quello più tranquillo di tutti.

Charlie strinse a sè Claire che teneva in braccio Aaron, sarebbe stato vicino a loro, qualunque cosa sarebbe successa. Ora non restava loro che andare avanti e vedere cosa il destino gli aveva riservato.

Vorresti dire quasiasi cosa e vorresti provare qualsiasi cosa per fuggire, ma in certi momenti non si dice niente e non si prova niente.
"Una volta entrati, nessuno potrà fare marcia indietro e nessuno potrà cambiare idea." Adesso quelle parole le suonavano così perentorie. Così stringenti. Così vere.

Non c'era paura nel suo cuore, non c'era rabbia per il gesto improvviso di Jack, non c'era ansia per il destino che li attendeva. Non c'era più nulla al di fuori di quelle anguste mura. Non c'era più nessuno oltre loro.
Quante buone azioni servono per rimediare ad una cattiva azione?
Se è vero che un'azione orribile non è sufficiente a rendere una persona orribile, forse era ancora in tempo per rimediare a quello che aveva fatto ad Aaron, a Claire e a tutti gli altri.
Il suo atto di fede, adesso, era credere fermamente che quella non sarebbe stata la loro prigione, la loro tomba. In alternativa sarebbe morta non potendo mai dire la verità, la sua verità. Non potendo mai chiedere scusa.