Lost Reloaded
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GRUPPO 12 "CASA A LOS ANGELES" [Desmond, Penny]

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Messaggio  Destiny Lun Gen 09, 2012 4:46 pm

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Destiny
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Messaggio  Des Hume Lun Gen 16, 2012 10:48 pm

*”Ti farò sapere Des, hai fatto la scelta giusta, per te. Penny e il resto del mondo.”
Erano le ultima parole di Eloise, prima di congedarlo. Quasi le ultime. ”A presto.”, disse nuovamente, dopo avergli consegnato un foglietto con scarabocchiato qualcosa, un numero, un nome, una mappa. Non lo guardò neanche, lo mise direttamente in tasca, piegandolo accuratamente. Per Des non era interessante cosa c'era scritto, ma dove lo poteva portare quel biglietto. Al momento non gli interessava, sapeva dove andare, voleva solo tornare a casa, abbracciare Pen, trascorrere del tempo con lei, sorridere dopo tanta confusione e riposarsi. Al lavoro, alla strada da seguire, all'input contenuto in quel foglietto avrebbe dato ascolto il mattino seguente. Casa era distante, ed era troppo stanco per camminare: in tasca aveva solo 42 dollari e qualche spicciolo. Si guardò intorno cercando la metro. Niente. Perchè? Perché era stanco, confuso e snervato: quando mai è esistita la metro a L.A.? Si grattò, storse la bocca sentendosi quasi colpevole di aver fatto un errore del genere. Stava cercando la cosa sbagliata nel posto sbagliato. E se fosse così anche con Eloise? Pensò come in una città vessata dai terremoti, snervata da movimenti terresti che l'avrebbero divisa in due, come era successo all'Isola, una metro sarebbe stata mortale. E se cercare per Eloise fosse la stessa cosa? Costruire qualcosa di sbagliato, di pericoloso, per la salvezza, apparente, di qualche anima che voleva semplicemente tornare a casa mettendo a rischio un'intera città, parte del pianeta. Immaginava il potere dell'Isola dopo quello che aveva passato, non voleva sfidarla, come non voleva sfidare il suo sistema nervoso del resto, oramai a pezzi. Decise di avvicinarsi verso casa con un Taxi e proseguire a piedi. SI mise sul ciglio della strada, si sentiva come se davanti avesse un precipizio, profondo, senza via di scampo, e l'unico modo per salvarsi era quella nuvoletta gialla che si stava avvicinando e si era appena fermata davanti a lui. Il conducente, dal viso a punta e i capelli rossastri lo salutò.*
“Dove la porto Signor...?”
“Hume, Desmond David Hume. Tra la Decima e l'Ottava, all'angolo... Senta ho solo 42 dollari, quindi la prego di fermarsi prima se è necessario, non saprei come pagarla” *Cercò l'ID ddel tesserino del tassista, il suo nome, ma non riuscì a trovarlo. Chiuse la portiera, il tassista partì senza proferire parola con calma. Dopo qualche secondo, rispose a Desmond con fare pacato:*
“Stia tranquillo... Brutta giornata?”
“Si, fratello. Ma con risvolti positivi, spero...”
“Ne vuole parlare? Sembra più in cerca di qualcuno con cui sfogarsi che di un passaggio in Taxi, fratello”
“No grazie, ho mia moglie a casa... parlerò con lei...”
*L'intromissione del tassista gli aveva fatto piacere, aveva effettivamente bisogno di parlare con qualcuno, ma, forse, appariva eccessivamente preoccupato. Avrebbe gravato troppo su Pen? No, forse, lei era forte, forse anche più di lui. Il tassista rimané in silenzio per qualche minuto, il sottofondo della radio era debole, il rumore della macchina accompagnato da qualche clascon lo stavano cullando, si stava rilassando. Il tassametro arrivò a 8 dollari. Il tassista, continuò:*
“Sua moglie come si chiama?”
“Penelope...”
“Avete un bambino?”
*Gelo. Strinse la bocca.*
“No, al momento no. Ma la nostra volontà è quella...”
“Sembra non avere abbastanza fiducia nel fatto che non possiate averlo, però. Avete litigato?”
“No, no, i motivi sono altri, fratello, preferirei non parlarne”
“Capisco. Le posso dire, che io e mia moglie volevamo un bambino, avevamo scelto già il nome, ma sembrava non voler arrivare. Versavamo i problemi l'uno su l'altro, non riuscivamo a stare più assieme. Poi un nostro comune amico ci consiglio di stare un po' da soli, per liberare la mente. Non abbiamo un bambino, ancora, ma almeno abbiamo appianato i nostri problemi. Siamo, forse, più felici di prima.” *Desmond rimase perplesso un po': riflettendo a quello appena detto dal tassista pensò che, forse, il “comune amico” suo e di Penny poteva salvarli, la solitudine, almeno per stasera, forse poteva una buona idea per non gravare sulla povera amata. Rispose flebile:*
“Vedrete che riuscirete ad averlo. Come lo volevate chiamare?”
“Non glielo posso dire, ma inizia con la C”
“Charlie”
“Non esattamente, ma c'è andato vicino”
*Des rimase a fissare il tassista, che sorrideva, con fare sicuro, quasi a sfidarlo*
“Siamo già sull'ottava, vero fratello?”
“Si, all'angolo col la 32esima, manca ancora un pò”
“Scenda fino al porto, o li vicino, ho cambiato idea”
*Il tassista continuò a guardarlo, confuso.*
“Va bene”
*Arrivarono al porto. Il tassista disse:*
“Sono 34 dollari, fratello”
“Più la mancia”
“No, la mancia non serve: ha quasi indovinato il nome scelto da mio figlio.”
“Grazie... ma preferirei pagare”
“No, piuttosto vada al bar di fronte e si compri una birra. E brindi in onore mio, di mia moglie e del nostro comune amico, che ci ha consigliato la scelta giusta. Sono sicuro che succederà anche a lei e che ritroverà il sorriso.”
*Desmond sorrise. Lo salutò con un cenno della testa, il tassista fece altrettanto e ripartì. Fissò il mare, mancava poco al tramonto. Seguì il consiglio del tassista, si comprò una birra, e si diresse verso la rignhiera, ultimo ostacolo tra Los Angeles e il Pacifico.
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Osservava il tramonto, pensieroso. Fece sbattere il calce della bottiglia contro la fredda ringhierà, era il suo modo per brindare al tassista, e al loro comune amico. Ne bevve un sorso. ”Our mutual friend”, suo e di Penny, era li vicino che lo guardava, ondeggiando nel mare, e lei guardava lei, ondeggiante, fissando l'attenzione sui riflessi del sole, sul mare, che venivano rapiti e nascosti dell'oscillazione della stessa, come se fosse un posto fuori da tempo, in cui poter coltivare la solitudine senza essere disturbati.
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Pensò a come il sole, ogni giorno, affogasse in mare per poi ritornare forte e splendente. La storia della sua vita: affogava per poi tornare a bruciare, per poi affogare nuovamente. Non aveva ancora deciso se essere o giorno o notte, per questo, forse, non riusciva ma a schierarsi. Stavolta l'aveva fatto, era veramente la scelta giusta, come diceva Eloise? Il sole non era ancora affogato, boccheggiava ancora quando decise di alzarsi dalla panchina ed imboccare la strada, che l'avrebbe portato da solo al pontile D, dove riposava il “Our mutual friend”, l'amico comune di Des e Pen. L'altro amico in comune che avevano era la solitudine. Percorse la banchina, osservando il sole dare le ultime boccate del giorno. Gli sembrava di aver scorto un piccolo bagliore all'interno della barca, ma sarebbe stato strano, troppo flebile. Sicuramente era un riflesso di una luce, un lampione o dell'ultimo respiro del sole. Salì sulla barca, pronto ad affrontare una notte di solitudine e pentimenti.


Ultima modifica di Des Hume il Mar Gen 17, 2012 10:19 am - modificato 3 volte.
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Messaggio  Penelope Widmore Lun Gen 16, 2012 11:07 pm

Sola,come le capitava sempre nei momenti veramente duri della sua vita,Penny ripensava alla giornata trascorsa...l'incontro con Jin e Sun,un attimo di positività al pensiero di riavere Charlie e di nuovo negatività da suo padre che,per l'ennesima volta,si rifiutava di aiutarla...
Dopo aver pianto tutte le lacrime che le rimanevano,Penny si era stesa sul letto,allungando una mano verso il posto vuoto di Desmond,infuriata per la sua immotivata sparizione,ma desiderosa di riavere almeno il suo uomo accanto...
Al rumore di passi sul pontile si mise a sedere sul letto leggermente spaventata ma,quando il suo Des si materializzò davanti ai suoi occhi,si calmò del tutto...anche la rabbia svanì...ora voleva solo stringersi al suo uomo...

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Messaggio  Des Hume Lun Gen 16, 2012 11:35 pm


*Era stesa sul letto. Si vedeva che aveva pianto, la camicetta chiazzata da fard caduto nelle lacrime, e qualche fazzoletto ai margini del letto le facevano da cornice. Era preoccupata. E che voleva stare sola. Come lui del resto. Restò immobile, come era successo con Eloise, non riusciva ad aprire bocca, a muovere un muscolo. Neanche uno, neanche il cuore. Era fermo nel tempo. Continuava a fissarla, anche lei era immobile. Come la musica lo risvegliò nella tana di Eloise, Penny, stringendo semplicemente con la mano la coperta, risvegliò Desmond nella sua tana. Lei lo possedeva, ogni singolo suo movimento era collegato ad una sua reazione. Non sapeva cosa stava facendo. Si levò la giacca, appoggiandola su una panca li vicino. Sentiva un fuoco dentro. Lei lo possedeva, cosa stava per fare?. Lei mosse il busto. Desmond allora l'afferrò per il braccio, quello con cui aveva stretto le coperte, la alzò. Non sapeva cosa stava facendo. Lei non fece resistenza, con l'altra mano l'abbracciò al fianco, portandosela al petto. La baciò, con dolce violenza, pacato impeto. Continuò a baciarla. Come se la volesse purificare da ogni pensiero, preoccupazione, levandole la camicetta bianca, bagnata dalle lacrime, baciandola nuovamente sul collo. Ora era lui a possederla, sapeva esattamente cosa stava facendo. Lui la possedeva, non avrebbero dormito molto.*


Ultima modifica di Des Hume il Mar Gen 17, 2012 10:22 am - modificato 1 volta.
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Messaggio  Penelope Widmore Lun Gen 16, 2012 11:39 pm

Senza quasi rendersi conto,Penny era avvighiata a lui,lo stringeva,lo desiderava,lo baciava come se fosse l'ultima volta prima di separarsi definitivamente...baci,carezze,sempre più intime,sempre più ardenti....passione e amore per il suo amato,in un istante niente fu più dolore,sofferenza ma solo gioia e godimento...si sentì avvolgere e sollevare da quella valanga di sensazioni ed infine,dopo l'ultimo spasmo di entrambi,rimasero abbracciati per un tempo indefinito,sospeso,nel buio silenzio della cabina....
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Messaggio  Des Hume Lun Gen 16, 2012 11:54 pm

*Desmond la possedeva, sapeva che era sua. Lei sembrava stare al sicuro, tranquilla. Sembrava avessero ritrovato la pace, grazie ad un loro comune amico, anche se galleggiante. Il tassista aveva ragione. La fisso negli occhi, erano fermi, immobili, era il mare che li cullava. Aveva capito che lei aveva bisogno di sentirsi di qualcuno, che qualcuno facesse qualcosa per impadronirsi della sua anima. Sapeva cosa aveva fatto prima, sapeva cosa doveva far ora. Ascoltare.*
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Messaggio  Penelope Widmore Mar Gen 17, 2012 12:10 am

Ancora inebriata da quelle sensazioni,Penny prese a raccontare a Desmond dell'incontro fortuito avuto con Sun e Jin nel pomeriggio...'Des,amore,oggi ho incontrato Sun e Jin mentre andavo nell'ufficio di mio padre...forse c'è ancora una speranza per il nostro Charlie...Sun vuole tornare sull'isola per il nostro stesso motivo...lei crede che l'isola ci darà il nostro bambino,amore...mio padre si è rifiutato di aiutarmi...ha parlato di una malattia e che sull'isola non si può andare,ma poi l'ho sentito dire a Sun e Jin che la madre di Faraday....la...Hawking,sì...lei li avrebbe aiutati a tornare...forse aiuterà anche noi...che ne pensi?
Ma il silenzio di Desmond la fece davvero infuriare...'perché taci?ti sto parlando del nostro Charlie e tu fai finta di niente?non ti importa del nostro bambino?non vuoi salvare il nostro rapporto?cosa ti impedisce di prendere una decisione?la tua vigliaccheria ancora una volta ci separa e tu la lasci fare...'
Penelope,fuori di sè,lo aggredì verbalmente....ma appena la donna si fu sfogata,Desmond le rispose confidandole il suo incontro...
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Messaggio  Des Hume Mar Gen 17, 2012 10:45 am

*Mai avrebbe pensato di sentire determinate parole. Forse la Hawking aveva veramente ragione. Penny era infuriata, anche giustamente ascoltando cosa aveva passato. Lei si era distesa, nuovamente. Aria crucciata. Lei lo possodeva, ad ogni sua azione ne corrispondeva una uguale e contraria. Lui si alzò nel letto. La fissò negli occhi:*
GRUPPO 12 "CASA A LOS ANGELES" [Desmond, Penny] S5-des10
"Pen... Eloise mi ha rapito per parlarmi, ora lavoro per lei. Come ricompensa mi ha promesso... Charlie"
"Oh..."
*Fu l'unica risposta di Penny, che si riavvicinò a lui e si abbracciarono. A giornata storta, Desmond aveva vinto di gran lunga. Raccontò dell'assassinio, del tipo poco affidabile che era con loro nella stanza, del fare di Eloise e dei suoi dubbi su quant potesse essere tutta una messa in scena. Pensò anche come fosse stato furbo Charles a convincerlo senza passare da lui, per vie traverse. o forse no?Doveva solo aspettare l'alba, al sicuro, per avere delle risposte. Troppe cose in movimento a lui sembravano ferme, forse perché era lui fermo. Penny si era addormentata sulla sua spalla. Dal mattino seguente si sarebbe mosso anche lui. ora non poteva far altro che chiudere le palpebre e godersi qualche ora di riposo. L'alba sarebbe arrivata sconvolgendogli la vita.*
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