Gruppo 9 "LOS ANGELES" [Penny, Sun]

[Los Angeles] Sun e Jin,in taxi verso le Widmore Corporation,discutono animatamente sull'opportunità di rivolgersi ad un tipo poco raccomandabile come Charles Widmore per risolvere i loro problemi...Jin è molto perplesso,in fondo,ogni volta che ha visto quell'uomo,non è mai stato un momento idilliaco ma Sun sembra essere così stranamente calma e serena...nell'ascensore,Sun cerca di elaborare il discorso da fare a quell'uomo per convincerlo a mettere a disposizione i suoi potenti mezzi per aiutare lei e suo marito...questa volta ha deciso di incontrarlo nella privacy del suo ufficio visto che il loro incontro in pubblico,a Londra,le era stato pesantemente rimproverato...c'è troppo in ballo,cercherà a tutti i costi di non irritare Widmore;quell'uomo,così simile a suo padre,così ambiguo,ora è l'unico mezzo che ha a disposizione per raggiungere i suoi scopi...'Buongiorno,sono Sun Hwa Kwon,il signor Widmore non mi attende ma se farà il mio nome sono sicura che riceverà sia me che mio marito....è molto importante...' ma convincere la segretaria è tutt'altro che facile e ben presto Sun e Jin iniziano ad alterarsi e ad aggredirla verbalmente,determinati come sono a portare avanti il loro piano...d'improvviso,una voce alle loro spalle interrompe il loro impeto violento e Sun,voltandosi di scatto,riconosce Penelope Widmore che,attirata dalle grida,si è affrettata ad entrare nell'anticamera dell'ufficio di suo padre....

*Respira profondamente, per cercare quel poco di coraggio che le manca per varcare ancora una volta quella dannata soglia. Ormai saranno 5 minuti che è lì. Immobile, a raggiungere la giusta tranquillità per rivedere suo padre. O forse solamente ad aspettare una buona scusa per fare marcia indietro e non rivederlo più.
Chiude gli occhi, abbassa la testa, espira profondamente.
O adesso o mai più.



Tic. Tic. Tic.
Il rumore dei suoi passi cadenzati rimbomba nell'immenso atrio della Widmore Corporation.*

Buongiorno signorina Penelope, posso prenderle il cappotto?

*Una segretaria dal viso appuntito le sfodera un sorriso falso quasi quanto il colore biondo dei suoi capelli, tendendole le mani per prenderle la giacca.*

No grazie. Sono sicura di non aver ancora dimenticato come ci si sveste.

*Penny ha sempre detestato quel mondo. Fin da quando era bambina ha imparato a prendere le distanze dal suo cognome. Widmore? ...ma QUEI Widmore? Era la domanda che andava per la maggiore. Tutto il resto poi non contava più niente. Quanto fosse intelligente, quanto fosse simpatica o brillante... erano solo ornamenti vani e talvolta superflui in una che di cognome faceva Widmore.

Tic. Tic. Tic.
Percorre quei corridoi così famigliari, quei gradini saliti e scesi più e più volte, quasi sempre con il solito umore. Quanto avrebbe pagato per non essere stata costretta ad entrare in quel posto... Ma Charlie non c'era più, e con lui era sparito anche Desmond. Volente o nolente aveva bisogno di suo padre.*

IO PRETENDO DI VEDERLO SUBITO, NON MI INTERESSA SE NON HA PIU' UN MINUTO LIBERO NELLA SUA AGENDA!!

*La voce alterata di una donna rimbomba nei corridoi semi deserti dell'ultimo piano dell'edificio.
Penny si immobilizza. Un brivido freddo le sale la schiena.
Quella voce. Quell'accento.
No, non può essere.
Riprende a camminare, questa volta più veloce e più decisa. Spalanca la porta dell'anticamera dell'ufficio di suo padre e la vede. Lei è lì. Sun Kwon, una di quelli che furono gli Oceanic Six è lì davanti a lei che discute con la segretaria.*

Le ripeto che non posso farla entrare e se non la smette di aggredirmi sarò costretta a chiamare la sicurezza! ...Oh, signorina Penelope, grazie al cielo! Stavo giusto dicendo alla signora che suo padre non...

*Penny entra nell'ufficio, senza staccare gli occhi dalla donna coreana. Con un gesto interrompe la segretaria.*

E' tutto a posto, Emily.
...Sun? Cosa ci fai qua?

Sun è sempre stata un tipo dall'intelligenza guizzante,attenta ad ogni minimo dettaglio che potesse aiutarla ad uscire da situazioni difficili e trarla d'impaccio così,non appena scorge il viso stranamente pallido di Penelope,intravede subito una possibile soluzione ai suoi problemi...'Penny...ciao...che sorpresa...credevo non frequentassi più tuo... l'azienda di tuo padre...' *e poi glaciale,rivolta alla segretaria,* 'Grazie infinite per la sua disponibilità,signorina...il signor Widmore certamente vede in lei un ottimo cane da guardia!'
La visita a Charles Widmore ormai era del tutto compromessa,così Sun pensa bene di allontanarsi in compagnia di Penelope e tentare un'altra strada...dopo aver presentato alla giovane suo marito Jin,le due donne apparentemente senza nulla in comune,decidono di concedersi una pausa dai loro problemi ed in una caffetteria,davanti ad un buon the,chiacchierano amabilmente,scambiandosi confidenze come buone,vecchie amiche...del resto entrambe ben sanno che tutto accade per una ragione ed il loro incontro non può essere casuale....Sun però non può far a meno di notare il volto pallido e quasi sofferente di Penny,un volto così diverso da quello che ricordava di aver visto a bordo del 'Searcher',fiero e combattivo....domandarle cosa le sia capitato le viene spontaneo...

*Fissa il suo thè, condinuando a girarlo, senza alcuna voglia di berlo. Poi alza la testa e guarda Sun negli occhi, preparandosi a parlare. Ha il viso segnato e gli occhi spenti. Probabilmente anche lei non sta passando un bel periodo.*

Desmond è sparito.

*Mormora a voce bassa, conscia del fatto che il dialogo tra le due donne è qualcosa che va al di là dei dialoghi normali. Isole, persone scomparse e viaggi nel tempo non sono gli argomenti più gettonati per una chiacchierata in un bar del centro. Certo, a meno che non si tratti di qualche fanatico.*

Non so dove possa essere...

*Sospira, prendendosi la testa tra le mani*

Sun, non ce la faccio più, è....è...una persecuzione! Tutto riconduce a quella dannata isola!

*La voce le si incrina e gli occhi le diventano improvvisamente lucidi. *

Io...Io... Sono arrivata ad un punto in cui non so più se ne sia valsa la pena. Se tutta la mia vita e tutte le mie decisioni mi hanno portata fin qui... Non...non posso credere di essere arrivata al capolinea.

*Si interrompe, frugando nella borsa alla ricerca di un fazzoletto. O per lo meno qualcosa che ne abbia le caratteristiche.*

Desmond è di nuovo sparito e io sono di nuovo sola.

*Rivolge a Sun un sorriso storto e amareggiato.*

Sai cosa? Alla fine ci si abitua. Ho messo da parte tutta la mia vita per cercare l'uomo che amo. Tutti i miei sogni, le mie aspirazioni... puff, buttate al vento. Ho fatto della mia esistenza una ridicola caccia al tesoro. ...E adesso, dopo anni e anni passati alla ricerca di Desmond, mi chiedo se ne sia valsa la pena.

*Chiude gli occhi e abbassa la testa, cercando di trattenere le lacrime. La gola le si stringe in una morsa d'acciaio. Riapre gli occhi. Sun è lì, davanti a lei. Con il suo stesso sguardo ferito e amareggiato. E' come guardarsi allo specchio. Tutt'ad un tratto realizza che versare altre lacrime non le avrebbe riportato indietro nè Desmond nè Charlie. Lacrima più o lacrima meno sarebbe rimasta solo lei, sola in quel destino che ha rincorso per così tanti anni. Quindi basta. Basta piangere.*

L'ho perso. Di nuovo. E con lui ho perso anche il mio bambino. E adesso non ne posso più. Voglio delle risposte e rivoglio la mia vita.

Dopo quelle toccanti parole,forse per la prima volta nella sua vita,Sun si sente veramente vicina ad una persona che,come lei sta veramente soffrendo senza vedere una via di sbocco...'Penny,non credere che la mia sia la solita frase di circostanza ma...io capisco benissimo come ti possa sentire...anch'io ho sacrificato tutto per ritrovare mio marito,sono ritornata sull'isola solo ed unicamente per ricongiungermi a lui...ho perfino rinunciato a veder crescere la mia Ji Yeon pur di raggiungerlo e l'ho affidata alle cure di mia madre credendola al sicuro,invece....dopo aver dato la mia vita e quella di mio marito per l'isola,ecco che tutto svanisce e perdo la mia bambina...Jin è moralmente distrutto perchè....'
*per qualche attimo si interrompe,incerta se confidarle tutto o no ma poi,guardando quegli occhi pieni di dolore,decide di andare fino in fondo...
'Jin,dicevo,sente di averla persa ancora perché...vedi,lui è sterile...sì,sull'isola siamo stati in grado di concepire,ma al di fuori di essa per noi è impossibile...e per questo,Penny,volevo farmi ricevere da tuo padre...avevo bisogno di lui perché...perché...sì,vogliamo tornare indietro...indietro sull'isola!'
Detto questo,Sun,come spesso fanno i bambini,chiude gli occhi sapendo di averla detta grossa e riprende fiato...al riaprirli,gli occhi spalancati e quasi atterriti di Penny la fissano senza che la giovane riesca a controbattere,ma,dopo alcuni istanti di silenzio,arriva la sua reazione...

Tornare...su quell'isola?! ...Sun, dici sul serio?

*Si accascia sulla sedia, portandosi una mano alla fronte.
L'isola.
Che stupidaggine, come può voler fare una cosa così insensata? Tornare in quel posto. Tornare Lì, dove tutto è cominciato.
A meno che...
D'improvviso un disegno prende forma nella sua testa. L'isola è lì, e con lei tutte le sue speranze e i suoi sogni distrutti.
E' come vedere un film della propria vita, fotogramma dopo fotogramma, attimo dopo attimo, respiro dopo respiro.
Adesso ciò che prima le era sembrato così irrazionale, così impulsivo, prende forma nella sua testa come l'unica soluzione possibile. Come ha fatto a non pensarci prima? E' così naturale che tutto debba finire nello stesso luogo in cui tutto è iniziato.
Il volto del suo Charlie, che da qualche giorno stava diventando sempre più confuso come se ogni minuto trascorso ne portasse via un pezzetto, adesso è di nuovo nitido. Pulito e sorridente come mai prima d'ora se l'era ricordato.
I pezzi del puzzle si ricompongono e lo sguardo le si illumina di una luce rimasta spenta ormai da mesi.*

Sun, dobbiamo tornare sull'isola.

Dove sono le sue urla,i suoi strepiti,frasi tipo 'Ma sei matta?Ancora quel posto dove regna la morte!'....niente...Penny,in un attimo ha spiazzato Sun completamente...ora anche lei vede nell'isola una possibile soluzione ai suoi problemi...'Penny,le tue parole mi fanno ben sperare...vuoi aiutarmi a convincere tuo padre?Te ne sarò molto grata perché so quanto sia difficile per te rivolgerti a lui,so che il vostro rapporto è teso...un po' quanto lo era il mio con mio padre...ma non temere,io ti darò manforte e forse insieme riusciremo a convincerlo!Ascolta,potremmo....'
Ma proprio quando Sun le stava per esporre il suo articolato piano per convincere il pericoloso Charles Widmore a farli tornare tutti e tre sull'isola,ecco che sua figlia Penelope la spiazza ancora una volta....

Non sono sicura di volerlo coinvolgere.

Come possiamo fare?

*Sorride, ricordando un periodo della sua vita non molto lontano.*

Sun, se hai soldi e determinazione puoi trovare chiunque. Anche quella stramaledettissima isola.