Lost Reloaded
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CLAIRE [flashback, flashdream]

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Messaggio  Destiny Lun Apr 23, 2012 1:04 pm

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Messaggio  Claire Littleton Mer Mag 02, 2012 2:58 pm

(OGNUNO HA FATTO LA SUA PARTE).
CLAIRE:
Il terzo grado proseguiva e Claire non aveva più idea di come poter continuare a sostenere la sua causa. Non aveva la forza,non aveva la voglia e soprattutto non aveva elementi utili a suo favore. Finalmente però quell'estenuante interrogatorio giunse al termine quando Ilana arrivò correndo ed urlando. Con il fucile puntato verso Walt disse a loro di allontanarsi. Claire non riusciva a capire perchè la donna con tanta rabbia si stesse accanendo su un ragazzino e Kate cercando di placare il suo istinto omicida le si avvicinò.

Ilana:” Dovete immediatamente allontanarvi da lui,lui non è Walt. Walt è morto.”

Quelle poche parole crearono il panico. Claire di istinto si allontanò da lui ma ancora non sapeva se credere alle parole di Ilana visto che lei stessa pochi minuti prima era stata messa sotto processo per lo stesso motivo. Si girò verso Kate come a voler cercare in lei una sorta di consiglio.

Locke e Kate rimasero in silenzio ad ascoltare le urla di Ilana. Lo stesso Walt ormai messo all’angolino non proferiva parola ma nei suoi occhi non vi era più l’innocenza di un bambino ma odio,rabbia e rancore. In un attimo Claire fu scaraventata a terra e di Walt non vi era più traccia. Il fumo nero aveva ripreso le sue forme e prima ancora che il gruppo capisse cosa avesse intenzione di fare attaccò Ilana uccidendola in pochi secondi.
Le grida di dolore riecheggiavano ancora nell’aria,ma della donna era rimasto ben poco.


KATE:
Ogni certezza, ogni sospetto, ogni parola detta... tutto sfumò in un attimo. Kate avanzò di qualche passo, verso Ilana, l'istinto le diceva di fermarla, di proteggere Walt. Walt. Lo guardò, ma immediatamente, spostò lo sguardo, terrorizzata. Indietreggiò. Inorridita da quello sguardo e dalle false accuse fatte a Claire. Non ebbe il coraggio di guardarla, terrore e vergogna combattevano tra loro, impossibile dire quale dei due fosse più forte. Locke era assente, più confuso di lei. Poi tutto avvenne rapidamente. Il fumo avvolgeva Walt, Walt diventava fumo, Ilana moriva travolta dal nero. Kate si ritrovò scaraventata a terra, accanto a Claire. Le mani piantate nel terreno, cercando di rialzarsi, ma tenendo lo sguardo fisso verso il basso.
"Perdonami, Claire." Implorava. La vergogna aveva stracciato il terrore.


CLAIRE:
Confusa,priva di forze e con quell'immagine atroce ancora davanti agli occhi. Immobile Claire rimaneva per terra al fianco di Kate che implorava perdono. Perdono per non averle creduto e forse anche per molto altro. Perdono per gli errori della vita presente e per quelli della vita passata. Ma lei era in condizioni di giudicare qualcun'altro? Claire stessa ne dubitava. "Kate non preoccuparti,quest'Isola ce ne ha fatte passare troppe.Io stessa non credo che ce l'avrei fatta a fidarmi ciecamente." Le sorrise ed insieme cercarono di alzarsi da terra.


KATE:
La vergogna aumentò, se possibile. Il perdono arrivò troppo facilmente, non lo meritava. Si alzò per prima e tese la mano a Claire. Poi, senza pensarci, la abbracciò. Non per darle forza, ma per rubare lei stessa la sua, una madre che aveva appena perso un figlio e che, invece di odiare il mondo intero, si dimostrava, anche in quella circostanza, migliore degli altri. "Scusami, non dovevo." -pianse- "Non dopo quello che ti è successo. Ma sei viva... Almeno tu."


CLAIRE:
Quell'abbraccio così sincero e così pieno d'amore era proprio quello che le serviva. Claire non era mai stata una persona alla quale piaceva covare rancore e rabbia; lo era diventata su quell'isola e sicuramente la causa lo meritava ma comunque tornare sui propri passi e ricominciare a provare sentimenti più lodevoli era senz'altro la cosa giusta da fare. "Kate sul serio non devi preoccuparti,il passato è passato e l'importante è che hai capito di aver sbagliato. Meglio tardi che mai no?" Claire sapeva che le avrebbe dovuto dire la verità,ma come?in che modo e soprattutto con quale coraggio?


KATE:
Le parole di Claire, infine, riuscirono a darle sollievo. Erano sincere, non aveva dubbi. Il senso di colpa, la crudeltà della morte di Ilana, Walt, tutto doveva essere messo da parte in quel momento. Sciolse lentamente l'abbraccio, per guardarla da vicino. Dov'era la Claire di qualche minuto prima? Dov'era finita la sua stranezza? "Claire, ma tu stai bene? Cos'è successo su quell'elicottero?" Toccò, poco delicatamente, una nota dolente, lo sapeva, ma allo stesso tempo, non poteva farne a meno.


CLAIRE:
Ecco tornare in superficie il ricordo di quella giornata. Gli altri volevano sapere,la sete di conoscenza non poteva essere fermata. Ma Kate già in precedenza aveva dimostrato di essere una persona affidabile e così Claire ruppe quella barriera di protezione che si era costruita e parlò. "Aaron è vivo. Io e lui non siamo mai saliti sull'elicottero. Ma credo che Locke ci voglia ancora morti quindi non deve sapere niente. Promettimelo Kate." La guardò fissa negli occhi.


KATE:
Stavolta non era sollievo. Era il cuore che ritrovava ogni suo battito, il respiro che tornava ad avere ragione di esistere, era la vita che tornava ad esserci. Aaron era vivo. Non importava sapere il resto, come, perché, niente. Ci sono promesse troppo facili da mantenere ed eccone una. Quella che stava per fare senza sforzo. "Te lo prometto, Claire" Le accarezzò il braccio, le sorrise tra le lacrime. Lacrime di pentimento trasformate nella più pura e sentita espressione di gioia.


CLAIRE:
Con quelle poche parole di risposta ma soprattutto con il suo sguardo Kate le fece capire che non avrebbe parlato. Non voleva sapere altro e questo fu un enorme sollievo per Claire che era stanca di mentire ma allo stesso tempo non avrebbe potuto raccontare tutta la storia per salvaguardare il suo piccolo,Jack e Charlie.
“Kate è meglio che Locke continui a credere che Aaron sia morto e che io sia malata. Così per controllare me non andrà alla ricerca del mio bambino. Tu cerca di andartene da questa maledetta Isola invece.”

Locke scaraventato ancora più lontano dal fumo nero aveva appena ripreso i sensi e le due,che per un attimo si erano completamente scordate della sua presenza,gli si avvicinarono e Kate gli prestò aiuto.


KATE:
"Non preoccuparti, Claire, non farò niente che possa mettervi in pericolo." Lasciò il braccio della ragazza e si voltò. Raggiunsero Locke, ancora stordito, lo aiutò a rimettersi in piedi. "Tutto bene, John?" L'uomo annuì, disinteressato. "Io vado via, John, non posso restare ancora qui. Prenditi cura di lei, ha bisogno d'aiuto." Locke, sempre più disinteressato nei confronti di Kate, fissava Claire, in un modo che la turbava. Ma aveva promesso. Abbracciò di nuovo Claire. "Andrà tutto bene, non mollare". Si voltò e scappò correndo nella giungla, non si concesse il tempo di pentirsi e tornare indietro. Quando fu abbastanza lontana da non vedere più Claire e John, si fermò e guardò indietro. Si fermò qualche secondo a sperare, nient'altro.

CLAIRE:
Kate se n'era andata,dicendole poche parole di conforto, lasciandola sola con il "nemico".Claire non potè fare altro che guardarla correre via,lontano,verso la libertà mentre lei rimaneva imprigionata sull'isola per un bene superiore.
Locke:" Abbiamo molto di cui parlare non credi?" L'uomo la fissava con aria di sfida,poi la prese per un polso costringendola a seguirlo.
Claire:"Dove mi vuoi portare? Io non ho altro da dirti." Locke però non aggiunse altro e nonostante Claire continuasse a chiedergli quali fossero le sue intenzioni lui non le rispose. Continuò semplicemente a camminare per la giungla,in direzione opposta a quella di Kate,tenendo stretto dentro il suo pugno il polso di Claire,che in questo modo era obbligata a seguirlo.
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Messaggio  Claire Littleton Gio Mag 03, 2012 5:55 pm

Con passo deciso e silenzioso Locke camminava,continuando a trascinare Claire dietro di sè. Dopo poco più di mezz'ora l'uomo si fermò di colpo e le disse "Siamo arrivati,qui è dove staremo per qualche giorno."

Un piccolo accampamento era quello che l'aspettava:due tende montate praticamente una di fronte all'altra nel bel mezzo della fitta giungla.

Claire:"E questo cosa dovrebbe significarmi?" La ragazza si girò verso Locke che invece continuava a non degnarla di risposta. Le frasi dell'uomo erano concise, e naturalmente le diceva solo quello che voleva. Niente di più e niente di meno,non gli interessava il dialogo ma solo completare il suo piano. Risanare una vecchia amicizia non era neanche tra le priorità di Claire,ma almeno voleva essere messa al corrente dei piano di Locke. Seduti uno di fronte all'altro,ognuno all'interno della propria tenda non si parlarono neanche per un minuto. Ma si guardarono molte volte,per molto tempo e sempre fissandosi negli occhi.

Claire poteva notare vergogna nello sguardo di John, era sicura che lui le avrebbe voluto dire molte cose ma il coraggio ora che erano solo loro due in mezzo alla giungla gli mancava. Forse voleva il perdono. O forse,cosa molto più probabile,voleva solo continuare il suo interrogatorio.
Dialogo praticamente assente, odio e vergogna che riecheggiavano nell'aria. In questo modo i due passavano le loro giornate: Claire sdraiata nella sua tenda,mani dietro la testa e sguardo perennemente assente e spento. Fissava il vuoto,mugugnando tra sé e sé frasi incomplete e senza senso per John che invece,sempre in silenzio,non faceva altro che fissarla come a voler cercare tutte le risposte solo osservandola.

La mattina del terzo giorno Claire uscì dalla sua tenda,camminò per pochi metri per poi sedersi ai piedi di un albero dove il sole batteva forte. Il silenzio della giungla le dava modo di poter sognare tranquillamente anche stando ad occhi aperti. Sognava finali migliori,di quelli che nella realtà non si sarebbero mai avverati:sognava un futuro in cui lei,Charlie ed Aaron vivevano felici. In cui l'odio covato per mesi sull'Isola si era dissolto nel nulla. In cui nessuno aveva mai provato ad uccidere il suo bambino,ma soprattutto sognava un mondo in cui l'isola non esisteva.

Risate isteriche si accompagnavano a pianti disperati. Naturalmente Locke l'aveva seguita,le si avvicinò e parlandole distrusse i suoi sogni. Parlandole riportò Claire alla realtà.



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J:"E' da quando ci siamo rincontrati nella giungla che ti osservo…"
C:"Charlie e Jack se ne sono andati…ed io adesso sono sola..." Il dubbio si stava insinuando nella testa di Locke. Il piano che a fatica Claire stava cercando di mettere in piedi insieme a suo fratello e al suo ragazzo stava dando i primi risultati ed erano positivi.
J:"Credo che tu sia malata,e credo che possa essere molto grave. Claire devi farti aiutare." John le si avvicinò ancora di più,si piegò di fronte a lei e le allungò la mano.
C:"Tu aiutare me? Penso che questo non possa essere il finale di nessuno dei mondi che ho immaginato." Claire scoppiò a ridere e scansò con rabbia la mano di Locke. Il dubbio è come una malattia,infetta la mente e ci fa diffidare delle motivazioni altrui,così come delle nostre convinzioni.* E Claire poteva vedere benissimo dallo sguardo quasi impaurito di Locke che l'uomo non sapeva più a cosa credere,a chi credere.
J:"Capisco il tuo risentimento nei miei confronti,ma ti dimostrerò con i fatti che posso aiutarti sul serio. E soprattutto che questa volta non ho secondi fini." Locke per dare più enfasi alla frase cercò di prendere nuovamente le mani della ragazza che anche questa volta lo rifiutò bruscamente.

Claire si alzò di scatto e guardandolo fisso negli occhi gli disse:" John io vorrei solo mio figlio...". Non diede però tempo all'uomo di rispondere. Tornò verso la sua tenda lasciandolo da solo ai piedi dell'albero. Da solo con i suoi sensi di colpa.
Un cuore in conflitto si nutre del dubbio e della confusione.Ti fa dubitare del tuo percorso,delle tue tattiche e delle tue ragioni.*
Il dubbio che avesse commesso troppi errori,che avesse sbagliato in nome del suo piano,che avesse compiuto azioni orribili aveva tolto a Locke la pace. Il dubbio,ormai diventato certezza,di non essere poi una così bella persona.

Altri giorni passarono in questo modo,finchè una mattina John entrò frettolosamente nella tenda di Claire,le legò i polsi con una corda e la strattonò fuori. Con rabbia e confusione l'uomo aveva messo la parola fine alla routine creatasi nella giungla.
J:"Ora so cosa dobbiamo fare e dove dobbiamo andare."


*Tratto da Revenge.



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Messaggio  Claire Littleton Ven Mag 04, 2012 5:21 pm

J:"Claire è meglio così,fidati di me." Locke disse alla ragazza solo queste poche parole,quasi sicuramente per giustificarsi,prima di legarle una benda sopra gli occhi.

J:"Ora possiamo andare." Camminarono a lungo per la giungla. In silenzio. Claire poteva sentire il rumore dei sospiri di John.

I polsi che facevano male,la corda che le graffiava la pelle e Locke che fregandosene continuava a tirarla al suo seguito come se si trattasse di un cane.
Dover fare affidamento solo su quattro dei suoi sensi non la faceva sentire a suo agio. Non sapeva dove stavano andando,non capiva il motivo di tutto quel mistero ma ormai aveva smesso di fare domande alle quali nessuno le avrebbe dato una risposta.
Sentiva il suo cuore battere forte. Paura,pericolo. Sentiva il rumore dei rametti che si spezzavano sotto i suoi piedi e i sospiri di Locke che si facevano sempre più intensi.

Ad un certo punto Locke si fermò. Claire sentì il frastuono di una porta metallica che si apriva. Voci confuse che non aveva mai udito. John riprese a camminare e così Claire dopo di lui. Scalini,molti scalini. Passi di persone che si muovevano poco distante da lei.

J:"Siamo arrivati."
La slegò. Claire iniziò a massaggiarsi i polsi ormai completamente graffiati. Le tolse la benda. Gli occhi che le bruciavano. Lì aprì lentamente e con fatica.
E guardando il posto in cui Locke l'aveva portata capì il motivo di tutto quel mistero e per un attimo pensò che forse sarebbe stato meglio avere ancora quella benda sul volto. Il cuore le era arrivato in gola.


[img]CLAIRE [flashback, flashdream] Prison10[/img]

Entrò nella sua cella senza proferire parola. Non lo avrebbe supplicato. Claire non cercava pietà. Si sedette sulla brandina e solo dopo che Locke chiuse a chiave la cella si girò verso di lui.

C:" Locke toglimi una curiosità, ti senti davvero soddisfatto e appagato per quello che mi stai facendo?"
Locke non le rispose e con il capo basso e pieno di vergogna se ne andò lasciando la ragazza sola. Sola ma con una guardia che l'avrebbe tenuta d'occhio.

"La giustizia non esiste nè dentro nè fuori dal tribunale.Forse perché la giustizia è un concetto difettoso. Sensazioni riguardo a cosa definisca il giusto e lo sbagliato.Ecco perché quando il sistema ci delude dobbiamo andare a cercare da soli la nostra giustizia."*

Claire sorrise mentre sentiva i passi di Locke sempre più lontani. Claire si sarebbe fatta giustizia da sola.

*Tratto da Revenge.
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Messaggio  Claire Littleton Ven Mag 04, 2012 9:12 pm

Claire riposa sulla sua brandina. Fitte all'addome la fanno svegliare di colpo.
Strani rumori: voci da degli altoparlanti.
Strani odori: fragranze ospedaliere.


[img]CLAIRE [flashback, flashdream] 1x10_c11[/img]

Una donna le si avvicina. "Come sta? Ormai manca poco,ma deve rimanere tranquilla nel suo letto."
Claire è confusa e fissa impaurita la donna. Si guarda intorno:non c'è più la branda ma un comodo letto. Non c'è nessuna cella,non ci sono le sbarre che la tengono prigioniera ma solo una confortevole stanza d'ospedale.

Altre fitte questa volta più forti. Claire appoggia la mano sulla pancia. E' in stato interessante.
Paura,confusione. Inizia ad agitarsi e frettolosamente si alza dal letto. Appoggiandosi al comodino fa cadere delle medicine. Il trambusto fa avvicinare altre due donne.

"Signorina deve tornare a letto." Le dice l'ultima donna entrata nella stanza. Dolcemente la fa risdraiare e solo allora Claire nota che le tre donne hanno delle fasce di un rosso lucente,di un rosso fuoco legate in vita.
Allunga la mano per poter sfiorare quella fascia che aveva attirato inspiegabilmente la sua attenzione,ma la donna si allontana. Esce dalla stanza per tornarci pochi minuti dopo seguita da altre quattro donne.
Anche le ultime arrivate hanno quella strana fascia legata in vita. Sette donne. E solo ora Claire capisce:sono sette infermiere.

I dolori la stanno facendo impazzire.Claire suda freddo e urla ad ogni contrazione.
"Sta per partorire. Claire deve iniziare a spingere." Le dice una delle infermiere. Poi quattro di loro si posizionano intorno al lettino,una di fronte a lei per aiutarla con il parto e le restanti due vanno ad occuparsi dei macchinari.

Tutto si stava ripetendo come ricordava. Contrazioni forti e regolari. Le energie che la stanno abbandonando. Claire ispira ed espira seguendo i consigli delle infermiere.

Le lacrime scendono copiose sul suo viso. Claire continua a spingere.
Spinge. Non pensa ad altro.
"E' nato." Le dice sorridendo una delle infermiere.



[img]CLAIRE [flashback, flashdream] Baby_a10[/img]

Claire si allunga per prendere in braccio il suo bambino. Lo guarda negli occhi. Così dolce,così piccolo,così suo. "Jack..." sussurra.
Ma le due infermiere che fino a pochi minuti prima erano rimaste vicino ai macchinari prendono il bambino portandolo lontano da Claire.
"Datemi il mio bambino,lo voglio prendere in braccio." Nella società ci si riferisce alle donne come al gentil sesso. Ma in natura la specie femminile può essere molto più forte della controparte maschile.*
Cala il silenzio. Nessuna le presta attenzione. Come se Claire non fosse più nella stanza le sette donne iniziano a levarsi le fasce dalla vita e a fare con esse dei nodi. Tutte insieme,in totale sincronia.
"Datemi il mio bambino,datemi Jack." Urla Claire alzandosi dal letto. Difendere il nido è al tempo stesso il nostro istinto più antico e più forte e a volte può essere anche il più gratificante.*
Le donne si fermano. Una sorride a Claire,sgrana gli occhi e le dice "E' finita." Claire corre verso quella che tiene il suo bambino in braccio ma in un attimo tutte e sette prendono fuoco. Sempre simultaneamente. In un istante spariscono tra le fiamme,spariscono tutte. Sparisce anche Jack.

Claire si accascia a terra. Raccoglie le poche ceneri rimaste.

"Bella bionda ma cosa fai? Scavi per cercare l'oro?"
Una voce maschile richiama la sua attenzione. Si gira e vede una guardia al di là della sua cella. Si alza da terra. Le mani completamente lacerate per quanto aveva grattato sul pavimento.
Torna in silenzio sulla sua brandina. Era stato solo un sogno,o meglio un incubo. Amareggiata si asciuga le lacrime:aveva capito e per questo stava soffrendo.

*Tratto da Revenge.
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