LUOGO SCONOSCIUTO [Charles]

*Per quanto tempo stava aggirandosi tra quei sotterranei..? Temeva che la torcia a breve si sarebbe spenta anche se aveva perso il conto di quanto era stato a girovagare senza trovare alcuna uscita. L’orologio si era fermato. Non c’era tempo.
Le porte portavano solo ad altri corridoi e i corridoi portavano solo ad altre porte.*

A volte quando la soluzione sembra troppo semplice è perché non è la soluzione giusta. Ma ormai qualsiasi cosa diversa da quei corridoi era solo un indizio di speranza per Charles. Aprì l’ennesima porta e vide la salvezza.
Ma ciò che Charles non poteva immaginare era quanto fosse vicino al punto di non ritorno.

La nuova location era così familiare? Charles avanzò e aprì ogni porta ai lati del corridoio per vedere se ci fosse qualcuno. Quei loghi non potevano trovarsi nei sotterranei di Bagnoregio. Eppure c’erano.


Li toccava con mano ed erano così reali. Che fosse solo un sogno? Che fosse morto nei sotterranei?

Il rumore di acqua che scorre. Una doccia in azione. Come poteva qualcuno fare una doccia all’interno di quel malsano e demoniaco luogo? Si avvicinò alla porta del bagno, l’aprì. Qualcuno era decisamente sotto la doccia. Si vedeva una sagoma dietro la tenda da doccia, l’acqua scorreva e il vapore aveva appannato lo specchio del bagno.
Aveva ancora la mano sulla maniglia quando la persona sotto la doccia chiuse l’acqua ed aprì la tenda.


Christina?

Era bella come allora. Era bella come lo era sempre stata. Era bella anche quando morì.
“Christina… sono morto?”
Christina si avvicinò allo specchio e si mise un asciugamano intorno al corpo bagnato. Con un colpo della mano tolse il vapore dallo specchio. Si specchiò ma non parlò. Poi si abbassò come se volesse prendere qualcosa sotto il lavandino.


“Oh mio Dio! Attenta Christina…

Batté le palpebre e la stanza era vuota. L’unica cosa rimasta era il vapore sullo specchio. Si avvicinò allo specchio pure lui mimando gli stessi movimenti fatti da Christina nella sua “visione”. Passò anche lui una mano sullo specchio…


Scappò via dalla stanza tornando nel corridoio da cui era venuto. Iniziò a correre…
“Sto impazzendo! Sto impazzendo!

“Papà…”
*Si fermò non appena udì quella parola. La voce di un bambino. Ma lui conosceva quella voce…*

“Papà… Paaaapà… Aiutami!”

“Daniel? Dove sei?

“Papà…”

Si mosse in direzione della voce ed aprì l’ennesima porta. Un bambino stava seduto davanti allo specchio.

“Non sono io ad avere paura.. è lui…”
“Daniel.. con chi stai parlando?”
“Con nessuno”

Il piccolo Daniel si mosse ma l’immagine allo specchio…

Non sapeva più cosa pensare perché sapeva che se si fosse sforzato di capire avrebbe perso quel poco di lucidità che gli mancava.
Fece a ritroso il percorso e si ritrovò con le spalle alla porta. L’aprì. Ma non si ritrovò nel corridoio di partenza. Era nella loro vecchia casa e c’era acqua nel pavimento. Il piccolo Daniel stava seduto al centro della stanza.

“Non avere paura, papà. Vogliono solo giocare con noi.”


“Nooooo! Daniel! Danieeeeel! Dove sei? Ridatemi mio figlio…”

Si avvicinò allo specchio ed iniziò a picchiare i pugni invocando il nome del figlio.
Poi si rese conto che intorno a sé non c’era più la stanza, ma solo buio… L’unica fonte d’illuminazione veniva dallo specchio. Posò le mani sullo specchio e guardò. Dall’altra parte dello specchio la stanza in cui era stato pochi momenti prima.
Iniziò a ripicchiare contro quel maledetto riflesso di paura.

“Fatemi uscire! Fatemi usciiireee”