GRUPPO 4 "BAGNOREGIO-ESTERNO" [Charlotte, Sun]

'Sun,mia cara....la sua prima missione la dovrà compiere da sola...so che la cosa non le piacerà ma le assicuro che,alla fine,la sua ricompensa arriverà puntuale....'
Sull'aereo per...come l'aveva chiamato quel posto la Hawking...Bagno...Bagnoregio,sì...Sun ripensava alle direttive avute e ripassava mentalmente cosa avrebbe fatto una volta lì...
'All'aeroporto di Roma,troverà un autista che l'accompagnerà da Charlotte Lewis...solo quando sarà davanti a lei aprirà questa busta e leggerete il contenuto...è tutto chiaro,mia cara?'
Sun aveva leggermente protestato per l'assenza di Jin,giusto quel po' per non insospettire la megera,poi si era diretta diligentemente all'aeroporto...salutare Jin la faceva sempre stare male,aveva un presentimento,ma cercò di sembrare serena per suo marito che sarebbe rimasto ad aspettarla a Los Angeles...
La voce gentile della hostess avvisò i passeggeri che l'aereo era in fase di atterraggio...Sun sospirò,cominciava la sua missione...
L'autista,con un cartello su cui era scritto il suo nome,era lì ad attenderla come aveva detto Eloise...finora stava rispettando le regole ma fino a quando l'avrebbe fatto?
Di nuovo Sun non ascoltò quel presentimento,salì sull'auto e si fece accompagnare all'appuntamento...

Il vento le accarezzava i capelli, mulinandoli continuamente e plasmando un oceano di onde rosse, mentre seduta a terra osservava ciò che le si parava davanti.
Erano passate ore dal suo risveglio, da quando persa nella certezza di una fine imminente, grazie ad una leggera brezza sulla pelle e a quel calore tiepido ed allo stesso tempo rovente di proprietà esclusiva del sole, aveva trovato il coraggio di aprire gli occhi. Niente acqua, niente roccia, nessun cadavere in decomposizione.
Certo, era dispersa e sola in un luogo sconosciuto, eppure non poté non considerarlo un ottimo inizio.
Si era alzata e poco dopo aver tentato di ripulire al meglio i suoi abiti interrati aveva iniziato a camminare. Non era forse la migliore delle idee "Quando ci si sperde credo sia consigliabile restare dove si è, finché qualcuno non venga a cercarci." pensò, ma sapeva benissimo di non essere una ragazza incline a seguire i consigli, soprattutto i suoi. E poi, a chi sarebbe mai venuto in mente di cercarla lì, quando nemmeno lei avrebbe saputo spiegare dove fosse?
Continuò dunque a camminare, girovagando senza meta ed addentrandosi sempre di più in quel groviglio intricato che gli uomini conoscono con il nome di "natura". Fu dopo qualche ora che raggiunse il pendio su cui aveva sentito il bisogno di sedersi. Non per stanchezza, non per sfinimento, non per spossatezza, ma perché ciò che da quel fianco della collina le si prospettava davanti l'aveva stupita al punto da rendere necessaria una pausa.
Era bellissimo.



Si distese, puntellandosi con i gomiti sull'erba sottostante per poter continuare ad osservare quello spettacolo antico. Si perse nella mitologia medievale, era diventata una fanciulla prigioniera che da lontano osservava il regno che le era stato tolto con l'inganno. "Peccato", pensò "che del principe non ci sia traccia."
Continuò a fissare quelle costruzioni lontane che le avevano, in poco tempo, fatto vivere un sogno e quasi contemporaneamente distrutto ogni fantasia. Non solo perchè la principessa sarebbe probabilmente rimasta sola a lungo, senza principe dalla scintillante armatura, ma perché aveva notato che il perimetro del suo "castello" era completamente circondato dall'unica cosa che lo rendeva inavvicinabile: no, non un enorme drago sputafuoco a tre teste, ma quei maledetti piloni che aveva purtroppo imparato a conoscere.*

'Come dice,scusi?Devo scendere qui?Ma c'è solo boscaglia intorno a questa strada!Lei deve portarmi dalla signorina Lewis,mi sta aspettando!
'Eseguo solo gli ordini,signora Kwon...Deve scendere...l'appuntamento è in quella boscaglia...prosegua e troverà chi cerca...'
Sun guardò l'auto allontanarsi,pensò a cosa avrebbe fatto una volta avuta la Hawking fra le mani,poi si addentrò nella vegetazione...maledetta,ricominciava con i suoi giochetti!
Si tolse dalla tasca la lettera,la mise in borsa,la borsa a tracolla per essere sicura di non perderla e proseguì...ma che razza di posto per un appuntamento?Mentre si faceva largo fra la vegetazione,come aveva fatto migliaia di volte sull'isola,si chiedeva cosa mai avesse da comunicare Eloise Hawking a Charlotte Lewis di così importante da richiedere un volo intercontinentale con passeggiata nei boschi da parte sua...
Ben presto la sua risposta non tardò ad arrivare e la rabbia fece subito posto allo sgomento...davanti a lei c'era un pilone sonico,del tutto simile a quelli visti sull'isola!Cosa avrebbe potuto fare?Come avrebbe potuto trovare la Lewis?
Improvvisamente un fruscio di foglie,forse un animale...Sun afferrò un ramo da terra pronta a difendersi,scostò qualche cespuglio e poi la folta e riccia chioma rossa di Charlotte le apparve davanti...
'Charlotte...ti stavo cercando...'

"Ma che diavolo ci fai tu qui? Mi stavi cercando? Perché??" *Urlò velocemente, in maniera quasi incomprensibile in direzione della donna che le stava di fronte. In fondo non voleva aggredirla, anzi, a dispetto della vecchia cara miasantropia che la accompagnava sin dalla più tenera età, era quasi felice di aver trovato in quel bosco un essere vivente che non strisciasse o volasse. Ma cavolo, le aveva fatto prendere un colpo.
Si ricompose, riprendendo il controllo che quella presenza inaspettata le aveva fatto perdere, e nel modo più gentile con cui una persona nella sua situazione potesse esprimersi disse "Ok, ricominciamo. Scusami, non volevo urlarti in quel modo, ma devi pure ammettere che trovarmiti davanti brandendo un ramo più grosso di me, senza alcun tipo di preavviso in una landa desolata, nella quale fra l'altro sono finita chissà come, non è proprio la maniera migliore di iniziare una conversazione. Cos'è, sei una specie di ninja?"* Beh, la gentilezza non era mai stato il suo forte.

'Ascolta,Charlotte,ti sarà difficile crederci...in fondo è difficile pure per me...mi ha mandato Eloise Hawking da te,credevo per un appuntamento formale...non pensavo nei boschi...'

Poi,ricordandosi della lettera...'Questa te la manda Eloise...mi ha detto chiaramente di aprirla e leggerla con te....'
Porse alla ragazza la lettera della Hawking e attese di conoscerne il contenuto...

La rivelazione la sconvolse...una sequenza di numeri e lettere apparentemente senza senso...cosa diavolo mai poteva significare?
'Charlotte...sai che cosa significa?E' una specie di codice?'
Attese una spiegazione dalla ragazza ma capì anche lei non sapeva cosa avesse fra le mani...

"Eloise?" *Perfetto, aveva perso il suo principe ma in qualche modo aveva guadagnato una matrigna cattiva.
Che ragazza fortunata.*
"Quindi è stata quella strega a mandarmi qui? E guarda caso proprio nel momento in cui... in cui...io e Daniel..."* Le parole la abbandonarono, troppo ferite dal ricordo di quel momento che aveva aspettato a lungo, forse troppo a lungo, e che aveva perso in un battito di ciglia. E tutto per colpa sua. "Cos'è, il fatto che non sia affogata l'ha delusa al punto da voler finire il lavoro da sola?" Aveva strappato la busta con violenza, esprimendo sull'involucro la dichiarazione di guerra che le aleggiava ne cuore. Lesse ad alta voce:" 47P61T". Alzò lo sguardo verso la coreana, come a interrogarla su cosa diavolo fosse quella serie di caratteri, ma nei suoi occhi non trovò la risposta. "La prossima volta manderò io un messaggio a quella strega e vedremo quanto ci metterà a decifrare GTFO" disse a sé stessa.
Continuò a fissare il foglietto che teneva in mano, spremendosi le meningi per svelare l'arcano, ma l'unica soluzione che le venne in mente fu che Daniel l'avrebbe capito al volo.* "Allora" iniziò "la vecchia sapeva che sarei stata qui da sola, dunque sa benissimo che i codici e i numeri non sono precisamente il mio campo" si mosse lentamente, fissando il vuoto mentre tentava di ragionare "Perciò, a meno che il suo piano non sia di lasciarmi usare il tuo corpo come cibo o viceversa e credimi, un'ostentazione al cannabilismo non è del tutto da scartare da quella donna, la cosa dovrebbe essere più semplice di quello che sembra." *Sbuffò, continuando a guardare nel vuoto fino a quando il suo occhio non cadde casualmente su quel mortale recinto che la sovrastava.* "Cavolo, Charlotte Staples Lewis, sei una cretina. Sun è il codice per i piloni!".

'Allora vuole che entriamo nella città....accontentiamola!Sempre meglio che rimanere qui a guardare il panorama!'
Sun si diresse verso il pilone più vicino,ci girò intorno fino a trovare la tastiera dove inserire il codice e poi inserì i numeri e le lettere inviati da Eloise...

Il ronzio fastidioso che fino a quel momento aveva fatto da sottofondo ai loro discorsi cessò,segno che i piloni non erano più mortali nell'oltrepassarli.

'Direi di andare...almeno troveremo qualche alloggio in cui rinfrescarci,passare la notte e,perché no?mangiare qualcosa...'
Attraversarono con sicurezza i piloni e si incamminarono verso il paesino quasi contente al pensiero di non rimanere di notte da sole nel bosco senza un riparo...

*Da sempre amava il silenzio. È l'unico elemento capace di racchiudere in sè quiete e tempesta allo stesso tempo, senza prima, né dopo, senza se e senza ma. Perché sentiamo la necessità di chiacchierare di puttanate per sentirci più a nostro agio? È solo allora che sai di aver trovato qualcuno davvero speciale: quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace.
Non aveva fatto caso al ronzio, a quel rumore di fondo che c'era sempre stato sin dal suo arrivo e che come un disturbante ed inconscio dubbio aveva aleggiato indisturbato nell'aria. Eppure, non appena la coreana aveva inserito il codice eccolo lì... il silenzio.*



*Fu così che la principessa riprese il suo viaggio. Semplicemente, in quiete, lasciandosi totalmente avvolgere dalla sua calma dimenticanza.
Avrebbe raggiunto il castello, riconquistato il suo regno, sconfitto la malvagia regina e chissà, forse avrebbe anche ritrovato il suo principe. Perchè il silenzio è da sempre nido ideale per le emozioni, ma fra tutte non ce n'è una che possa fiorirvi meglio della speranza.*