GRUPPO 6 "LOS ANGELES" [Ana Lucia, Desmond, Naomi]

[Hollywood City Inn, 1615 North Western Avenue, Hollywood, LOS ANGELES]



-Un Espresso, per piacere.- *Non era nemmeno entrata nel suo hotel che già aveva ordinato una tazzina di caffè al barista. Il caffè l'aiutava a ragionare e quello sfacciatissimo profumo era talmente forte, e piacevole, che sembrava quasi di aver immerso le narici in una bella moka fumante. Il primo sorso era sempre il più gradito, il secondo ancora di più, il terzo il più sofferto, mandato giù con grande avidità.* -Qualcos'altro, signorina?- -Va benissimo così, grazie. Metta sul conto, tornerò a pagare più tardi.- *Doveva pensare sul da farsi. Aveva fatto un patto con Keamy. Come avrebbe rintracciato Bea? Avrebbe dovuto avvisare Ana, chiederle cosa avrebbe dovuto fare... Cerca furiosamente il cellulare nella borsa, compone il suo numero e fa squillare il telefono più volte. -Ana, sei tu? Dobbiamo parlare! E' una faccenda abbastanza complicata. Sono all'hotel Hollywood City Inn. Ti aspetto qui nell'ingresso.-

Sentì il suo telefono squillare e ovviamente ci mise un'eternità a trovarlo. Disordinata com'era avrebbe perso anche la testa un giorno o l'altro. Prosperava nel caos ma era una condizione a cui si era abituata.

Quasi al termine della suoneria, riuscì finalmente a rispondere.
La voce di Naomi era concitata e la faccenda sembrava piuttosto urgente.
Si affrettò a raggiungere l'hotel di Naomi e appena varcò l'ingresso capì, dall'espressione della ragazza, che qualcosa non andava.

Il resto della giornata si prospettava più pesante di quanto avesse previsto, le serviva qualcosa che la alleggerisse un po'.
-Ciao, Naomi!- si voltò verso il barman e senza esitazione chiese -Un Jack on the rocks, per favore. -

*La promessa non è altro che una forma di trasfigurazione dell'io, a metà tra la bugia e la verità. Il cuore la spinge fuori dalle labbra: per portarla a termine, la mente, il raziocinio, la calma e, qualche volta, entra nuovamente in gioco il cuore. Una promessa architettata, guidata dalla ragione, è pura bugia. Una promessa che viene dal cuore, è pura verità. Come la promessa che aveva fatto a Penelope e a se stesso. Il foglietto di Eloise l'aveva rimandato da uno strano tipo, che lo aveva informato delle persone che erano a L.A. e che doveva raggiungere. Si sarebbe fatto vivo. Lo fece, con uno squillo di telefono. Aveva tutto in ordine, cellulare a portata di mano, risposta immediata. Un indirizzo e due nomi. Il parcheggio del Susy's Market dall'altro lato della strada gli permise di osservare, in tranquillità l'ingrsso su vista su North Western Avenue. Nell'attesa, fu tentato di comprare qualcosa per le due "bad girls" che lo aspettavano: dopotutto 99centesimi poteva spenderli per due ragazze del genere, magari un cd di Patty Smith per disorientarle. L'idea non fece in tempo a passargli per la testa che un'ombra, conosciuta, nervosa, attraversò la strada ed entrò nel Motel. Si alzò in piedi: era l'ora di agire.*

[Naomi]
*Seguì Ana Lucia al bancone, dirle la verità sarebbe stato più difficile del previsto, lo capì non appena incrociò lo sguardo della donna e la sua espressione, come sempre, poco solare e apparentemente arrabbiata con il mondo intero. L'espresso appena consumato e tanto gradito, appariva in quel momento come una pessima scelta...*
"Ehmm, prendo quello che ha preso lei."
*Si voltò verso Ana Lucia, decisa a dirle tutto in un solo colpo, via il dente, via il dolore. Provò a pensare positivo: dirlo a Widmore sarebbe stato sicuramente peggiore. Con il gomito sinistro sul bancone e la mano destra sui fianchi, sparò il colpo.*
"Ok, ci sono delle novità... effettivamente, abbiamo un problema. ll tuo accordo con Keamy rischia di saltare se non facciamo quello che chiede."
*L'espressione di Ana Lucia era confusa e sempre meno solare. Scoraggiante. Ma andò fino in fondo, quasi*.
"Beh, diciamo che potrebbe essere colpa mia, se Keamy adesso ha la possibilità di alzare il prezzo del vostro accordo"
*Adesso Ana Lucia non sembrava incazzata con il mondo intero. No, no: solo con lei. Forse la clientela di quel bar avrebbe presto assistito ad una rissa tra gentildonne.*

Ebbe immediatamente l'impressione che quel bicchiere di Jack Daniel's non sarebbe bastato.
Aveva persino timore a chiedere ulteriori spiegazioni...la sensazione palpabile che Naomi stesse per aprire un vaso di Pandora.

-Che vuoi dire, Naomi?- sospirò, incrociando nervosamente i piedi - Cosa diavolo è successo?

Sperò vivamente che la cosa non fosse così grave come la sua fervida immaginazione le stava facendo credere.

*Entrò e senza indugi si diresse al bar. Naomi e AnaLucia sedevano al bancone, poteva prenderle di spalle, di sorpresa. Vide Ana girarsi preoccupata verso la Dorrit, decise di attaccare. Con Naomi aveva combattuto, la conosceva. Doveva fare perno su di lei per poi dirigersi su Ana. Si sedette proprio accanto a quest'ultima, con lo sguardo si rivolse a Naomi. La salutò al suo solito, con un breve movimento delle labbra, allargando leggermente il sorriso sulla guancia destra. Bevevano Jack. SI rivolse al Barman:*
-Uno anche per me, fratello-
*Iniziò a sistemarsi la giacca, osservando Naomi e a lei si rivolse a Naomi, dopo che le due bad girl si erano adeguate alla nuova presenza*
-Naomi...- *socchiuse gli occhi, aria dubbiosa:*
-che ci fai qua con questa bambolina tenerina?-
*Squadrò Ana, con la mano destra si avvicinò al Jack.*

[Naomi]
"Lo stavo seguendo, Widmore non si fida di lui."
Pausa. Era difficile raccontare il passaggio successivo senza ammettere di aver commesso un errore e proprio non aveva nessuna intenzione di ammetterlo. Prese fiato.
"E non so come, qualcosa deve essere andato storto... mi ha scoperta e messa alle strette. Ho dovuto dirgli per chi lavoro. Per fartela breve, il vostro accordo salta se non gli portiamo Beatrice Klugh, il prima possibile."
*Buttò giù tutto il Jack Daniel's in un solo colpo e restò in attesa. Il peggio era passato, forse.
Una voce alle sue spalle spezzò il silenzio.*
"Desmond?!"
*L'arrivo di quell'ospite inatteso non poteva essere né una casualità né una buona notizia. Fantastico, ci voleva proprio"

Una serie di imprecazioni le passò per la mente ma non ebbe il tempo di scegliere la più appropriata.
In sostanza erano con l'acqua alla gola, come si suol dire, e dovevano trovare un modo per uscirne senza che questo empasse mandasse all'aria l'intero piano. Sembrava un castello di sabbia che rischiava di crollare...
Riuscì a dire solo il nome di Beatrice Klugh ad alta voce, prima di sentire letteralmente qualcuno col fiato sul collo.

-Bambolina tenerina?- quell'uomo non aveva davvero idea di quanto fossero inappropriate quelle parole oppure aveva semplicemente deciso di farla irritare.
Lo guardò in cagnesco sperando che evitasse di usare altri appellativi smielati.

*Che sguardo! Desmond fu colpito da tutto ciò che voleva esprimere quello sguardo da "mad dog": rabbia, fermezza e quella paura che ti può far compiere una pazzia, se sbagli anche solo l'azione successiva. Aveva lanciato un osso nel recinto, per stanare il cane che, senza neanche lasciare spazio a indugi o dubbi, l'aveva attaccato, senza abbaiare, un ringhio, senza neanche dargli un attimo di respiro. Un detto popolare ricorda come can che abbaia non morda. Can che esce dalla cuccia e marca il territorio, anche se provocato, marca il territorio, è lui che comanda. Convincere AnaLucia, come temeva, era paragonabile a quello che ripeteva Jack riguardo ai Red Sox e alle World Series. Negli ultimi anni, però, ne avevano vinti ben due, quindi, tanto valeva provare.*
-Lavorate per Charles Widmore, è vero? E Keamy... a lui quanto avete offerto?-

Desmond aveva tutta l'aria di essere lì con i "migliori" propositi. Ana Lucia si sentiva a suo agio nel disfare le cose altrui: avrebbe accolto ben volentieri la sfida di smontare pezzo per pezzo gli intenti dello scozzese.
Prima però voleva togliersi la soddisfazione di stuzzicarlo un po' e di indagare sulla sua apparizione poco casuale, glissando volontariamente l'argomento Keamy.

-Vedo che sei ben informato, signor Hume!- con sguardo accondiscendente - Devo dedurre che sei stato mandato qui per conto della tua "matrona"?! In fondo tutti rispondiamo a qualcuno...è come se stessimo giocando una subdola partita a Risiko! - accennò un sorriso - La conquista ha il suo fascino!

"Matrona? Eloise, sapesse che non è lei per chi lotto..."*Pensò Desmond. La battaglia era persa, in partenza. Poteva scegliere se rimanere li, immobile come un osso, farsi sgranocchiare da quel mad dog oppure giocarla in maniera diversa. Certo che se quello che aveva sentito su Naomi, sul suo errore, su Keamy, era vero..."


*Una volta Charlie Chaplin si iscrisse ad un concorso di sosia di Charlie Chaplin, ed arrivò terzo.° Questo,non era per niente il palco adatto per il piccolo Charlie. O no?*
-Sai, Ana, di Keamy sapevo poco... So solo che voi due state discutendo di un errore, che riguarda lui e una ragazza, con cui ho combattuto in Nigeria... E io non posso farci nulla. Sai che ti dico? Non mi interessa proprio, sorella!-
*Si alzò in piedi, ultimo sorso di Jack, fissò le due ragazze.*
-Ho parlato con Eloise, è vero. Mi ha promesso una cosa, io a lei ne ho promessa un'altra, è vero. Ma non sono qui per questo, sono qui per ringraziare una vecchia amica...-
*tirò fuori dalla tasca una penna, prese un tovagliolo e scrisse sopra un numero di telefono, con accanto le parole Penelope Widmore.*
-Ha passato un brutto momento, lo sai, vuole ringraziarti-
*Tese il foglio a Naomi, che lo rimase bloccata*
-Solo lei può aiutarti, Naomi. Mi ha detto di venire qui per questo, è l'unica che può far ragionare Charles.-
* Giacca in spalla, le espressioni di Naomi e Ana non sapeva neanche lui quali fossero. Sorrise di saluto, scontrando il suo viso sorridente con quello duro di Ana e quello statuario di Naomi. Fece un cenno anche al barista, lasciando 15 dollari mancia compresa. Uscito, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata quella di avvertire Penelope dell'accaduto.*
-Ad un'altra vita, sorelle.-
rl]

[Naomi]
*Seguì con occhio diffidente i movimenti e le parole di uno strano Desmond. Casualmente aveva ascoltato la loro conversazione e altrettanto casualmente aveva a portata di mano una facile soluzione al loro problema. Certo, come no. L'ultimo scagnozzo di Eloise pronto ad aiutare il nemico? Non poteva commettere un altro errore. Non di quelle dimensioni. Eppure non aveva molte alternative. Afferrò il foglio, senza parlare. Poi si voltò verso Ana Lucia.*

"Un po' debole come tentativo, non credi? Eloise Hawking sta perdendo colpi..."

*Nonostante la diffidenza espressa a parole, piegò il foglio con cura e lo mise in tasca. Confessare a Charles di aver commesso un simile errore sarebbe stata probabilmente la sua fine. Ma poteva davvero sperare che fosse il "nemico" a salvarle le chiappe? Certamente no. Ma Desmond e Penny potevano davvero essere considerati il nemico? Non per come li aveva conosciuti lei.*

La situazione si era fatta decisamente strana. L'atteggiamento di Desmond era così imperscrutabile da lasciar sospettare che ci fosse sicuramente qualcosa sotto.

-Questa storia non mi torna per niente, maledizione! -
Desmond aveva ormai lasciato il locale ma i dubbi creati da lui erano invece rimasti.
C'ero di sicuro lo zampino di Eloise, ma non avevano molti altri indizi su come Hume avesse intercettato l'accordo con Keamy e soprattutto come avesse intercettato loro.

Ana scrutò con attenzione la reazione di Naomi: il modo in cui ripose quel foglietto era sintomo, se non di un ripensamento, quantomeno del tentativo di spianarsi una seconda strada, una via di fuga.
La differenza tra lei e Naomi era fondamentale e rispondeva a due nomi ben diversi: Ben Linus e Charles Widmore.
Non si sarebbe fatta trascinare dalla ragazza in qualche stupido tira e molla con l'intermediario di Eloise.
Non avrebbe rischiato di scatenare su di sè l'ira o la vendetta di Benjamin...Quello che c'era in ballo era troppo importante per lei, non poteva concedersi altri margini di errore.

Da quel momento avrebbe agito da sola, come in fondo aveva sempre fatto. Avrebbe preso le distanze da Naomi senza però palesare la cosa.
Doveva scoprire cosa stesse realmente tramando Eloise e non poteva fidarsi dell'indecisione e del tentennamento di Naomi.