GRUPPO 4 "VERSO L'ORCHIDEA" [Ben, Juliet]

*Vuole solo dimenticare tutto quello che è appena accaduto. Si sente presa in giro dalla persona che meno si sarebbe aspettata, non accetta l'idea che si uccida gente innocente e allora continua a correre lontana da quella vallata infernale. Non ha una meta, solo bisogno di scappare.
A farle compagnia il silenzio assordante della giungla e i pensieri che passo dopo passo si affievoliscono. Le sue impronte sulla terra bagnata sono il segno di una vita che sta correggendo la sua rotta, di una donna che ha deciso di cambiare strada e guardare avanti*

[Giungla, nei pressi di Otherville]
*Giungla. Liane e alberi avevano resistito al forte terremoto. Alcuni. Percorrendo il sentiero ne scavalcò uno, caduto di framezzo alla strada. Ne approfittò per sedersi, bere un pò d'acqua dalla borraccia. Al villaggio avrebbe potuto sapere dove e forse cosa aveva scatenato tutto. Un sorso d'acqua, la borraccia di nuovo sul fianco. Riprese a correre. Intravide i piloni. Era arrivato.*

*Non si è nemmeno resa conto di quanto abbia camminato. Senza badare alla strada che stava percorrendo improvvisamente si ferma di scatto come risvegliata da un vortice di pensieri che l'avevano isolata sino a quel momento. Si guarda intorno*
Ma.... bene!! Avrei dovuto pensarci prima di intraprendere questo viaggio a vuoto... dove diavolo sto andando!!!
*Non è pazza, non parla da sola... ma ha bisogno di staccare i pensieri e riprendere a parlare anche solo con se stessa ad alta voce. E' nervosa*

*Passò davanti casa sua di corsa, entrò velocemente per prendere delle chiavi, una torcia funzionante, altre chiavi, un coltello e riempire la borraccia. Poi via verso il centro scientifico. Scese nei sotterranai, al buio. Aveva la torcia. Il corridoio non era più buio. Arrivò alla stanza del sismografo, chiusa. Aveva le chiavi. Entro di furia, staccò gli ultimi rilevamenti sismografici alcune carte, raccolse alcune mappe da un armadietto, chiuso, ma aveva le chiavi. Era buio. usci di corsa, appoggiandosi al primo piano, alla reception del centro illuminata dal sole.*
-Oh...-
*I rilevamenti parlavano chiaro. L'Orchidea era il centro di tutto. Corse di nuovo a casa, prese uno zaino e ci mise un pò di cose utili in fretta e furia, tra cui una pistola. Poi partì, sempre più di veloce, verso l'Orchidea.*

*E' sola in quel momento e non ha nessuna voglia di passare altro tempo in giro per la giungla. Deve trovare qualcuno o per lo meno cercare un luogo in cui poter riposare. Le baracche, non troppo lontane dal punto in cui si trova, sembrano essere la soluzione migliore.. infondo tra quelle casette gialle ce n'è anche una che è stata davvero sua*

*Era appena uscito dalla verandina di casa quando, alle altalene, a pochi metri da lui, vedi dei biondi capelli, ben più che noti, spersi. Lei lo vide, am non sembrò quasi accorgersene. Pareva proprio disperata, spersa. Spaesata. Ben pensò che, dopotutto, poteva aiutarla affinchè lui l'aiutasse. Una forma educata di manipolazione. Da vero gentleman cui era. Si avvicinò verso di lei chiamandola con tono caloroso:*
-Juliet!-

*Comincia ad avvertire la stanchezza. Ha camminato a lungo e la serie di avvenimenti che avevano costellato la giornata non erano stati affatto piacevoli. L'atmosfera delle baracche è piuttosto tranquilla, vorrebbe rilassarsi e per questo a passo spedito si dirige verso casa “sua” nella speranza di ritrovare un po' di serenità. Ma proprio nel momento in cui crede di aver raggiunto una meta tanto attesa che qualcosa, o meglio, qualcuno interrompe la quiete in un istante. Una voce tanto irritante quanto snervante la richiama, impossibile non riconoscere chi sia. Vorrebbe ignorarlo e far finta di nulla, continua a camminare, lo sente avvicinarsi, vorrebbe sparire*

-Juliet! Fermati!-
*Il disagio della donna trapela, Benjamin cpì subito che era come una bomba pronta ad esplodere. il lavoro adatto per Ben! Solo che per le persone era diverso, soprattutto per caratterini com Juliet. Fase 1: miccia. Metti la bomba in condizione di esplodere.*
-Juliet! Cosa c'è? Fermati! Ti vedo strana... cosa ti è successo...-
*Mano sulla spalla, sguardo di compassione. Attendere l'esplosione. chianarsi.*

*Ben!!! L'ultima delle persone che avrebbe voluto incontrare. Gli corre incontro, la ferma, la tocca, il suo nervoso aumenta a dismisura. Si volta di scatto verso di lui e con un gesto violento toglie la mano dell'uomo da sopra la sua spalla, infastidita più che mai da quell'atteggiamento altamente irritante e falso*
Che vuoi Ben???? Hai trovato una cavia da stuzzicare?! Beh sappi che con me non attacchi... e lavami quelle mani di dosso!!!
*E' furiosa.. adesso ci mancava solo lui a peggiorare la sgradevole situazione*

*Fase 2: bilancia. Pesa le sue azioni, i suoi movimenti, le sue paure. Metti dall'altra parte della bilancia un contrappeso adatto a portarla pari, facendo però in modo che sia il suo lato ad alleggerirsi, non appesandendo la situazione. Analisi: furia, collera, paura del contatto e senso di rifiuto verso un essere umano. Peso: delusione amorosa. Ford? Jack? Un passo indietro. Movimento a specchio suo, palpitazione. Peso definitivo: forte delusione amorosa.*
-Scusami, ti ho visto smarrita, pensavo di riportarti tra di noi... Sai, sono successe tantissime cose, è difficile anche per me... L'Isola, qui non c'è più nessuno... Eloise mi fa impazzire, non so più cosa succeda, voleva parlare con Sun e Ford, ma io...-

Non ti interessa nulla della mia vita e non verrò certamente a raccontarti quello che mi accade!!
Sai qual è il tuo problema Ben?! Che sai essere dolce solo quando ti serve un favore, una mano... allora si che sai fare da zerbino alla gente!! Ah.. voi uomini siete tutti schifosamente uguali!! All'occorrenza sapete a chi rivolgervi e come rivolgervi... beh adesso gira al largo!!
*E cosi dicendo accenna un passo per divincolarsi da quella stupida conversazione, ma l'uomo l'afferra per una braccio e le chiede di fermarsi, di ascoltarlo e poi decidere cosa fare, andare o no*

*Fase 3: Piedistallo. Ora che il trattamento paritario è stabilito, anche se la bomba minaccia ancora di espoldere, fare leva su un suo punto debole (Ford), su un suo punto forte (abilità scientifica ) e su un vostro punto debole (i suoi occhi azzurri e l'Isola). Si disinnescherà, e sarà al vostro servizio. Addolcire la presa, stringerle la mano.*
-Juliet, no! Non è vero! sai che per me tu sei sempre stata speciale, non puoi negarlo. Quando gli altri sono sbarcati sull'Isola, l'operazione, e prima.... Sai che io non ti farei mai niente di male, sai cosa provo per te, che sarei disposto a sacrificare l'Isola stessa. Ma Juliet, siamo in pericolo. hai sentito il terremoto? Non so chi ti abbia fatto soffrire, infuriare così: so solo che sei affezionata a lui. E se non salviamo l'Isola, non salveremo neanche lui. Vieni con me all'Orchidea Juliet, dimentica quello che è successo e aiutami astudiare il fenomeno...so che potresti essere una valida persona in questo.. una scienziata precisa!-
*Sorriso di speranza.*

Che ne sai tu delle delusioni... hai sempre e solo vissuto a spese degli altri per coltivare i tuoi interessi, gli interessi dell'Isola!!
*E' infuriata, non riflette su quello che dice, il suo cervello è una macchina che butta fuori a raffica ogni pensiero sconnesso e insensato che gli passa per la mente in quel momento. Juliet ha trovato in Ben la sua valvola di sfogo. E' una bomba che vuole esplodere, ma che proprio sul conto alla rovescia, a pochi secondi prima del botto viene bloccata, disattivata appena in tempo, è una bomba che improvvisamente smette di ticchettare e si ferma un attimo a pensare. Le parole di Ben la fanno riflettere.. le sue frasi per la prima volta le danno speranza in un momento grigio e la fanno sentire importante. Debole e cullata da tutto quanto cambia come per magia atteggiamento*
Dici davvero Ben?! Si l'ho sentita anche io la scossa e sono preoccupata per la mia incolumità... cosa pensi di aver scoperto? Cosa c'è all'Orchidea??
*Infondo la proposta di Ben non era poi così brutta, aiutarlo significava praticare il suo lavoro e quello poteva essere un ottimo pretesto per staccare la mente e concentrarsi su qualcosa di sicuramente più utile*
Potrei aiutarti Ben, a patto che tu non stia tramando nulla...

*Fase 4: guida. E' lei che guida te, non te guide lei. Ma sappiamo tutti che non è così. Di ha uno schiavo che non è tuo, e sarà tuo. Sorridi.*
-Juliet, l'unica cosa che tramavo è... di aiutarti, di calmarti! Nient'altro... Solo che sei l'unica che può far qualcosa. L'Orchidea è l'epicentro del terremoto... cosa c'è? Ti accompagnerò laggiù, ma senza di te non saprei dirtelo.-
*Mano sulla spalla, piedi in direzione dell'Orchidea, busto in avanti. Inizia la camminata.*

*Si è aggrappata alle parole di Ben, si è lasciata abbindolare dal suo saper parlare, dal suo essere oratore. Il risultato? Juliet che aiuta ancora il diabolico Ben. Quanto volte si era ripromessa che non sarebbe più successo e per quante altrettante volte ha agito facendo esattamente il contrario. Di nuovo Ben, di nuovo Juliet, due persone, due rivali, due complici adesso in cammino con una missione da portare a termine. Non le importa la posta in gioco, vuole solo cambiare. In quella giornata era finalmente giunta a fine pagina e questa volta ha deciso di mettere un punto e di voltarne una nuova per ricominciare a scrivere la sua vita. Butta tutto alle spalle, sorride amaramente e poi si volta verso di lui*
Andiamo Ben... strada facendo mi racconterai meglio quello che hai intenzione di fare.. un terremoto sull'Isola io non lo sottovaluterei sai?!
*Tra un discorso e l'altro arrivano finalmente davanti all'entrata della stazione Orchidea*
Bene.. che facciamo entriamo?