GRUPPO 3 "WIDMORE CORPORATION" [Ana Lucia, Charles]

*Seduto sul suo trono. Dopotutto un re ha sempre un trono su cui stare. Però non ha ancora ricevuto nessuna notizia da nessuno. Sarebbe più corretto definirsi un re nudo. Sbeffeggiato? Ridicolizzato? È sceso a patti col diavolo in persona. Un diavolo che non può nemmeno controllare direttamente. Maledetta isola. L’unica cosa che per il momento può fare e leggere il giornale e pensare. Già pensare. Pensare a come il re nudo possa rivestirsi, e non di abiti… ma con un’armatura e dar via alla sua guerra. Prende il giornale ripiegato, lasciato lì dalla segretaria. Prima pagina del Daily Los Angeles interessante.*



*La lettura è interrotta dal telefono. Insopportabile squillo. Uno squillo che però avrebbe dato il via alla sua guerra, un guerra forse personale. La voce di Stacy scandisce bene quel nome. Finalmente notizie. Il re nudo si appresta a vestirsi.* La signorina Cortez chiede di essere ricevuta.
La faccia entrare!

La porta a vetri scorrevole si aprì, varcò la soglia e fu come attraversare il confine tra due mondi separati.
Oltre quei vetri c'era il dominio, l'impero di un uomo che in battaglia si era dimostrato tanto combattivo quanto arguto e che, con i soldi, il sangue e la bramosia, aveva conquistato il suo trono.
La Widmore Corporation era vessillo di una guerra, economica e non solo, che Charles aveva condotto senza remore e senza cedimenti, sull'isola e nel mondo reale, contro tutti e tutto.
Charles Widmore era l'emblema che al gioco del potere o si vince o si muore*...e lui era vivo e vegeto.

Oltrepassando i confini segnati da quella porta, Ana Lucia entrava nel suo territorio, consapevole che nella corte di Widmore non c'era spazio per errori o ripensamenti.
Quando la segretaria le fece cenno che era pronto a riceverla, prese fiato e si avviò verso l'ufficio.
Da quel momento non poteva più far marcia indietro...



-Salve, Signor Widmore!-

*[tratto da Game of thrones]

Finalmente qualcuno si degna di farmi visita. *Charles si erge dal suo trono e si avvicina al suo solito whiskey. Fa cenno alla Cortez se ne vuole la quale, anche se indubbiamente intimorita, accetta una stilla di piacere. Evidentemente ancora il re è capace di mettere soggezione ai suoi sudditi.* Si rilassi signorina Cortez e si gusti il suo drink. Non sono certo un Borgia e non ho intenzione di avvelenarla. *Si risiede nel suo trono. La distanza che li separa, giusto la larghezza della scrivania, è effimera eppure si sente come in un trono in una navata. Come ama sentire la paura e il timore che trasmette.* Deduco che la sua visita non sia certamente di piacere. *Un sorso.* Che informazioni mi ha portato? *Il re nudo si mette l'elmo.*

Il whiskey era sempre ben accetto, un po' meno lo era la strabordante consapevolezza di quell'uomo di poter giostrare la gente come marionette. La sua saccente maestrìa nell'incutere timore e riverenza anche in una come Ana era frutto di una mente stratega e calcolatrice.

In virtù dell'allenza con Linus, Ana Lucia rientrava nello schieramento d'attacco di Widmore.
Non poteva venir meno al suo patto con Benjamin, perciò aveva deciso di recarsi direttamente da Charles per riferire ciò che era successo con Naomi.

-Sono qui per metterla al corrente che i piani hanno subito dei recenti cambiamenti. -
Raccontò di Keamy e di come la Dorrit avesse rischiato di far saltare il suo accordo.
Non gradiva fare la spia ma in guerra basta essere nel posto sbagliato, nel momento sbagliato per rischiare la pelle.
Non poteva mettere a repentaglio tutto per colpa di uno stupido errore altrui.

Vedo che sa mantenere fede ai patti fatti… e mi pare di capire che le piace giocare nella squadra vincente. Dopotutto le uniche lacrime amare sono quelle della sconfitta. *Stava rimirando il suo bicchiere attraverso il quale vedeva la sagoma distorta della Cortez.* Credo che siamo giunti ad un punto di svolta! Errori di tale calibro, come quello commesso dalla piccola Dorrit non possono essere tollerati. Lei che farebbe al posto mio, signorina Cortez? *Re Charles, ora non più nudo, con l’elmo e l’armatura si apprestava a far diventare la Cortez la sua spada.*

[tratto da "I vestiti nuovi dell'imperatore"]

Attenendosi alle sue aspettative, Widmore aveva reagito senza scomporsi e prontamente.
Quello che non poteva sapere era che, seduta dall'altra parte della scrivania, senza trono e senza corona, non c'era un semplice soldato ammaestrato ad obbedire gli ordini del re...
Aveva volutamente tralasciato la seconda parte degli eventi; quegli eventi che dovevano essere svelati solo dopo essersi assicurata la fiducia e l'approvazione di Charles.

In guerra, la verità è la prima vittima.*
Quella verità poteva risultare estrememante proficua per lei e altrettanto insinuosa per lui.

Si alzò per versare un altro goccio di whiskey e per cambiare il registro della conversazione.
-Non le ho ancora detto tutto. C'è stato un altro imprevisto ...
Si rimise a sedere e lo ammirò fremere per l'impazienza.
-Il signor Hume ci ha rintracciate. Voleva proporci una soluzione alternativa, chiamiamola così. Credo che il nome di sua figlia sia stato sufficiente per convincere la Dorrit ad abbandonare la "squadra vincente".
Il re e il suo trono ebbero un sussulto.

*[Eschilo]

*Prontamente la Cortez aveva eluso la domanda ma solo per gettare ancora più benzina sul fuoco. La Cortez aveva solo mosso un alfiere per cercare di fare scacco al re. Ma non certamente uno scacco matto.* Devo dedurre che il signor Hume non si sia sbilanciato, così come lei non si è sbilanciata sulla mia domanda... di cui attendo ancora risposta. Non deve preoccuparsi del signor Hume, signorina Cortez. Non è un problema così primario quanto lo è invece l'incompetenza della Dorrit. *Charles mosse la sua torre per mangiare l'alfiere appena mosso dalla Cortez.* Quindi... tornando alla domanda iniziale.... cosa farebbe al mio posto per risolvere questo spiacevole, chiamiamolo inconveniente?

Widmore doveva proprio amare le sue vesti da burattinaio.
Ancora una volta, impassibile davanti alle rivelazioni sul coinvolgimento di Penelope e Desmond, aveva roteato la spada in aria, rigirandola su se stessa e porgendola dall'impugnatura.
Passata di mano l'arma, scaricava su Ana la questione.

"Come agirebbe lei?"
Non c'era motivo per evitare di rispondere, in fondo lei sapeva cosa andava fatto.
-Bhè, semplice! Ci sono tre cose da fare.
Uno: lasciare che Naomi prosegua la strada che sta percorrendo per mettere alla prova la sua lealtà e scoprire cosa c'è davvero dietro la proposta di Desmond.
Due: trovare un diversivo per il signor Keamy per valutare come salvare l'accordo.
Tre: rintracciare Beatrice Klugh...perchè se il diversivo non funziona, lei è l'unica pedina che può mantenere quell'accordo in piedi.

Mandò giù il fondo del bicchiere e proseguì.
-Mi creda, ciò che otterremo da Keamy è decisivo per decretare quale squadra si aggiudicherà la partita.

*Il re, dapprima nudo, poi vestito ed ora armato. E la sua arma al momento si chiamava Ana Lucia Cortez.* Ana Lucia? Posso chiamarla Ana Lucia? Sa che disse Cesare Borgia in punto di morte? Disse: "Muoio impreparato" ...beh! Non credo, e spero che convenga con me, che la nostra squadra voglia morire impreparata. Le sue sono tutte soluzioni accettabili ma nessuna di queste è quella giusta. Perchè se ragiona su cosa sia meglio per la "squadra" dovrà convenire con me che il male va sempre estirpato alla radice... se capisce cosa intendo! *Termina il suo whiskey come se avesse assaporato finalmente il gusto della vittoria. Il gusto dello scacco matto. O sarebbe più consono dire scacco mortale.*

La spada dev'essere il prolungamento del braccio e Widmore voleva fare di Ana Lucia la sua spada.
Il re sentenzia e il boia esegue.
Solo che quella sentenza appariva così estrema e definitiva da spiazzare Ana.

Provò ad obiettare cercando di spiegare che non era la soluzione più adatta e sicuramente non la più giusta.
Widmore non sembrò dar peso alle sue parole.
Cominciò a pensare che avrebbe di nuovo dovuto decidere se oltrepassare il confine, se permettere a se stessa di macchiarsi ancora, se scegliere la guerra o la ritirata.

Adesso la sentiva la paura, ma non era Widmore a causarla, era la decisione in sè.
Da quel momento non avrebbe più potuto fare marcia indietro...
...e scelse di andarsene, rischiando di perdere tutto ma tenendosi ancora un briciolo di umanità.

*Il modo in cui era descritto Cesare Borgia si addiceva perfettamente anche a Charles. Non v'era uomo più acuto di lui d'occhio e d'orecchio. Mai in alcuno, infatti, erano unite, come in lui, le più rare doti dell'intelletto con sì perfette facoltà animali.. Ana Lucia sembrava convinta di procedere nel modo in cui lui riteneva più opportuno. Ma davvero poteva fidarsi? Non si fidava nemmeno dei suoi figli. Alzò il telefono e chiamò Stacy. La segretaria prontamente rispose.* Sì, signor Widmore?

Mi metta in contatto col signor Robert Graysmith!

*Stacy, sempre prontamente, digitò alcuni tasti e mise in attesa il signor Widmore. Poco dopo la voce della ragazza tornò ad essere udibile.* Il signor Graysmith è in linea, signore.

Salve signor Graysmith. Ho un incarico per lei.

Lasciò l'edificio tirando un sospiro di sollievo per non dover essere ancora al cospetto di quell'uomo, per essere riuscita -o almeno per aver provato- a tenergli testa.
La verità, però, non aveva sortito gli effetti sperati, presentandole un bivio di fronte al quale avrebbe finito con l'impazzire: da un lato la sua dignità umana, il libero arbitrio e per una volta una scelta diversa dalla morte; dall'altro lato il ricatto, quella promessa fatta da Ben che rappresentava la sua catena, il vincolo dal quale dipendeva.
Ancora una volta Ana Lucia si ritrovava a fare i conti con se stessa e con il proprio passato.
Ormai era inutile chiedersi come fosse finita in questa guerra senza vincitori.
La domanda fondamentale era: quale strada del bivio avrebbe preso alla fine? Quale scelta si sarebbe imposta? Quale sarebbe stato il piatto della bilancia più pesante?



C'è un momento in cui ogni scelta diventa irreversibile...*

*[Marguerite Yourcenar]