Gruppo 1 "OTHERSVILLE" [Ben, Isabella]

*Juliet aveva appena lasciato la loro casa e Ben si soffermò sulla finestra a guardarla svanire nella folta vegetazione. Sperava che quella non sarebbe stata l'ultima immagine della sua amata: la missione era pericolosa e lui sapeva bene e lo aveva provato sulla sua pelle che in guerra non si fanno prigionieri. E quella in corso era una vera e propria guerra, fatta di strategie di spionaggi e di attacchi violenti e inaspettati. Cercò allora di riportare alla mente il sapore di cannella delle labbra di Juliet riuscendo quasi a sentirselo di nuovo addosso. Poi voltò lo sguardo ed estrasse una lista dalla tasca: erano le persone inserite nel progetto "H.O.F." e alla posizione numero 7 di quella lista c'era scritto Juliet Burke. Richiuse il foglio ed entrò a depositarlo in un vano segreto nel muro della camera da letto; per quanto la amasse non poteva rivelarle del microchip. Un velo di tristezza solcò gli occhi di Ben, poi quasi affranto si diresse di nuovo verso la finestra ad osservare l'orizzonte. La sua attenzione fu catturata dalla frenetica corsa di una donna che sbucava dalla radura, cercò di mettere a fuoco l'immagine indossando i suoi occhiali da vista e poi con tono sicuro esclamò:* -Isabella?! Un altro pedone si sta avvicinando al Re!

*Prima che potesse bussare le aprì la porta:* -Salve Isabella, è un vero piacere rivederti. Ti stavo aspettando! *La scrutò con i suoi occhi vitrei e le preparò una sedia per accomodarsi.* -Come posso aiutarti oltre a darti conforto con la mia umile dimora? *In realtà Linus sapeva benissimo il motivo di quella visita e pensò che sarebbe comunque stato meglio ascoltare le motivazioni di Isabella, facendo finta di niente.*

*La gente che veniva a chiedergli dei favori, lo faceva sentire importante. Il desiderio di onnipotenza del Dottor Linus non si era mai sopito e sapere che qualcuno potesse dipendere da lui gli procurava uno strano senso di eccitazione. Guardò fisso negli occhi la donna e per un attimo riuscì a leggere in lei una reale disperazione amorosa. Poi di colpo, ruppe gli indugi, le mise un braccio sulla spalla, forse molto più simile ad un serpente viscido che ti si strofina contro, pronto alla presa mortale.* -Il caro e mai vecchio Richard eh?! Posso aiutarti e lo farò ma poi tu dovrai fare qualcosa per me. Sei disposta a rischiare per rivederlo sano e salvo? *Scostò di nuovo il braccio, sapendo che la possibilità di rivedere l'uomo le avrebbe fatto promettere di tutto.

-Sarò chiaro e te lo ripeterò una volta sola: riavrai Richard, te lo prometto ma poi tornerai immediatamente qui. *Stoppò per un attimo il discorso per andare nella sua stanza e poi ritornò con un cofanetto, lo aprì lentamente e ricominciò la spiegazione:* -In questa provetta c' è un virus ad alta intensità che provoca vomito e perdite continue di senso per settimane. Sai bene che l'isola è divisa in due fazioni nemiche oramai e tu sei la persona "neutra" che si aggira ancora su entrambi i territori come se fossero ancora un'unica entità. Ad est dell'accampamento di Eloise c'è una fonte dove i suoi uomini procurano l'acqua necessaria per il fabbisogno giornaliero del gruppo. Voglio che la prima notte in cui tornerai sull'isola tu vada a sciogliere il virus in quell'acqua senza farti notare. Ovviamente non dovrai parlare a nessuno della tua missione, nemmeno a Richard! Sono stato chiaro?!

*Ben annuì e consegnò lo scrigno ad Isabella. Poi tirò fuori una mappa ed indicò un tratto di costa non molto distante dagli alloggi Dharma:* -Arriva su questo tratto di costa, dove c'è un piccolo molo e chiedi di Micheal. Ha una piccola barca a motore, saprà condurti lui lontano da qui. Hai 48 ore per tornare sull'isola. Se non lo farai verrò a cercarti...personalmente! *Queste ultime parole mutarono anche il suo umore ed iniziò a guardare Isabella quasi in cagnesco.*