Gruppo 11 "TRADIMENTO" [Ana Lucia, Keamy]

Era sempre stata d'accordo con Bukowski: l'attesa è una di quelle cose che fa impazzire la gente.
Mentre si aspetta vengono in mente i pensieri più assurdi, quelli che avresti voluto non ricordare, quelli che avevi rinchiuso in un cassetto remoto, quelli che ti inducono a costruire connessioni mentali che non avresti nemmeno immaginato. E non si riesce proprio in nessun modo a spegnere il cervello.

Ci stava provando ma non funzionava.
Attendere significa non far nulla e per lei il nulla era sinonimo di snervante.
Snervante come quel foglietto stropicciato con cui continuava a giocherellare, quel foglietto che sembrava essere diventato la sua costante (purtroppo), il suo leitmotiv.


Seduta su quella panchina del parco cercava di ingannare il tempo osservando i passanti ma la tentazione di guardare l'orologio era più forte di lei.
16.23
8 minuti di ritardo. Questo Signor Keamy cominciava proprio con il piede sbagliato!

* Martin si stava recando nel parco, stava con un leggero ritardo ma non gliene importava più di tanto, era un pochetto agitato per via della questione di Eloise. Martin era imbottigliato nel traffico al centro, ma ormai era quasi arrivato, non sapeva qual' era il motivo per cui Ana Lucia lo voleva vedere, non riusciva a capire cosa volesse da lui. Martin era arrivato nel parco aveva parcheggiato la macchina non poco distante da lì... Ed ecco che era arrivato davanti ad Ana lucia con 15 minuti di ritardo:

-Ana, il motivo di questa visita? Non ho tempo da perdere quindi dimmi cosa vuoi?

Non solo la puntualità era una virtù ormai in disuso, quel tizio aveva anche la faccia tosta di presentarsi in modo burbero e frettoloso. AnaLucia non potè evitare di pensare che quella maledetta lista di Linus era piena zeppa di casi umani antisociali: prima Boone e ora quell'energumeno.
Se non altro, quantomeno, si poteva chiaramente intuire che nessuno dei due era entusiasta di quell'incontro e che ad entrambi non pareva il caso di perdere tempo in chiacchiere inutili e formalità.

-Bene, signor Keamy, dato il suo pragmatismo verrò subito al dunque.
Si tolse gli occhiali da sole e sollevò da terra una valigetta nera Hulliburton poggiandola nello spazio che la separava dall'uomo.
-Lei ha qualcosa che io voglio e sono pronta a pagarla profumatamente.

* Quella valigetta conteneva due milioni di dollari in contanti, Martin era felicissimo alla vista di quei soldi ma ancora non gli era ben chiaro effettivamente Ana Lucia cosa volesse da lui, ma qualunque cosa volesse non poteva rifiutare quando in ballo c'erano tutti quei soldi...

- ebbene Ana questi soldi per cosa sono?

Quando si dice che il denaro non può comprare la felicità! Quella di certo no, ma gli uomini possono essere comprati e rivenduti come merce al mercato. Alcuni sono persino in svendita, si lasciano convincere facilmente, ammaliare dagli zeri, inebetire dal colore dei soldi.

Mercenario e avido, Keamy si era mostrato ben disposto davanti a quella valigetta aperta. Adesso stava a lei porre la questione nei termini più congeniali.
-Per cosa sono? Sono il lauto compenso che riceverà seduta stante semplicemente riferendomi quello che sa.
E' un compromesso molto vantaggioso, non crede?

* A Martin non gliene fregava niente di "vendere" Eloise e ne tanto meno a chi, sia se era Ben oppure Widmore, ma comunque era curioso per chi stesse lavoravando Ana Lucia, non sapeva nemmeno di preciso cosa volesse...

-Ana è un compromesso molto vantaggioso ma cos'è di preciso che vuoi sapere? Dei nomi, dei luoghi, che uccida qualcuno o qualcos'altro? Ma prima che mi rispondi voglio sapere per chi stai lavorando... sai semplice curiosità.

Doveva cercare di confondere un po' le carte in tavola per portare più acqua possibile al suo mulino.
Il suo mulino apparteneva a Ben e Keamy era l'acqua proveniente dalla fonte di Eloise.

- Diciamo che al momento ci sono due squadre in campo. Ti stiamo offrendo la possibilità di entrare in questa squadra e, come puoi vedere, 2 milioni di dollari sono davvero un grosso ingaggio. Per dimostrare la tua fedeltà alla causa, basta che tu mi dica come si è mossa fino ad ora la squadra avversaria e soprattutto come si muoverà.

*Martin aveva capito tutto, Ana Lucia voleva avere delle informazioni su Eloise, cosa aveva in mente di fare... Martin voleva stare nella squadra che pagava di più e in questo momento era senza ombra di dubbio la squadra di Ana Lucia.

-Ok Ana, ci sto. Eloise mi ha dato una lista con dei nomi e con delle coordinate, non so di preciso cosa ci vuole fare con queste persone ma mi ha incaricato di portarle in un posto... La lista sta in un posto sicuro. Te la farò recapitare io, meglio non vedersi più, non è più sicuro di questi tempi.

I piani di Eloise erano più articolati del previsto. Per qualche istante aveva persino dimenticato di essere lì per conto di Ben e la curiosità aveva preso il sopravvento. Chi erano queste persone? Perchè erano su questa ennesima lista? E soprattutto dove, dove voleva portarle Eloise?
Si trattava di domande ovvie davanti alle rivelazioni di Keamy ma non poteva pronunciarle ad alta voce, mostrando un eccessivo interesse per la faccenda.
I termini dell'accordo sembravano ora più promettenti che mai e doveva assolutamente assicurarsi di riuscire ad avere la lista e le coordinate nelle sue mani.

-Credo lei abbia ragione, signor Keamy. La posta in gioco mi sembra davvero alta. Ovviamente il nostro patto sarà valido a condizione che lei porti a termine quanto detto, altrimenti non vedrà neppure un solo dollaro.
Estrasse dalla tasca un pezzo di carta ed una penna e segnò un indirizzo e un numero di telefono.
Ripiegò il foglio accuratamente e glielo porse.
-Questi sono dei recapiti sicuri. Non esiti a contattarmi quando avrà ottenuto quelle informazioni e faccia in modo che ciò avvenga il prima possibile.

Mentre si preparava a congedarsi, precisò la clausola più importante del loro contratto.
-Ah, le ricordo che se anche una sola parola di questo incontro giungerà alle orecchie della signora Hawking o di chiunque altro, potrà dire addio non solo ai soldi ma anche alla sua presenza in squadra, in qualunque squadra. Sono sicura che capisca perfettamente le circostanze.

*A Martin le minacce di Ana Lucia non gli facevano per niente paura ma aveva ragione, questa conversazione non era mai avvenuta.*

-Ana, questa conversazione, come hai detto tu, non è mai avvenuta, la lista ti verrà consegnata nell'arco di pochi giorni, spero per te che non mi stai fregando.

Detto questo Martin prima di andarsene diede un'ultima occhiata in giro per sicurezza e se ne andò.

Dopo un breve momento di saluti e di silenzio mentre Keamy si avviava verso l'uscita del parco, AnaLucia cercò di fare un quadro della situazione.
Era davvero colpita dal progetto ambizioso che Eloise stava mettendo in piedi. Forse stavolta anche Ben si sarebbe stupito dalle potenzialità di quella donna.
C'era ancora molto da capire sui suoi movimenti e sui suoi scopi ultimi.

Tuttavia non poteva far molto di più: doveva limitarsi nuovamente ad attendere, attendere che Keamy le facesse recapitare quella lista e quelle coordinate, mantenendo fede all'accordo.

L'attesa la rendeva nervosa e pensierosa.
La gente vive aspettando e finisce per morire mentre aspetta.
Doveva trovare un modo per riempire quell'attesa.