Gruppo 10 "SYDNEY" [Boone, Charlie]

Tema: Scontro tra titani.

[Sydney, Set di Exposè - Gennaio 2005]
Complimenti Boone! *la voce di Bran risultava sempre stridula ai suoi orecchi* Bel lavoro ragazzi! Ben Fatto! *Voci. Voci accavallate l’una sull’altra. Voci maschili. Voci femminili. E la sua testa stava per scoppiare. Non avrebbe mai pensato che fosse così logorante recitare. Si sedette su una sedia e reclinò la testa all’indietro

si portò indici e medi di ciascuna mano alle tempie e iniziò a massaggiarle. Non poteva fare a meno di guardare le sue nuove dita, e con esse la sua nuova vita. Una vita sotto lo stretto controllo di Sabrina Carlyle.*

*Bran era il suo manager temporaneo. Uno dei tanti lacchè di Sabrina. Dopo essere “tornato” Sabrina si stava comportando da madre apprensiva, cosa che in teoria avrebbe dovuto fare molto tempo prima. Ma quel che è stato, è stato.* Boone… il produttore di Exposè mi ha detto che non devi morire per forza. Che se vuoi puoi tornare nello show come regular. *L’avventura era durata già abbastanza. Il set non gli dava le stesse sensazioni di… ricontrollò le mani e guardò sorridendo Bran* Ascolta! Sono solo una guest star, e tutti sappiamo cosa succede alle guest star! *Lapidario, Boone si allontana da Bran avviandosi verso l’uscita del set.*

Boone!!! *Bran ancora si sbracciava evidentemente cercando di arraffare più torta possibile. Dove lui era la torta. O meglio lo erano i soldi di Sabrina. Bran rincorse Boone fino a raggiungerlo quasi all’uscita. Boone voleva solo tornare a casa.* Senti Boone… capisco che Exposè è una serie di seconda categoria. Ma ho un altro progetto per te… *cercò nella borsa dei fascicoli e glieli porse con un sorriso famelico. Bran sembrava una iena che attende il turno del pasto.* Stai scherzando, Bran! Vero? Vampiri? Dovrei partecipare ad un serial sui vampiri? No, grazie! Me ne torno a casa. Ho già fatto il biglietto aereo.

*Bran lo seguiva ancora come un cagnolino e il fastidio della sua voce gli procurava ancora più mal di testa.* Senti Boone! Ragiona! Andiamocene in hotel. Mangiamo qualcosa. Beviamo una birra e a mente più lucida ne riparliamo. Che ne dici? Dai… ti do un passaggio! *Ossessione. Ossessione pura quella di Bran. Che quando gli dicevi “no” capiva “forse”. E poi lui odiava la birra. Voleva andarsene. Voleva solo tornare a casa. *Bran… ho detto di no. Torno all’hotel a piedi. Non è distante. È la seconda volta che vengo a Sydney e non sono mai riuscito a visitarla. Stammi bene. *Ma ciò che Boone non poteva sapere è che le cose non sarebbero andate come voleva. E avrebbe rimpianto quel passaggio per l’hotel.*

‎[Sidney] Un altro *disse alla barista che senza dire una parola glielo versò. Da quando Jack se n'era andato era rimasto solo a Sydney. La televisione nel pub, accesa su un canale musicale, rompeva il silenzio di un lugubre e caldo pub australiano*
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‎*L'alcool incominciava a farsi sentire e paradossalmente i suoi pensieri si fecero più lucidi. La lontananza di Claire e la vicinanza di Aaron lo facevano soffrire ed era rimasto a Sydney per andare a trovare l'unica persona vicina a lui, suo fratello. Ma fin'ora non ne aveva avuto la forza.

‎*Dopo un'altra mezzora aveva deciso di levare le tende, forse per andare da Liam, forse per andare a vomitare.* Tieni il resto *Lanciò dei soldi sul bancone e si alzò barcollando. Un tizio pelato che aveva imbucato la 8 iniziò a urlare attirando l'attenzione di Charlie che guardò verso il tavolo da biliardo finendo così addosso a un omone che puzzava di tabacco*

*Aveva una bandana e dei lunghi baffi biondi, spinse la rockstar* "Hai problemi moccioso?!" *disse spingendolo ancora. Era forse più ubriaco di Charlie.* "Hai bisogno di una bella lezio.." *ma non fece in tempo a finire la frase. Charlie gli aveva già tirato un pugno. La rissa iniziò.*

[Sydney] *Svoltò l’angolo e lo vide.

Non avrebbe dovuto fermarsi. Sarebbe stato come in uno di quei film tristi dove il protagonista triste si ferma al bar e inizia a bere da solo. Però aveva ancora tempo prima che il volo decollasse. Magari, come suggerito da Bran, avrebbe bevuto qualcosa. Ma non una birra. Un Martini. Mise la mano sulla maniglia. Dopotutto un Martini non gli avrebbe fatto male. Infatti non sarebbe stato un Martini a fargli male.*

*Il destro di Charlie non aveva sortito l'effetto desiderato. L'omone, che non aveva minimamente accusato il colpo, si tuffò addosso alla rockstar, che riuscì a evitarlo una prima volta, facendolo finire addosso a un tavolo, e anche una seconda. Ma ormai era chiuso in un angolo, aveva i secondi contati.*

*Entrando nel bar vide ciò che si può ritenere indiscutibilmente banale. Forse non aveva ancora terminato le riprese di Exposè. Una classica rissa. Che scena tremendamente banale. Poi lo riconobbe, spiazzandolo. Forse non gli serviva aiuto. Forse non sarebbe dovuto intervenire nonostante il rimorso lo divorava come un cancro. In passato aveva fatto la scelta migliore. Ovviamente la scelta migliore per se stesso. Ma la distanza tra se stesso e la rissa si accorciava, quasi come se non se ne accorgesse. Si mise in mezzo ai due.* Hey ragazzi. Calmatevi. *Aprì le braccia come se potesse placare la rissa con quel semplice gesto. Poi si voltò verso Charlie.* Che diavolo stai facend….. *Un pugno all’altezza della tempia gli smorzò l’ultima parola e sbattè contro un tavolino, rovesciandolo, finendo a terra.*

*Il tizio che si era preso il pugno al posto suo fece un bel volo e finì a terra. L'energumeno, dopo quel destro potente, aveva placato la sua sete di vendetta e se ne andò a pisciare.* Hey tutto bene?! *Charlie si piegò sulle ginocchia e girò il ragazzo a terra in modo da poterlo vedere in volto.* Boone?! *disse sorpreso* Cosa ci fai qui?! Come?!...Dove?!...Sei vivo?

*Boone era a terra, stordito, arrabbiato. Arrabbiato sia per essersi messo in mezzo, sia per la figura pessima che aveva fatto. Cercò di sollevarsi sui gomiti.
Ma evidentemente il colpo era stato più duro di quel che gli sembrava. La faccia di Charlie diventò solo un’ombra e la sua voce solo un presagio di sventura. Un’eco lontana… * Sei vivo…. *Poi fu solo il buio.*

[Sydney, St.Vincent's Hospital] *In qualche modo era riuscito a guidare fino all'ospedale più vicino. Seduto in sala d'attesa ad attendere, appunto, che Boone uscisse dalla camera a fianco. Passò un'infermiera che trasportava un carrellino, la guardò, la porta si aprì, Boone uscì scocciato e con un cerotto sullo zigomo.*

[Sydney, Saint Vincent's Hospital] *Uscì dalla camera e oltrepassò Charlie, neppure guardandolo in faccia. Si avviò verso l’uscita con la stessa destinazione: casa. Premette il pulsante dell’ascensore e si portò una mano al viso, dove era stato colpito. Si voltò e alzando la mano in cenno di saluto disse in tono acido: * Addio Charlie! Stammi bene!

*Vedendo Boone allontanarsi si alzò dalla sedia* Hey aspetta, cosa ti ha detto il dottore? *La sua domanda non ebbe risposta* Non fare l'offeso! Non ti ho detto mica io di intervenire! Avevo la situazione sotto controllo!

*Continuava a premere in modo compulsivo il bottone dell’ascensore ignorando le parole di Charlie. Controllò l’orologio al polso. *Cazzo! Grandioso Charlie! Mi hai fatto perdere l’aereo! *Intanto ripremeva il bottone come se schiacciandolo ripetutamente avesse accelerato i tempi.*

Hey aspetta *lo rincorse per il corridoio fino all'ascensore* L'aereo l'hai perso, no?! Non c'è bisogno di tutta questa fretta, ti accompagno io...dove alloggi? in una casa? in hotel?

Grazie Charlie! Chiamerò un taxi. *L’ascensore era finalmente arrivato e trasse un leggerissimo, impercettibile sospiro di sollievo.* Soggiorno all’Hilton… qualcosa decisamente fuori dalla tua portata. *Ed entrò nell’ascensore ancora accarezzandosi il volto.*

*Disposto ad accettare tutte le frecciatine dello snob americano Charlie mantenne il suo finto sorriso* Ma no, insisto, sono di strada! *Entrò nell'ascensore subito dopo Boone* Anch'io alloggio nel tuo stesso hotel! *solamente una volta arrivati a destinazione Charlie avrebbe detto a Boone che in realtà non aveva una camera all'Hilton e, visto che era al verde, se poteva prendergliene una.*

*L'ascensore scendeva e Charlie ormai aveva capito che l'incontro con un passeggero del volo Oceanic 815 non era mai casuale, il destino li attendeva.*