GRUPPO 6 "BAGNOREGIO #2" [Kate, Sun]

La fernesia di pochi attimi prima,le parole concitate di Charlotte e Sawyer,tutto finito....i due erano corsi via a cercare quella porta con la gioia di bimbi a cui erano stati portati tanti pacchi da aprire...
Sun,che si era comunque tenuta un po' in disparte,ora era sola nella stanza dei monitor;sollevò una gamba dei pantaloni e prese il telefono che aveva legato al polpaccio,gentile dono di Charles Widmore,con cui avrebbe dovuto compiere il tradimento dei suoi compagni e della cara signora Hawking....
Le bastava premere il tasto di invio chiamata,nulla di più semplice,il numero era già in memoria,un solo click e forse sarebbe finito tutto bene...sarebbe tornata sull'isola con Jin,avrebbero concepito la loro bambina e poi il finale degno della più bella fiaba mai scritta...
Ma Sun sapeva bene che nulla di tutto ciò era garantito,soprattutto se chi doveva decidere il finale di quella fiaba si chiamava Widmore o Hawking...
Con in mano il telefono,che girava e rigirava nervosamente,completamente assorta nei suoi pensieri,Sun non si era assolutamente accorta che qualcuno alle sue spalle stava osservando i suoi movimenti....

E poi, i sogni, anche se lucidi come quello appena finito, quelli che ti lasciano un graffio sul braccio come souvenir, finiscono.
E quando, aprendo gli occhi, ti ritrovi ancora lì, nel luogo più insulso ed opprimente dell'intero pianeta, riesci a rimpiangere anche un sogno spiacevole come l'ultimo. E se, guardando fuori, quei dannati piloni ti chiudono ancora ogni possibile di fuga, riesci a sentire nostalgia persino delle sbarre di una cella -sì, quella dalle quale, ormai, si era quasi pentita di essere evasa-.
Decise di ignorarli e si incamminò verso la stanza dei monitor, dove si aspettava di trovare lo scienziato ricucito e il solito depresso -ma non troppo- James. Non trovò nessuno dei due, ma qualcuno di assolutamente inaspettato.
Qualcuno che stava decisamente torturando qualcosa tra le mani. Qualcuno che dopo qualche secondo si accorse della sua presenza, si voltò a guardarla e, come un bambino scoperto a rubare la marmellata, tentò di mettersi in salvo, provando a nascondere goffamente il cellulare che aveva appena smesso di torturare. Kate restò ad osservarla sulla soglia.

"Sun?? Che cosa... Che cosa ci fai qui?"

Sun sobbalzò,era certa di essere sola,ma non sapeva che c'era ancora qualcuno in quel posto strano...istintivamente nascose ciò che aveva fra le mani,non era certa di averlo fatto in tempo per impedire al suo osservatore di scoprire di cosa si trattasse,poi riconobbe quelle inconfondibili lentiggini...
'Kate?...tu?Anche tu qui?'
Non sapeva che anche lei era stata relegata in quel paesino dimenticato da tutto e da tutti ma rivederla fu per lei un momento di pura gioia,una cara amica che non vedeva da tempo:il viso le si illuminò in un sorriso ed istintivamente la abbracciò,contenta di vedere qualcuno che non avesse sempre quell'aria scocciata come la madama dai capelli rosso fuoco...
'Kate,che bello rivederti....ma....ti sapevo in prigione....ora invece sei qui,in questo posto abbandonato...'
Sun pensò a quanto fosse strana quella coincidenza,se di coincidenza si trattava...

Kate non si mosse di un passo. Rimase ad osservare quella stranissima Sun e le sue confuse azioni. Anche quando Sun la abbracciò, non fece nessun tipo di movimento per ricambiare quello slancio d'affetto. Non subito almeno, passò qualche secondo prima che le sue braccia si decidessero a stringere la coreana. Gli stessi secondi che impiegò la sua mente ad allontanare qualche inutile ed infondato sospetto. Sun, probabilmente, non stava nascondendo un bel niente, era solo la nuova vittima di quella maledetta desolazione. E, sicuramente, ormai ne era certa, non sarebbe stata nemmeno l'ultima. L'abbraccio si sciolse.

"Sono arrivata con James. Ci ha mandati qui Eloise, dopo averci tirati fuori di prigione entrambi. O almeno credo... Solo non ho ancora capito perché."
Disse, indicando con un eloquente cenno della testa, l'assoluta tristezza che li circondava.

"Tu sai qualcosa? Che diavolo ci facciamo qui?"

Sperò con tutta se stessa che la donna avesse una risposta, una qualunque, la fissò provando a leggergliene sul viso una. Ma non ne vide nessuna.

Eloise....ancora lei....'Vorrei esserti d'aiuto Kate ma ne so quanto te...'
Aveva sentito poco prima un po' di diffidenza da parte di Kate in quell'abbraccio,che sospettasse qualcosa?
Aveva forse visto che era in possesso del telefono?Non sapeva cosa fare,mentire anche a lei o confidare finalmente a qualcuno le sue pene?
Quasi senza pensare iniziò il suo discorso....
'Vedi Kate...anch'io mi trovo qui grazie a quella donna...mi ha mandato in Italia perché dovevo incontrare Charlotte ed insieme a lei entrare in questo paesino...Non so perché sono qui,non so perché tutti noi siamo qui...'
Poi tirò dalla tasca il telefono che prima aveva nascosto e lo mostrò a Kate...
'In realtà io lavoro per Widmore...mi ha promesso di farmi tornare sull'isola per riavere la mia Ji Yeon...fuori non c'è speranza per me e Jin...'
Delle lacrime solcarono il suo viso...pronunciare il suo nome ad alta voce le lacerava sempre il cuore...aveva sempre in mente le parole pronunciate dalla sua piccola l'ultima volta che l'aveva sentita...
'Tu mi capisci,Kate?Sei stata madre anche tu...non faresti di tutto per tuo figlio?'

"io lavoro per Widmore." e Kate ebbe l'istinto di fare un passo indietro, di allontanarsi da lei, cos'era? una spia?
"mi ha promesso di farmi tornare sull'isola per riavere la mia Ji Yeon.. fuori non c'è speranza per me e Jin..." e l'istinto spingeva in direzione opposta, avrebbe voluto abbracciarla, confortarla, soccorrere quella madre disperata.
"Sei stata madre anche tu...non faresti di tutto per tuo figlio?" e l'istinto le disse semplicemente di sedersi, lì per terra, perché le gambe non avrebbero retto, non più. Aveva ignorato quel sentimento troppo a lungo, ingannando tutti. Aveva osservato in silenzio il dolore di Claire, Charlie, Jack, mettendo a tacere il suo. E nessuno, mai, sembrava essersi accorto che Kate aveva perso Aaron, quanto e come loro. Ma due volte: la prima volta, decidendo di mettersi da parte, sempre, sin dall'inizio. Perché era Claire sua madre e doveva essere così, semplicemente, questa volta; la seconda, su quell'elicottero. Nessuno, prima di adesso. E le parole di Sun la confortarono e colpirono nella stessa, identica misura.
"Io non ho più un figlio, Sun. Non ne ho mai avuto uno."
Teneva lo sguardo basso e nemmeno riusciva a capire quanto fosse vera o falsa l'ultima frase.
"Ma... Widmore?" Rialzò lo sguardo, liquidata la parte dolorosa, tornò a cercare il viso disperato della coreana. "Sun, davvero, come puoi fidarti di lui?"

Kate seduta,quasi raggomitolata,le sembrò una bambina bisognosa di conforto e così Sun si piegò sulle ginocchia per guardarla negli occhi,le mise le mani sulle spalle e pronunciò le parole che forse Kate avrebbe dovuto sentire tempo addietro...
'Tu non hai mai avuto un figlio?Solo perché non lo hai portato in grembo non significa che tu non sia stata sua madre...lo hai protetto da tutto e da tutti,ti sei presa cura di lui,lo hai tirato su per tre anni con tanto amore e senza mai fargli mancare nulla ed infine sei riuscita anche a rinunciare a lui per il suo bene,perché tornasse con Claire....
Concepire un figlio fa di una donna una madre?Amarlo senza più vedere dove iniziano i suoi bisogni e finiscono i tuoi,questo è essere madre e tu per Aaron hai fatto tutto questo....Se almeno una volta nei tre anni trascorsi con lui hai sofferto per quel bambino,puoi considerarti sua madre....
Per questo puoi capire ciò che ho intenzione di fare,Kate....Credi che io possa davvero fidarmi di tipi come la Hawking o Widmore?Lo credi davvero?Hai visto coi tuoi occhi di cosa sono capaci entrambi...No,non mi fido affatto,di nessuno....ma se questa telefonata può farmi riavere la mia bambina....io la farò!
Anch'io l'ho abbandonata per cercare suo padre,perché era giusto che stesse anche con lui e così facendo l'ho persa...ma ora ho una possibilità di ritrovarla e di formare con mio marito la famiglia che ho sempre desiderato...comprendi i motivi di ciò che sto per fare...ti prego...'
Strise più forte le spalle di Kate nel tentativo di convincere la ragazza che non aveva altre alternative....

Parole che aspettava di sentire da tanto. Parole di cui aveva bisogno. Parole rassicuranti. Parole dolorose. Tutte, una per una, colpirono nel segno, risvegliando ricordi e sentimenti assopiti che immediatamente respinse di nuovo.
Spostò le mani di Sun dalle sue spalle, le emozioni non potevano prendere il sopravvento e allontanare quella pericolosa realtà.

"Capisco le tue motivazioni, Sun, ma come fai a fidarti della parola di quell'uomo? Non mi importa niente della Hawking. Non mi importa niente di questo posto. Non ho niente da difendere qui, se non le nostra vite."

Qualche secondo di pausa, per trovare il coraggio di strappar via la speranza a quella donna, che già una volta nel tentativo di ridare un padre a sua figlia, le aveva portato via anche sua madre. Quella donna aveva un disperato bisogno della speranza, anche una folle, come quella alla quale si stata aggrappando.

"Ti stai solo illudendo Sun, quella telefonata darà soltanto il via all'ennesima guerra, non ti restituirà tua figlia."

Occhi dolci e compassionevoli.
Parole dolorose, ancora. Ma dolorose e basta. Non erano rassicuranti, né dolci, solo spietate e ciniche.

Le parole dure di Kate la ferirono e non poco,avrebbe desiderato avere il suo appoggio o,quantomeno,un po' di conforto ma purtroppo aveva ragione...ne valeva davvero la pena?......

'E' vero Kate...potrei scatenare un'altra guerra con quella telefonata...forse le possibilità che tutto finisca come voglio sono pochissime,addirittura nulle...ma....io devo provarci....se c'è anche una sola possibilità contro un milione di poter rivedere mia figlia,io la userò altrimenti non riuscirei mai a perdonarmelo....
Perdonami tu,se puoi...'


E detto questo le girò le spalle,prese il telefono ed inviò la chiamata....'Signor Widmore...sono Sun,mi trovo in Italia,in un paesino chiamato Bagnoregio....si,la Hawking mi ha inviato qui....dovevo aiutare Charlotte ad entrare nel paese che è circondato da piloni sonici....dovrebbe trovarsi a circa due ore d'auto o poco meno da Roma...oltre me ci sono James Ford,Charlotte Lewis,Daniel Faraday e......Kate Austen...il paese è abbandonato ma sembra esserci una stazione Dharma con macchinari,computer e monitor...io mi trovo proprio lì dentro....sì...d'accordo.'
Con un click chiuse la comunicazione,in quel preciso istante il suo cuore si spezzò...

Non ebbe il coraggio di girarsi ed affrontare il suo sguardo....

Quelle parole dolorose, spietate, ciniche non strapparono via nessuna speranza. E forse era prevedibile. Perché nessuna madre metterebbe la propria vita davanti a quella di suo figlio. E Sun mise davanti a tutto l'illusione di poter riavere la sua. Non riuscì a provare nessuna rabbia nei suoi confronti, solo un poco nobile senso di pietà. La osservò comporre il numero, la sentì parlare al telefono e firmare, forse, la loro condanna a morte. Avrebbe dovuto strapparle quel dannato cellulare dalle mani, ma rimase immobile, a guardare. Guardare e basta.
Quando la coreana si voltò verso di lei, a telefonata conclusa, si fissarono in silenzio. Il senso di colpa raccontato dagli occhi a mandorla incrociò la rassegnazione impregnata negli occhi verdi di Kate.
Era finita, forse. Kate si voltò e si incamminò verso la porta, fece pochi passi prima di fermarsi di nuovo. Girò appena il viso.

"Io non devo perdonarti, Sun. Forse dovrai farlo tu. Non posso mantenere il tuo segreto stavolta."

Uscì dalla stanza, sperando di trovare Sawyer e poi cercare insieme un modo per sopravvivere, come sempre.