GRUPPO 1 "NIGERIA" [Desmond, Keamy, Naomi, Penelope, Zoe (PNG)]

Introduzione: Desmond, uscito dalla stazione Lo Specchio, decide di trovare il modo di andarsene dall'Isola per salvare Penelope. La sua soluzione è Ben: darà a Linus le informazioni ricevute al Cigno sullo status della sickness, in compenso dovrà fargli lasciare l'Isola.
Ben accetta e Desmond riesce a raggiungere la terraferma, dove, dopo essersi messo in contatto con Charles Widmore, parte alla volta della Nigeria con una task force costituita da Keamy, Zoe, Naomi (recuperata dagli uomini di Widmore a Tunisi) e un manipolo di mercenari.

Spoiler:

[Lagos, edificio nei pressi del porto.]

*Si trovavano a Lagos. Lagos, che deriva dall'antico "Eko", cioè "campo di guerra" secondo l'antica lingua degli Uruba, antico popolo nord africano. Lagos, stava proprio per diventare un campo di battaglia, nella zona porto, alla capitaneria, per salvare la sua amata. Romanticismo moderno. Aveva trovato divertente questo fatto Desmond, leggendo gli opuscoli informativi trovati vagando per la città, alla ricerca degli uomini di Widmore ma sopratutto di Martin, l'unico uomo, purtroppo, che lo poteva aiutare a salvare Penny. Buio. Umido. Una luce illuminava una serie di Mappe della Capitaneria, la nuova prigione di Penelope. Un puntino rosso indicava la cella dove, secondo Benjamin, era custodita la sua amata. Martin aveva predisposto tutto, avevano scandaglaito il terreno, sondato minibande e, avvalendosi dell'aiuto di Charles Widmore e di alcune sue affidate pedine, stavano preparando l'assalto finale. Non stava nella pelle, aveva paura, ansia. Guardò Martin negli occhi. Se i suoi trasudavono paura e speranza, Martin sembrava un bambino a cui avevano regalato il primo giocattolo, un fucile in legno, con un gelato alla crema in mano, pronto a divertersi assaltando il fortino degli indiani, presidiato da altri amici. A spese del divertimento, di qualche livido blu e di un pò di fango. Solo che il legno era metallo, il gelato una radiolina. A spese di sangue altrui, e a qualche centinaio fogli verdi con su il ritratto di Benjamin Franklin, firmati Charles Widmore. Desmond si chiedeva, se dopotutto, tutto questo era necessario. Cosa avrebbe mai potuto fare per salvare Pen se non affidarsi a lui, Zoe e Naomi?*

[Martin Keamy]

* Martin aveva predisposto la missione di salvataggio sopra un terrazzo di un edificio di fronte alla capitaneria nigeriana, stava riflettendo sugli ultimi dettagli, nulla doveva andare storto, oltre a starci la vita di Penny in ballo (anche se non è che gli importasse più di tanto) ma si stava giocando anche la sua reputazione e i soldi di Charles Widmore. La capitaneria nigeriana all'esterno era controllata da tre guardie, due all'interno di una jeep e un'altra era al telefono di fuori, mentre all'interno era molto più complicato, l'edificio era composta da due corridoi A e B ma non sapeva il numero di guardie che erano appostate all'interno. Il cecchino più qualificato dalla lontana distanza era Zoe e Martin lo sapeva:

- Zoe prendi quel dragunov dentro la valigetta e sbarazzati di quelle tre guardie che stanno là di fuori. Si da inizio allo spettacolo: niente errori.

L'artiglieria che Martin aveva portato nella missione era composta da: 3/4 pistole, un rpg, un dragunov (fucile da cecchino) e 3/4 fucili d'assalto semi automatici.

Dio combatte insieme a chi possiede l'artiglieria migliore. (Napoleone Bonaparte)

"Martin mi hai preso per una novizia?" *Ride sarcasticamente. Cecchino e madre. Che perfetto binomio.* "Credo che userò la mia bambina..." *Si appresta a mostrare a Martin la sua arma preferita. La prende con delicatezza e l'accarezza, quasi come fosse Sophie. Ma ora non c'è tempo di pensare alle smancerie.* "Carabina Remington modello 40-XS MLR calibro .338 Lapua Magnum è la migliore arma da sniper a lunga distanza disponibile oggi sul mercato."


"Canna bottonata flottante in acciaio al carbonio brunita con freno di bocca. Calciatura McMillan A5 in Kevlar rinforzato, regolabile in lunghezza e in altezza, con bedding in alluminio. Dici che può bastare Martin?"
*Gli altri scendono dal tetto e si posizionano nei posti prestabiliti restando in contatto con una radio. Zoe si apposta sul tetto. Posiziona la sua bambina. E poi parlando alla radio, diretta a Keamy:* "Hai detto 3 guardie?"
Bang
"2 guardie"
Bang
"1 guardia"
Bang
"Strada libera. Io vi raggiungo."

*Aveva perfezionato la sua tecnica da quando l'aveva reclutata Widmore. Ora sapeva impugnare un fucile perfettamente ed aveva un mira infallibile, perfetta. Tanti uomini, armati fino al collo, si dirigevano verso di loro. Quanti ne erano? 1, 2, forse 10, ma a chi importava?! Zoe li stava ammazzando tutti, uno per uno. Non gliene sarebbe sfuggito uno. Dall'alto si notava solo rosso sul terriccio fangoso, nient'altro. Appena piegava l'indice della mano destra...BOOM e finivano in una pozza di sangue. Poveri ingenui. ''Niente errori, massima concentrazione.'': così gli aveva ripetuto più volte Keamy. Le sembrava d'esser finita in un videogames, magari Syphon Filter, il suo preferito, in cui le guardie sono tutte uguali, con armi probabilmente troppo sofisticate per le loro capacità. Guardie tarde e stolte, forse troppo, un po' come quei quattro deficienti che cadevano come pere cotte sul fango.* -Voi due...EHI VOI!!...Seguiteci! Dobbiamo scender giù! Voi altri rimanete con Zoe.-*dice ad alcuni dei suoi.*

1 sparo.

2 spari.

3 spari.

Penny, all'interno della sua cella buia e umida, sussultò ad ogni sparo.

Erano i buoni o i cattivi?
Penny non poteva saperlo, ma la speranza è l'unica cosa che tiene in vita nelle situazioni più disperate... E lei scelse di sperare.

- DESMOND! - gridò, correndo verso le sbarre della cella e stringendole forte tra le mani.

[Martin Keamy]

* L'irruzione era iniziata. Martin era entrato con Naomi, Desmond e gli uomini di Charles Widmore mentre Zoe gli copriva le spalle. Entrati nell'edificio le guardie che erano già appostate, avendo sentito gli spari da fuori, iniziarono a sparare verso Martin e i suoi uomini. Martin si buttò subito dietro la parete insieme a Desmond e Naomi. Gli uomini di Charles avevano subito qualche perdita ma continuavano a sparare e mentre le guardie erano impegnate in quello scontro a fuoco Martin buttò una granata facendo saltare per aria 5/6 guardie nigeriane. I superstiti si stavano dando alla fuga verso le scale del corridoio ma Martin non faceva prigionieri e continuava a sparare con il suo kalshnikov. Di fronte a lui si era formato un fiume di sangue, Martin era troppo esaltato e continuava a sparare, aveva una mira infallibile, ma anche Naomi e Desmond facevano la loro parte mentre gli uomini di Charles facevano più confusione che uccisioni. Scendendo per le scale arrivarono al primo scompartimento di prigionieri ma le celle o erano vuote o c'erano altre persone. Di Penny nn c'era l'ombra ma continuavano a cercare senza darsi per vinti. Intanto Martin stava mettendo del C4 su delle colonnette per poi coprirsi la fuga con l'esplosione dell'edificio una volta soccorsa Penny.

*Nella confusione generale, Desmond cercò di orientarsi. Capì che Penny era vicina, in base a quello che era filtrato dalle spie di Widmore. Osservò che il ferro nelle sue mani fosse carico. Makarov MP. Era un piccolo ricordo del Cigno. E di un tentativo di suicidio. Adesso era il suo apriscatole a Lagos.*

-Martin! Penny è qua vicino! Copritemi! ... Naomi!-
*Guardò prima l'uomo, poi la ragazza. Il primo continuò a sparare, piombo su piombo, la seconda lo seguì dietro ad una porta.*

*Le guardie nigeriane continuavo a sparare senza tregua. Alcuni degli uomini di Widmore erano stati lievemente feriti, ma nulla di grave. La battaglia continuava convulsamente, anche se quasi tutti stavano per perdere le forze. Improvvisamente un colpo inaspettato. Le guardie erano saltate in aria a causa di un'esplosione di C4 innescata da Keamy. Ne erano rimasti in pochi. Pochi, ma deboli ed insicuri. Gridavano. Il capo dei nigeriani si sgolava. Probabilmente stava dando le ultime indicazioni su come proseguire il duello in una lingua incomprensibile. Era palesemente preoccupato. -Allacciati la cintura Alice, che da adesso di meraviglie ne vedrai un bel po'!°- *Gli dice Naomi, anche se sapeva che non l'avrebbe capita.
Si nasconde dietro una colonna posizionata sul fondo della stanza, poggia la schiena su di essa e con il fucile stretto al petto si volta per cercare il nemico. Una volta individuato, stende le braccia impugnando il fucile come solo lei sa fare e non esita a premere il grilletto. Con colpo secco e preciso l'uomo piomba a terra in una pozza di sangue. Le altre guardie nigeriane erano sotto tiro. Keamy non gli dava tregua e nemmeno Zoe. Desmond intanto suggerisce a Naomi di proseguire per ritrovare la sua amata Penelope.*




°Frase tratta dal film Matrix

*Scese di corsa le scale del palazzo di fronte da dove aveva appena mandato all'altro mondo qualche mercenario color cioccolato. Non che fosse razzista ma insultare il nemico le dava la carica necessaria. Sentiva gli spari. Molti. Continui. Entrò nell'edificio scavalcando un cadavere.*



*Estrasse dallo stivale una Beretta e la infilò nei pantaloni. Per ora bastava il piccolo fucile di precisione di Martin. Quell'uomo aveva decisamente gusto nello scegliere le armi. Cominciò ad avanzare con lentezza cercando di non farsi sorprendere. Magari qualcuno nell'orda iniziale era rimasto vivo o nascosto. Inciampò in un fucile. Qualcuno da dietro l'angolo del corridoio urlò:* "Chi va là?"
*Pessimo errore pensò Zoe, riconoscendo l'accento decisamente poco inglese della persona che aveva parlato. Girò l'angolo con scatto felino e piantò un proiettile in fronte al tipo. Si avvicinò al cadavere ed esclamò:* "Non devi mai chiedere chi è? Non li vedi i film dell'orrore? È come chiedere di morire!"
*Vide Martin in fondo al corridoio e gli fece un cenno. Il ragazzo le indicò di avanzare che la strada era libera. Avvicinandosi a Keamy pensò che era davvero interessante e con una gran gusto per le pistole.*
"Beh... bello! Proseguiamo?"

[tratto da Scream]

[Martin Keamy]

* Martin proseguiva lentamente molto attento di quello che lo circondava, non faceva mai un passo falso, improvvisamente da dietro l'angolo spuntano due guardie un pò confuse da quello che stava succedendo ma appena intravidero Martin buttarono il loro fucile per terra e cercarono di scappare il più velocemente possibile ma con due colpi precisi alla testa Martin li stese tutti e due. Ormai non era rimasto più nessuno, qualche superstite di rado ma nulla che non si potesse risolvere, la battaglia si poteva dire finita ma di Penny ancora niente. Desmond e Naomi erano andati a cercarla ormai da tanto tempo. Ecco che improvvisamente Martin da dietro la porta che gli si era chiusa alle spalle intravide la camicia di Desmond...

*Tutti quei cadaveri non avevano un nome, non aveva una dignità, non avevano niente. Erano stati lasciati lì, a morire, in una pozza di sangue rosso scuro, quasi marrone, quasi nero. Non avevano avuto la minima considerazione da parte di Naomi, nè tanto meno da parte di Keamy, che sembrava quasi aver appagato il suo tormentoso desiderio di vittoria, di successo, di trionfo. Gli affascinavano le armi, gli affascinava vedere il nemico soffrire, gli affascinava il desiderio di vendetta, come Naomi, del resto. Erano riusciti nel loro intento, li avevano uccisi tutti, o forse quasi tutti. Un grosso omaccione nero, appoggiato sulla parete di una cella, si lamentava... una grande quantità di sangue fuoriusciva dalla coscia destra e chiedeva aiuto.* -Perchè urli? Siamo qui per aiutarti. Fa male, vero? Non preoccuparti, ci penso io, amico- *gli dice con voce gioiuzza e zuccherata. Poi estrae la pistola dai pantaloni e un proiettile lo stende a terra, mettendo fine al suo castigo. Ora la contesa si poteva considerare finita. Bisognava trovare Penelope. -Des, sono dietro di te, andiamo!*

Penny sentì altri spari. Troppi spari.

Il suo cuore batteva a mille.
Ormai sentiva che Desmond fosse vicino a lei, lo credeva fermamente.
Da una parte era felice perché lui fosse arrivato a salvarla, ma dall'altra parte era preoccupata. E se fosse rimasto ferito? Perché non era ancora arrivato da lei?

L'angoscia si impadronì di Penny.

Afferrò lo sgabello nella cella e cominciò a sbatterlo con forza contro le sbarre, così magari avrebbero potuto sentirla.

- Desmond, Desmond! Sono quaggiù!

E, in mezzo al frastuono e alla paura, le lacrime cominciarono silenziosamente a solcarle il viso.
Ma lei non si fermò, non si arrese.

*Naomi le copriva le spalle. Poteva andare. Aprì la porta.
1 Sparo.
2 Spari.
Due soldati accorrenti rimasero stesi per terra. Un corridoio, poi a destra ne avrebbe trovato un altro. L'ultima cella in fondo, segnata con un puntino rosso. Indicò con la testa la strada a Naomi.
3 Spari.
Naomi aveva sparato, mentre si era voltato un'altro nigeriano era spuntato in fondo al corridoio e l'inglesina piovuta dal cielo, fredda e calma come un fiocco di neve, l'aveva salvato. Arrivarono in fondo al corridoio. Controllarono a destra, sinistra, di nuovo a destra. Sentiva urlare, ma gli spari di Keamy e gli altri coprivano le urla. Voce femminile. L'aveva trovata. Una forte esplosione ai piani di sotto. Il C4: Keamy era pronto per uscire. Si sentirono delle urla, vedeva alcune mani di colore scuro uscire da alcune celle, come se volessero aiuto. Fece un gesto a Naomi, che si parò in mezzo al corridoio a proteggerlo. Corse. Scorse i prigioni imprecare aiuto. Sentiva il suo odore. Ultima cella.

Vuota. La porta era aperta. Sentiva il suo odore. Finirono anche gli spari. Rimase frastornato per qualche secondo. Il letto era sfatto, alcune cose era ammucchiate in furia, come se l'avessero portata via, di corsa. Sentiva il suo odore. Vide una scritta sul muro:
Step by step, heart to heart, left right left
We all fall down like toy soldiers
Bit by bit, torn apart, we never win
But the battle wages on for toy soldiers°
non era stata lei, ma sicuramente un combattente locale che aveva soggiornato in quei muri per più tempo della sua Penelope. Per motivi o validi o meno, la legge si sa non è mai dalla parte del giusto. La guerra civile devastava la Nigeria. Per cosa combattevano? Per cosa combatteva? Si sentiva anche lui un soldato giocattolo, un pinocchio senza anima, un pezzo di legno. Raccolse un fazzoletto, aveva il suo odore. Questo sangue, queste morti, per un fazzoletto. L'avevano portata via! Dove? Tornò da Naomi, le comunicò le cose e rimase a bocca aperta. Dovevano tornare da Keamy. Tornando indietro, vide delle mappe di Lagos e periferia, deserto, con degli incartamenti su un tavolo su cui campeggiava una Radio. Intuì cosa successe in effetti quel giorno in cui invio il segnale. Li fece suoi. Poi corse fino alla porta, sicuro che Keamy e gli altri erano li ad aspettarli.*
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°Passo dopo passo, sinistra destra sinistra
Cadiamo tutti come soldati giocattolo
Pezzo dopo pezzo, ci spezziamo, noi non vinciamo mai
La battaglia va comunque avanti grazie a soldati giocattolo

Penny continuava a gridare e a scagliare con forza lo sgabello contro le sbarre, creando un forte frastuono.

Tanto che non si accorse nemmeno dell'uomo che aveva di fronte.

- Ehi... Ehi... EHI! Che diavolo stai facendo?

Penny si immobilizzò. Non era la voce di Desmond.
Alzò gli occhi e vide che aveva di fronte a sé uno dei suoi carcerieri.
Lo riempì subito di domande.
Non le importava tanto che nessuno fosse venuto a salvarla, ma il suo cuore temeva che potesse essere accaduto qualcosa di brutto a Desmond.

- Io... Io ho sentito degli spari, cos'è successo? E' arrivato qualcuno? Qualcuno è ferito?

L'uomo scoppiò in una cinica risata.

- Ehi, bellezza, io e gli altri ragazzi ci stiamo soltanto divertendo col tiro al bersaglio... Rilassati, mettiti a dormire e non ci disturbare più.

Nel pronunciare l'ultimo avvertimento, l'uomo tornò serio e uscì dalla stanza, lasciando Penny nella cella delusa e affranta.
Anche stavolta, non aveva ritrovato il suo Desmond.